Sugar Mountain, la recensione del film con Jason Momoa disponibile su Netflix

Due fratelli indebitati e la ragazza di uno di loro organizzano una finta scomparsa per ottenere denaro in Sugar Mountain, thriller di Richard Gray.

Sugar Mountain, la recensione del film con Jason Momoa disponibile su Netflix
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Miles e Liam sono due fratelli oppressi dai debiti che decidono di inscenare la finta scomparsa del primo al fine di racimolare denaro con interviste successive al ritorno a casa. Con l'aiuto della bella Lauren, fidanzata di Miles nonché figlia dello sceriffo locale, i consanguinei inscenano il loro piano fingendo prima di contendersi le attenzioni proprio della ragazza ed in seguito dando via ad una finta zuffa tra le montagne innevate, in seguito alla quale Miles dovrebbe trovare rifugio in un luogo già predisposto alla sopravvivenza per una settimana. Le cose però non vano come dovrebbero e col passare dei giorni le possibilità di trovare in vita il fratello maggiore diminuiscono mentre la polizia comincia a sospettare che vi sia qualcosa di poco chiaro nelle dinamiche della sparizione...

Un bel gioco dura poco...

Si può costruire un thriller drammatico su dinamiche via via sempre più improbabili? Domanda di difficile risposta soprattutto se dietro la macchina da presa siede un solo onesto mestierante quale Richard Gray, bravo nel gestire l'ambientazione e le atmosfere ma non altrettanto a districarsi in una sceneggiatura (non scritta da lui) che avrebbe necessitato di maggior approfondimento emotivo dei personaggi, qui invischiati in un gioco pericoloso privo del corretto trasporto empatico. In Sugar Mountain (disponibile su Netflix) l'Alaska fa da contorno predominante alla vicenda, ponendosi come vera e propria co-protagonista tra foreste innevate e piccole cittadine dove tutti conoscono tutti e in cui mantenere un segreto è un'impresa quasi improba. Il paesaggio rimane quindi tra i maggiori fiori all'occhiello di un racconto ricco di colpi di scena in serie che però, proprio per via dei suoi continui ribaltamenti, rischia di risultare poco verosimile: basti vedere l'assurdo epilogo che finisce per rendere le figure principali quasi una sorta di macchiette condannate dal destino ad uno scherzo tanto diabolico quanto assurdo. Il forzato e prevedibile menage a trois, tra tradimenti e gelosie, il rapporto contrastato tra Lauren e la figura paterna (nascondente anch'essa cruciali scheletri nell'armadio), l'entrata "meccanica" del rude criminale di Jason Momoa sono vizi di scrittura ben evidenti, atti soltanto a scatenare una reazione a catena di rivelazioni e situazioni rocambolesche che rovinano le potenzialità insite nell'idea di partenza, sulla carta gestibile con molta più calma e raziocinio.

Sugar Mountain Cary Elwes e Jason Momoa sono le guest star di questo atipico thriller ambientato nel freddo dell'Alaska. Sugar Mountain ha dei punti di forza nella suggestiva ambientazione e nella genesi narrativa, salvo poi perdersi strada facendo per via di sviluppi sempre più assurdi ed improbabili che rendono la vicenda forzata e inverosimile, tra segreti sepolti nel passato e insospettabili tradimenti: il risultato, pur facendosi guardare senza troppi sbadigli, ha il sapore di un polpettone inutilmente tirato per le lunghe e privo della necessaria enfasi emozionale.

5

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