Recensione Step Up All In

Torna la saga più amata dagli appassionati della street dance, per un'incredibile sfida ambientata a Las Vegas

Recensione Step Up All In
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I sogni s’infrangono con la stessa velocità con cui si realizzano. Lo sa bene Sean (Ryan Guzman), che in Step Up All In, quinto capitolo della saga, deve fare i conti con il brusco risveglio nella realtà. Nella pellicola, in sala anche in 3D dal 20 agosto (con anteprime l’8 agosto in alcuni cinema e primissima al Giffoni Film Festival), il ballerino di street style e la sua crew, i Mob, si ritrovano all’indomani della vittoria senza un soldo in tasca e sempre più avviliti. Provino dopo provino, la loro autostima subisce un rovinoso crollo: capiscono molto presto che non basta classificarsi primi in una competizione per garantirsi un posto tra le celebrità.
Cominciano i litigi, le recriminazioni e i rimpianti: così i Mob abbandonano il proprio leader e i sogni di gloria per tornare a casa, a Miami, sconfitti dalla vita. Sean non ha intenzione di seguirli né di mollare, ma non sa come reinventarsi senza il gruppo di partenza e gli amici di sempre. La risposta arriva all’improvviso, quando una nuova sfida si profila all’orizzonte nella città del divertimento senza limiti, Las Vegas... D’altronde, come si dice nel film, “se ce la facessero tutti non sarebbe Hollywood”.

Repetita iuvant

Ecco, allora, che la formula ormai collaudata si ripete e, con uno schieramento quasi del tutto nuovo, si riparte all’inseguimento dei sogni di gloria. Questa volta si concretizzano in una gara televisiva, The Vortex, presentata da Alexxa Brava, che mette in palio un contratto di tre anni.
Tra selezione del gruppo, allenamenti e difficoltà ogni genere, compresi avversari temibili o sconvolgenti, Sean prova a dare nuovamente un senso alla sua vita.
L’evoluzione della vicenda è alquanto prevedibile ma stavolta la posta in gioco è il miraggio del “posto fisso”, per semplificare, ossia quella sicurezza economica che in un certo lasso di tempo permette ad un artista di sopravvivere del proprio talento. In realtà è proprio la precarietà lo spauracchio con cui i professionisti devono confrontarsi quotidianamente.
Ad essere infranti non sono solo i desideri di notorietà ma anche i cuori, in primis quello di Sean. L’amore a distanza non fa per lui, ancora una volta abbandonato e afflitto.
Giunge allora l’ora del ritorno in scena dopo il secondo film di Andie (Briana Evigan), che, assieme ad altri, decide di mollare un lavoro capace di dare stabilità per rimettersi in discussione sul palcoscenico. Non è la sola: Alyson Stoner, sorellina di Channing Tatum, interpreta la fidanzata del personaggio di Muso, esponente della linea comica della pellicola.
La battaglia di street style si preannuncia epica ma i toni ricalcano quelli precedenti. E, come un rassicurante viaggio con gli amici d’infanzia, lo spettatore si diverte e si rilassa senza perdersi in sottotrame di alcun genere.
Alzate il volume: che lo show abbia inizio. Senza troppe pretese, però.

Step Up All In Con un ritorno alle battaglie di street style dei primi capitoli, questo quinto film evita ogni rischio. Compreso quello degli spettacolari flashmob che invece avevano incantato e sorpreso il pubblico nella pellicola precedente. Se ne sente la mancanza, ma per gli appassionati del genere è sempre un appuntamento imperdibile.

6.5

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