Recensione StreetDance 3D

Un'incursione nel mondo della street dance inglese.

Recensione StreetDance 3D
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Che la febbre del ballo abbia contagiato il mondo del cinema è una notizia nota già da parecchio tempo. La conoscenza dello spettatore moderno sugli stili di strada americani non è mai stata così ampia e interessata, nonché generica e confusionaria. Ad aggiungere altro testo a questa enciclopedia mediatica arriva StreetDance 3D. E qui la domanda sorge spontanea: e ora che cosa è la street dance? Si tratta della fusione tra hip-hop, breaking, popping e docking ed è un ballo davvero molto complesso, preciso e decisamente impegnativo a livello fisico. Il termine comprende quindi tutti quegli stili di danza che sono nati per le strade e nei club e non, come tutti gli altri, insegnati in un ambiente convenzionale. Se pensate di stare per immergervi nel classico sobborgo di New York, però, vi state sbagliando di grosso... "Ho cominciato a guardare il mondo della steet dance in Inghilterra e preso mi sono reco conto che non solo avevamo alcuni tra i migliori ballerini e coreografi del mondo, ma che il tutto era incredibilmente ricco dal punto di vista visivo", racconta il produttore James Richardson, "Volevo che il mondo della street dance fosse sfidato e così ho creato la storia di due mondi - quello inglese tradizionale, rappresentato dai ballerini di danza classica e dal Royal Ballet, e quello inglese moderno, rappresentato dagli street dancer. Quello che sarebbe emerso da questo sconto di culture mi sembrava una cosa estremamente stimolante".

Caos sulle punte

Carly (Nichola Burley) si è trasferita a Londra per seguire i suoi sogni ed esprimersi attraverso la danza. Tutto nella sua vita sembra aver preso finalmente la giusta piega: è innamoratissima del carismatico Jay e la sua crew di ballo è appena arrivata in finale al campionato "Uk Street Dance Championship". All'improvviso Jay decide di lasciare lei e il gruppo, lasciando tutti senza una guida e senza un posto in cui provare le coreografie per la competizione. L'inaspettata salvezza arriva nei panni della capo-istruttrice di danza classica Helena (Charlotte Rampling), che offre a Carly la propria costosissima sala prove in cambio di una collaborazione tra il gruppo di street dancer e i suoi giovani ballerini classici, sperando che l'entusiasmo dei primi contagi i secondi prima dell'audizione per il Royal Ballet. Lo scontro culturale tra i due gruppi è immediato e inevitabile, ma il catastrofico miscuglio assume pian piano sempre più le sembianze di una sperimentazione frizzante e vincente, nella danza come in amore...

3D all'inglese

StreetDance 3D è il primo film live action in 3D realizzato completamente sul territorio inglese e, fin dalla sua ideazione produttiva, si presenta come una intensiva sperimentazione concettuale e visiva. Proprio per questo la sua direzione è stata affidata a Max Giwa e Dania Pasquini, registi che da anni lavorano insieme nel campo dei videoclip e che hanno collaborato con gli artisti più disparati, come Girls Aloud, Oasis e Sophie Ellis Bextor. L'impostazione musicale della pellicola si vede fin dalle prime inquadrature, caratterizzate da colpi di luce e lenti sfuocate. StreetDance 3D, nonostante i suoi intenti di mostrare un lato diverso del mondo della danza di strada, denaturato da situazioni famigliari difficili e problemi di droga, non si stacca minimamente dalla trama caratteristica dei film musicali moderni. La storia di Carly non ha nulla di diverso dalle vicende personali di tutte le ragazze appassionate di danza che prima di lei hanno cercato di sfondare e realizzarsi, né nella sua origine né nelle dinamiche di sviluppo. Le produzioni puntano ormai sulla spettacolarità delle coreografie e l'appeal della colonna sonora, per cercare di apportare originalità al proprio progetto. StreetDance 3D prova, invece, a giocare con gli elementi tipici in modo diverso, utilizzando il 3D per creare evanescenti ologrammi a doppio schermo e puntando, più che sulla potenza di luci e colori, sulla bizzarra (se non del tutto nuova) miscela di mondo classico, impettito e pieno di regole, e ritmi moderni, fatti di pantaloni larghi e atmosfere famigliari. Il risultato è piacevole, ironico, divertente e, in alcuni tratti, è addirittura capace di prendersi in giro da solo, giocando bonariamente con lo spettatore portato a parteggiare per una delle due parti in gara e partecipare così alla sfida dell'anno... o dell'ultima ora e mezza!

Covo di talenti

StreetDance 3D vanta il maggior impiego di giovani talenti inglesi: nel suo cast appaiono infatti le star debuttanti di Britain's Got Talent come i Flawless (nel ruolo dei campioni in carica di street dancer The Surge), i Diversity e George Sampson, per alcuni dei quali sono stati creati appositamente dei ruoli durante la lavotazione. "Durante il casting continuavamo ad aggiungere ruoi alla sceneggiatura perché c'erano persone che volevano davvero che fossero nel film, ma non c'era un ruolo per loro", dice ridendo Richardson, "George Sampson è il caso più ovvio, ma abbiamo anche creato il ruolo di Isabella per Rachel McDowall e quello di Steph per Steph Nguyen". Per George Sampson, infatti, vincitore di Britain's Got Talent, è stato creato appositamente il ruolo di Eddie: "Eddie mi somiglia molto: non ha peli sulla lingua e vuole a tutti i costi fare parte del gruppo di Carly. Inoltre ha una cotta per lei...". Un vero e proprio covo di promesse chiamate ad aiutare i personaggi principali, tutti provenienti dal mondo del cinema e costretti a duri allenamenti per diventare una vera e propria crew.

StreetDance 3D StreetDance 3D è un film piacevole che, se non spicca certo per l’originalità del tema trattato, si distingue certamente per un tentativo di approccio al tema in modo diverso, estrapolando dai soliti contesti sociali americani. Il risultato finale è piacevole e divertente pur non raggiungendo le eccellenze (riferite esplicitamente solo a questo genere filmico) di Step Up 3D, in cui stereografia e illuminotecnica si erano trasformati in veri e propri protagonisti. Buono anche il lavoro svolto sulla colonna sonora che, oltre a miscelare brani classici a sonorità più spiccatamente street, propone interpreti molto popolati in patria, come Ndubz, Wylie e Chipmunk.

6

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