Recensione Straw Dogs

In dvd il remake di Cane di paglia

Recensione Straw Dogs
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Nell'ormai lontano 1971, il mitico Sam Peckinpah, regista di Sfida nell'alta Sierra (1962) e Il mucchio selvaggio (1969), diresse quel Cane di paglia che, tratto dal romanzo The siege of Trencher's farm di Gordon M. Williams, vide un giovane Dustin Hoffman nel ruolo del mite David Sumner, il quale, trasferitosi in un piccolo villaggio inglese insieme alla moglie Amy alias Susan"Tintorera"George, originaria del posto, si trovava ad avere a che fare con i bulli locali, pronti a trasformarlo nel loro zimbello e ad arrivare perfino a violentare la donna.
Una pellicola che, pur avendo presto raggiunto lo status di vero e proprio classico di quel sottogenere meglio conosciuto come "rape & revenge", costituito da storie basate sulla vendetta conseguente allo stupro, sembra non abbia mai ottenuto successo negli Stati Uniti; dove, a quarant'anni di distanza e in piena febbre di remake, si è pensato di rifarla ponendo il James Marsden della saga X-Men e la Kate Bosworth di Superman returns (2006) nei panni dei due protagonisti.
Alla sceneggiatura e al timone di regia, invece, l'israeliano Rod Lurie che, dalla carriera prevalentemente legata alla televisione, firmò per il cinema il drammatico Il castello (2001), interpretato da Robert Redford e Mark Ruffalo.

Il dvd

Mai arrivato nelle nostre sale, dove sarebbe dovuto uscire nel Dicembre del 2011, approda su suolo tricolore direttamente in dvd sotto etichetta Sony Pictures Home Entertainment, che lo lancia corredato di non disprezzabile sezione extra comprendente commento audio di Lurie, sei minuti di interviste al cast, piccoli documentari riguardanti la scenografia e gli stunt del film e il mini-speciale A caccia di controversie-Il remake di un classico, con interventi del produttore Marc Frydman e del produttore esecutivo Beau Marks.
E diciamo immediatamente che, con i due avvicinati in particolar modo dal capobanda dei prepotenti, Charlie, con le fattezze dell'Alexander Skarsgård di Melancholia (2011), ci troviamo dinanzi a un rifacimento piuttosto fedele all'originale, rispetto al quale differisce soltanto a causa di piccoli aspetti.
Infatti, mentre ritroviamo con piacere in scena il veterano James Woods - candidato all'Oscar sia per Salvador (1986) che per L'agguato-Ghosts from the past (1996) - e assistiamo a David e Amy propensi anche ad attuare un giochino erotico con gli scacchi nell'intimità, apprendiamo che il protagonista, ora fornito di laptop, non è come nel capostipite un matematico che ha appena ricevuto una borsa di studio, ma uno sceneggiatore di Hollywood intento a scrivere un film sulla battaglia di Stalingrado.
Aspetto, quest'ultimo, che nasconde (neanche troppo) una fondamentale simbologia, in quanto la coppia, sempre più intrappolata dai balordi, deve in fin dei conti vedersela con la più grande battaglia da vincere.
Per il resto, rimane invariato il concetto di fondo del film, relativo alla mutazione del cane di paglia (David, appunto) in essere aggressivo e violento nel corso della brutale parte finale dell'operazione, tra sparachiodi e altre pericolose armi obbligatoriamente destinate a entrare in scena.
Anche se, rispetto al film di Peckinpah, il tutto è rappresentato con molta meno crudezza e il fatto che la Bosworth, oltre a non mostrarsi nuda, non presenti affatto l'atteggiamento quasi consenziente sfoggiato dalla George nella sequenza dello stupro, rischia in buona parte di ribaltare il senso della storia originale, a suo modo attraversata da una certa venatura di misoginia.

Straw Dogs A quarant’anni da Cane di paglia (1971) di sam Peckinpah, l’israeliano Rod Lurie firma questo remake che, bene o male fedele alla pellicola originale, presenta al confronto soltanto piccole differenze. Ma è ovvio che rifare un capolavoro della Settima arte è un rischio non da poco, quindi l’insieme, meno crudo nella rappresentazione, si lascia guardare come un qualsiasi rape & revenge, a patto che non effettuiate paragoni con il capostipite. Dvd targato Sony di discreta fattura e corredato di non disprezzabile sezione riservata ai contenuti speciali.

6.5

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