Star Wars: Gli Ultimi Jedi, la recensione: la guerra è appena iniziata

Dopo l'incontro fra Rey e Luke Skywalker la saga, come la guerra e la fuga, può continuare esattamente dal punto in cui l'avevamo lasciata...

Star Wars: Gli Ultimi Jedi, la recensione: la guerra è appena iniziata
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Ricordate le ultime immagini de Il Risveglio della Forza? Difficili da dimenticare, con la giovane e ribelle Rey che scala finalmente l'isola su cui, per un tempo indefinito, si è nascosto Luke Skywalker. Lo storico personaggio creato da George Lucas e interpretato da Mark Hamill all'interno di Episodio VII è soltanto un'ombra, la sua figura si percepisce appena, nei racconti, nei ricordi, nella fama intergalattica, solo nel finale però riappare davvero a strappare il cuore agli appassionati. Rian Johnson riparte proprio da questo momento per iniziare il suo Episodio VIII, da quell'ultimo Jedi che tutti credevano scomparso, finito, insieme a tutta la sua pesante eredità, dandogli finalmente lo spazio che merita.
Il Risveglio della Forza però ha risparmiato anche una buona fetta di resistenza, una formazione di certo non al massimo della sua potenza di attacco, ma ancora con la voglia di ostacolare il Primo Ordine. Capita così che i primi minuti di Star Wars: Gli Ultimi Jedi ci catapultino di nuovo all'interno di una battaglia, fino all'ultimo colpo, fino all'ultima navicella. Fino all'ultimo respiro. Da qui ripartiamo anche noi, evitando qualsivoglia spoiler di trama e analizzando unicamente la struttura del film e gli elementi che lo compongono.

Tre figure faccia a faccia

Archiviati i tiepidi festeggiamenti di Episodio VII, bisogna subito pensare al pericolo che corre la base dei ribelli, ormai sotto il tiro dell'esercito del Primo Ordine. C'è soltanto una cosa da fare: raccattare il possibile e sparire, scappare. Non c'è spazio per sentimentalismi, strategie di guerra o quant'altro, bisogna soltanto mettersi al riparo evitando l'irreparabile. In pochi istanti ritroviamo tutti i personaggi che avevamo lasciato sul grande schermo appena due anni fa, sempre più stanchi, affranti ma duri a morire. Rian Johnson, qui anche nei panni di scrittore, ha preso di petto la realtà e non l'ha mascherata in nessuno modo: per la resistenza questo nuovo capitolo della storia sarà una continua fuga, il Primo Ordine del resto è in forma smagliante e non sarà praticamente mai una guerra alla pari. Negli stessi istanti, Rey si avvicina alla schiva figura di Luke, Maestro Jedi ormai ritirato a vita privata che sembra aver abbandonato il richiamo della Forza. I due personaggi saranno il motore del nuovo capitolo, ma non sarà un duo a sorreggere la storia: fra di loro si pone qualcuno che conosciamo ormai molto bene, Kylo Ren, intento a creare un insolito e inedito triangolo psichico.
I tre sono continuamente messi faccia a faccia, hanno un segreto in comune da condividere, c'è un'ombra nel loro passato da dissolvere, cosa che dà vita a uno degli aspetti più interessanti dell'episodio. Nessuno di loro conosce ancora quale sarà esattamente il proprio destino, Luke deve decidere se fidarsi o meno di Rey, Rey deve capire chi è davvero, Kylo Ren deve scegliere se dare ordini o farseli dare, e non parliamo di tre strade parallele. Dalla scelta dell'uno potrebbe dipendere il fato dell'altro, linee concatenate dello stesso disegno generale.

Il passato deve morire

Parliamo dunque di un capitolo non solo di passaggio, e vedremo più tardi perché, ma anche di crescita e di scoperta, con lo spettatore messo in una posizione di assoluta parità rispetto ai protagonisti. Avremo sicuramente tempo e modo di approfondire tutto questo dopo l'uscita del film, per ora accontentavi di conoscere più da vicino il quarto incomodo, colui che crede fortemente di stringere fra le mani il massimo potere, Snoke. Il leader del Primo Ordine è tanto deforme quanto spaventoso, spietato e putrido, un villain d'altri tempi che incute timore soltanto mostrando i suoi denti ingialliti o il suo volto sfigurato. Nei suoi occhi si nascondono secoli di oscurità e pura malvagità, la sua spiccata sicurezza lo rende una figura autoritaria, anche se a fidarsi troppo di se stessi si rischia di sbagliare. Certo è difficile intravedere nella sua pelle raggrinzita il futuro dell'universo, al contrario il personaggio di Snoke appare come il massimo emblema di un passato millenario che andrebbe estirpato del tutto. Qui Rian Johnson mette un altro importante sigillo alla sua opera, ovvero afferma quello che J.J. Abrams due anni fa non avrebbe mai potuto dire: il passato deve ora morire. Viene dunque compiuto, finalmente, quel taglio netto che in molti si aspettavano già in Episodio VII, poi disatteso.


L'eredità di Han Solo

Un taglio affilato che ha colpito di rimando anche la forma del film, il suo linguaggio, diventato a tratti più snello, in altri più pomposo o addirittura comico, generando qualche errore fisiologico. A Rian Johnson si può forse imputare la colpa di non aver dato al film un carattere schietto, deciso, ma di aver mescolato più elementi forzando qua e là la mano. La saga di Star Wars ha sfruttato l'ironia più e più volte nella sua storia, basti pensare a un personaggio come Han Solo che tutto faceva tranne che prendersi sul serio, almeno nel 95% delle occasioni. In questo Episodio VIII, orfano proprio di Solo, sono spuntate battute nonsense, siparietti di dubbio gusto, momenti esilaranti anche nel bel mezzo della battaglia, in uno come nell'altro schieramento.
Addirittura i deliziosi Porg, che abbiamo conosciuto in questi mesi grazie al materiale pubblicitario, esistono nel film soltanto per strappare qualche risata (e probabilmente vendere un po' di merchandising in giro per il mondo), non hanno praticamente alcuna funzione vitale. Un peccato, poiché la natura e il mondo animale hanno moltissima importanza nell'arco narrativo del film. Sarebbe stato bello dare un'impronta più marcata agli stessi Porg, sono diverse le scene in cui l'uomo si trova a collaborare con le bestie, siano esse giganti e scattanti oppure minute ed eleganti. Un'idea davvero emozionante che cambia, e neppure poco, il corso degli eventi. Ricollegandoci invece alla questione "il passato deve morire", un altro gran peccato è vedere Chewbecca in un ruolo di terz'ordine, in favore del nuovo che avanza, ma questa dei "gregari" è certamente un'altra questione da approfondire a film uscito.

Oltre la meta, il viaggio

Il non potervi parlare in maniera adeguata della storia, per evitare noiosi spoiler, ci porta a discutere di un altro aspetto fondamentale in una produzione di questa portata: gli effetti visivi. Da questo punto di vista la Disney e la LucasFilm hanno svolto un lavoro egregio, rendendo ogni scena credibile e priva di sbavature. Lo Snoke di Andy Serkis è eccezionale, spesso impressionante, rendono poi a meraviglia anche tutti i combattimenti stellari e gli scontri in melee con laser e armi infuocate, per finire con gli animali alieni davvero ben caratterizzati. Lo spettacolo è dunque assicurato, come del resto ci si aspetta da un prodotto di questa caratura. Tutto è ovviamente sottolineato da una colonna sonora firmata John Williams che non tradisce in nessun modo i temi caratteristici della saga, completandoli all'occorrenza con partiture ricche di tensione. Tensione che cresce di minuto in minuto dopo una prima ora più riflessiva, lenta, che probabilmente avrebbe meritato una rilettura più essenziale. Superato però lo scoglio dei 70-75 minuti, il ritmo cambia del tutto e l'Episodio prende uno slancio che va avanti fino all'epico finale, fra colpi di scena a cascata e scontri destinati a rimanere nella nostra memoria per lungo tempo.

Come anticipavamo prima, si tratta di un capitolo di passaggio, dunque non aspettatevi un epilogo netto: Rian Johnson ha traghettato i ribelli verso una nuova fase della loro esistenza, anzi per dirla con le parole dello script "la guerra è appena iniziata", quella vera, brutale, decisiva, con tutte le pedine che hanno preso finalmente il loro posto sulla scacchiera. Proprio per questo il pensiero è già proiettato a Episodio IX, nel frattempo non prendete Gli Ultimi Jedi alla leggera, o alla svelta; è un capitolo che farà sicuramente discutere, in molti lo odieranno, tanti altri lo ameranno a prima vista, mentre una buona fetta di appassionati dovrà metabolizzarlo con la dovuta calma prima di apprezzarlo del tutto. Ciò che è sicuro è che, almeno per ora, non è importante la meta finale, ma il viaggio che ci spinge verso di essa.

Star Wars - Gli Ultimi Jedi Accantonata la paura di Episodio VII, Rian Johnson ha avuto più libertà narrativa e spazio di manovra, scrivendo e girando un Episodio VIII di passaggio, sospeso fra passato e futuro. Il primo viene messo da parte con grazia e rispetto, nello stesso frangente vengono messe solide basi per creare il secondo. Rey, Kylo Ren e Luke Skywalker sono il vero motore del film, le loro scelte determinano le battaglie da combattere, ora come prossimamente. Ci sarà tempo e modo di discutere le pieghe della storia, per ora sappiate che il comparto degli effetti visivi ha svolto un lavoro egregio che difficilmente deluderà le aspettative, più complicato invece il discorso legato al linguaggio e alla forma del film. Johnson alterna a suo modo fasi di stanca a momenti epici e frenetici, siparietti leggeri a istanti dolorosi, una conformazione a cui molti dovranno abituarsi. Un'avventura, tirando definitivamente le somme, che ha tutto l'aspetto di un nuovo inizio, non una fine.

8

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