Recensione Stateside - Anime Ribelli

Cronaca di un amore impossibile

Recensione Stateside - Anime Ribelli
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L'edizione dvd italiana cita in copertina: "Una delle migliori interpretazioni di Val Kilmer". In realtà è più uno specchietto per le allodole, visto che l'attore in questione, peraltro ormai in declino da diverso tempo, appare per poco più di dieci minuti nell'arco di tutto il film. Si sa, le vie pubblicitarie sono infinite. Ignorando perciò questo particolare non indifferente, a cosa ci troviamo davanti? Stateside è un prodotto uscito sul suolo italico direttamente in home video, il che non sempre è sinonimo di scarsa qualità. Diretto dal messicano Reverge Anselmo, regista e produttore per lo più sconosciuto qui da noi, è interpretato da un cast altalenante, che vede sugli scudi la brava Rachel Leigh Cook, attrice e cantante (nonchè doppiatrice di Tifa in Final Fantasy), accompagnata da un acerbo Jonathan Tucker (Non Aprite quella P orta (II)), e che vede comprimari d'eccezione, oltre al già detto Kilmer, anche Joe Mantegna e Carrie Fisher (la mitica principessa Leila di Star Wars)

Mark (Tucker) è un ragazzo ricco e snob, che in seguito a una serata "brava" con amici, commette un incidente in macchina. Verrà così mandato, tramite le conoscenze del padre (Mantegna), all'addestramento nei marines invece di scontare una pena in carcere. Comandato dal duro sergente Skeer (Kilmer), riuscirà a diventare un vero uomo. Dori Lawrence (la Leigh Cook) è invece una cantante e attrice schizofrenica, obbligata a scontare prima in manicomio, poi in una casa di cura a libera uscita, il suo periodo di malattia. Il fortuito incontro tra i due darà prima vita a una storia a distanza, in seguito a una vera e propria relazione che, viste le condizioni psico-fisiche di entrambi, non si rivelerà di certo semplice. La Leigh Cook sforna una grande interpretazione: non è mai facile interpretare personaggi fuori di testa senza esagerare, invece qui l'attrice americana riesce a dare quella giusta dose di tenerezza e follia consoni alla figura. Non si può dire lo stesso invece di Tucker, che appare fin troppo insicuro per essere un marine appena sfornato, più spaesato che altro. Certamente bravo Kilmer, peccato duri poco il suo ruolo.

Uno dei momenti migliori del film è sicuramente quello dell'addestramento, dove le reminescenze che riportano alla memoria Full Metal Jacket non sono poche; Kilmer riesce a dare il giusto spessore alla figura di un sergente integerrimo, tutto d'un pezzo, che non lesina metodi estremi per trasformare i figli di papà in combattenti. Un po' di déjà-vu certo con la prima parte del film di Kubrick, ma comunque azzeccato. Così come azzeccate le situazioni nei manicomi, che riescono a ricreare quella giusta situazione di claustrofobia. Il vero problema è che il punto centrale della pellicola intera, e cioè la storia d'amore tra i due protagonisti, non riesce mai a coinvolgere come dovrebbe. E' sicuramente un pregio non trovarsi di fronte alla classica love story adolescenziale a fin di bene, per cui niente smancerie o stucchevolezze. Ma è proprio la mancanza di pathos il vero difetto, laddove nessuno dei due amati appare veramente sconvolto per le tragedia accadute all'altro. E, come non bastasse, il finale sfocia in un, seppur originale, happy end. Il regista dichiara di essersi ispirato alla storia vera di un'attrice vissuta negli anni '80, e quindi il soggetto non può subire troppe critiche. Un altro appunto però va fatto, ricollegato al periodo storico, infatti sia per i vestiti che per le scenografie (escluse le macchine): si nota infatti ben poco la differenza di vent'anni rispetto ai giorni nostri.Stateside è una proposta sincera, ma imperfetta. Certamente ai cinema oggi gira molto di peggio, ma rimane il fatto che l'uscita diretta in dvd, e conseguentemente il poco richiamo di pubblico, non darà molta attenzione al film.

Edizione Dvd

Il video è ottimo, con un'ottima "presenza" dei colori, così come dei neri che in alcune scene sono più che fondamentali. Audio perfetto, soprattutto per quanto riguarda le canzoni della protagonista. Assenza praticamente totale di extra. Infine una nota per il doppiaggio, vista l'uscita diretta in home video: discreto, anche se a tratti appare un po' incolore.

Stateside - Anime ribelli Non rimarrà nella storia. Parte con buoni propositi, e una trama in apparenza vincente. Ma una realizzazione a tratti eccessivamente elementare, con un protagonista maschile fin troppo bamboccione, non porta mai a identificarsi nei personaggi. Brava invece la Leigh Cook, e ottima la parte dell'addestramento marines. Tutto il resto profuma molto di occasione mancata.

5.5

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