Recensione Suspension

Regista del secondo Decoys, Jeffery Scott Lando mette in scena un atipico slasher che, alternate alle sanguinarie gesta di uno psicopatico mascherato, mostra le altrettanto sanguinarie storie a fumetti disegnate dalla protagonista.

Recensione Suspension
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Le prime immagini che vediamo sono quelle di una misteriosa ragazza che spinge un tizio fornito di videocamera a riprendere un poco raccomandabile individuo tenuto prigioniero e di cui si dice, a quanto pare, che sia un pericoloso psicopatico responsabile della morte di diverse persone, tra le quali il figlio.
Individuo che non tarda a liberarsi per dedicarsi a un omicidio eseguito tramite l'utilizzo di un forcone, prima ancor che veniamo a conoscenza della tormentata e problematica studentessa Emily, ovvero la televisiva Ellen MacNiven, sbeffeggiata dai compagni di scuola e dedita spesso alla realizzazione di disegni a fumetti che ritraggono situazioni grondanti rosso sangue.
Situazioni che, attraverso immagini dai colori desaturati ad esclusione di quello dell'emoglobina, il regista Jeffery Scott Lando - responsabile, tra gli altri, di Savage island (2004), Decoys 2 - Seduzione aliena (2007) e Roboshark (2015) - ci fa vivere in versione live action durante lo svolgimento di Suspension (2015); man mano che facciamo anche conoscenza con il fratellino della protagonista, la quale preferisce rimanere sola in casa con lui anziché prendere parte ad una scatenata festa di coetanei in corso.

Disegnato per uccidere

Quindi, dai giovani prepotenti e molto poco simpatici al serial killer proto-Michael Myers il cui volto è celato dietro una bianca maschera, sono presenti tutti i classici ingredienti del filone slasher, che prevede fantasiose uccisioni ai danni di un gruppo di persone in uno spazio più o meno chiuso.
Filone che vede due delle sue figure principali proprio nel citato massacra-teen-ager creato da John Carpenter e nello stermina-campeggiatori Jason Voorhees della saga Venerdì 13, entrambi omaggiati, in più occasioni, nel corso della oltre ora e venti di visione.
Perché, se l'immagine del folle che sfonda la porta richiama in un certo senso alla memoria un momento di Venerdì 13 - Capitolo finale (1984) di Joseph Zito, è impossibile non avvertire nell'ambientazione - dalla sequenza con la ragazza nel fienile ai diversi momenti che coinvolgono i poliziotti - delle forti similitudini con Halloween 5 - La vendetta di Michael Myers (1989) di Dominique Othenin-Girard.
Tanto più che, proprio come l'immortale semina-cadaveri della notte della vigilia di Ognissanti, il maniaco di turno - sebbene non manchi di ricorrere ad asce e pistole - sembra prediligere il coltello da macellaio nella messa in atto della carneficina.
Al servizio di un insieme sicuramente interessante per la scelta di alternare la realtà alle tavole disegnate di cui sopra, ma che, penalizzato da una certa fiacchezza narrativa, non riesce nell'impresa di riscattarsi neppure attraverso un finale a sorpresa che non ha, in realtà, assolutamente nulla di sorprendente.

Suspension Su sceneggiatura del Kevin Mosley che scrisse Savage island (2004), suo thriller d’esordio, Jeffery Scott Lando rispolvera con Suspension (2015) il filone slasher, mettendo in piedi oltre ottanta minuti di visione che guardano in particolar modo al quinto Halloween, ma corredandoli di atipico parallelo con alcuni disegni a fumetti. Molto più chiaro e meno confuso di tanti analoghi esempi d’inizio terzo millennio, il risultato finale, però, non solo poggia su uno scombinato script destinato a generare fiacchezza, ma approda ad una conclusione decisamente prevedibile ed abusata nell’ambito del genere.

5.5

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