Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi

Non si ha ancora avuto il tempo di riprendersi dalla sconvolgente rivelazione finale di Episodio V, che già ritroviamo i nostri eroi in azione.

Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi
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NOTA: per questa recensione abbiamo voluto 'giocare' al cinema anche noi, immaginando uno scenario. Non analizzeremo questo film con i nostri occhi di spettatori del 2017, cosa che tutti possono fare. Ci siamo sforzati invece di interpretare un ruolo, immaginando di essere negli anni '80, in Italia, e di guardarlo con gli occhi di chi lo ha visto per la prima volta. Ci siamo preoccupati di non 'spoilerare' (o meglio 'non rovinare la sorpresa', come si diceva allora), abbiamo finto di non conoscere i futuri sviluppi della saga e dell'intero franchise, divertendoci anche a ironizzare su quanto alcuni fossero al tempo inimmaginabili. Anche per questo motivo abbiamo scelto di mantenere i nomi dei personaggi come resi dall'adattamento italiano dell'epoca (Dart Fener e non Darth Vader, Leila e non Leia, Ian Solo e non Han e via discorrendo). Abbiamo così cercato di catturare il senso di meraviglia e sorpresa di chi ha avuto la fortuna di vedere per la prima volta questi leggendari film in sala, al momento della loro uscita. Chi scrive, questa fortuna, l'ha avuta. Speriamo che giocare con noi vi piaccia!

Episodio VI

Non si ha ancora avuto il tempo di riprendersi dalla sconvolgente rivelazione finale de L'Impero colpisce ancora - tra anni non sono poi tanti, per digerire l'idea che il perfido Dart Fener sia in realtà il padre dell'eroe Luke - che già arriva il momento di ritrovare i nostri eroi per quello che potrebbe essere il capitolo conclusivo della saga di Guerre Stellari, iniziata da George Lucas nel 1977. Questo è il ‘Capitolo VI'. Il crawl iniziale in giallo con le scritte che si allontanano nello spazio parla chiaro. Ancora però, non c'è traccia dei primi capitoli ‘perduti', né in forma filmica, né di romanzo o fumetto, o altro. Alcune pubblicazioni americane hanno ripreso infatti la saga divertendosi a immaginare le gesta dei personaggi ma dopo la visione dello scorso film, e più ancora di questo, appare evidente che sono stati scritti senza avere in testa il piano generale, perché alcuni elementi, senza rovinare la sorpresa a nessuno, proprio non coincidono. Poco male, ‘Star Wars', come lo chiamano in America, è universo in crescita e in continua espansione. Ormai i nostri negozi di giocattoli sono pieni di miniature raffiguranti i personaggi della saga e tutto questo non può che creare grandi aspettative per questo terzo/sesto capitolo, che inizia con toni ‘oscuri' così come si chiudeva il precedente, ma prosegue in maniera decisamente più leggera e anche più adatta alle famiglie rispetto all'ultimo capitolo: ci sono sì i mostri spaziali - spettacolare in particolare la tecnica di animazione di alcuni personaggi come l'orripilante cacciatore di taglie Jabba De' Hutt, solo nominato nei capitoli precedenti e ora finalmente visibile in tutta la sua spaventosa vermosità, ma anche i molti ‘scagnozzi' che fanno parte della sua corte e il colossale Rancor, un mostro gigantesco con cui Luke si scontra all'inizio del film - ma anche dei buffi orsacchiotti chiamati Ewok in grado di organizzare con archi e frecce una battaglia contro le forze imperiali tutta da ridere, sulla luna di Endor. Forse si eccede un po', in questo senso, e non mancano le situazioni sopra le righe. I papà, invece, ricorderanno in particolare la mise sexy della Principessa Leila/Carrie Fisher, che lascia vedere molto del suo fisico minuto ma piacente e proporzionato, nel momento in cui si trova imprigionata e resa schiava proprio alla corte di Jabba.

Meno dark, più 'action'

Luke è ormai prossimo a diventare un Jedi maturo, crescita rappresentata simbolicamente dal cambio di abbigliamento - dal nero al bianco - e dal portamento dell'attore Mark Hamill, forse non il massimo in termini di espressività ma ormai perfettamente a suo agio e calato nel personaggio. Nel film ci sono alcune rivelazioni rilevanti, anche se non sconcertanti come quelle che abbiamo visto in passato. Ne riveleremo solo alcune, perché fanno da presupposto alla costruzione dell'avventura: Ian Solo non è morto e Lando Calrissian non è destinato a sostituirlo come il finale de L'Impero... lasciava presagire. La scena d'apertura del film - che comprende anche una spettacolare battaglia sull'orlo di un pozzo organico profondissimo, chiamato Sarlaac, in grado di digerire in pochissimo tempo chi ci cade dentro - è costituita proprio dalla ‘quest' per andare a recuperarlo. La corte di Jabba è una visione lisergica con alieni tentacolati, musica, ragazze verdi che ballano. Ormai è chiaro che nella saga acquisiscono rilevanza anche personaggi secondari, che magari fanno una semplice apparizione nei film ma vivono di seconde e terze giovinezze se implasticati nella forma di una action-figure. Come ad esempio Boba Fett, per cui molti sono impazziti già a partire dalla sua breve apparizione nell'Episodio V (preceduta da un breve cartone animato trasmesso in America nel corso di uno special natalizio).

Vendette e Ritorni

Per il resto tacciamo: diciamo solo che il triangolo amoroso tra Ian, Luke e Leila troverà qui la sua risoluzione, così come il rapporto conflittuale tra Luke e suo padre, assoggettato al potere dell'Imperatore Palpatine (qui interpretato dall'attore Ian McDiarmid, mentre nel film precedente faceva una fugace apparizione su uno schermo, con un volto sfigurato ottenuto mescolando l'immagine di un'anziana signora e quella di una scimmia). La parte finale del film rende nuovamente alla saga toni epici e drammatici.

Da un lato c'è l'assalto alla Nuova Morte Nera che l'Impero sta costruendo dopo la distruzione della prima (molto suggestive le inquadrature della nuova struttura, sospesa nello spazio e in parte ancora vuota e scheletrica), dall'altra il confronto diretto tra Luke e Fener, a colpi di spada laser, ma anche di persuasione, dato che ciascuno cerca di trascinare l'altro dal suo lato della Forza. Non riveliamo, naturalmente, nemmeno il finale. Ci limitiamo a mettere in luce una curiosità: nel materiale pubblicitario il film era stato inizialmente titolato ‘La vendetta dello Jedi', ma poi il nome è stato modificato. Probabilmente, devono aver pensato che il termine ‘vendetta' non si addicesse a un nobile cavaliere Jedi, e questo basti a stuzzicare la vostra fantasia su come la faccenda intera si possa andare a concludere.

Tecnicamente

L'aspetto prettamente registico è forse quello meno rimarchevole di tutto il film. Non che Richard Marquand non sappia come gestire attori e inquadrature, lo fa con mestiere e anche con un certo gusto - ad esempio nella sequenza vertiginosa dell'inseguimento nei boschi - ma non ha il guizzo visionario di Lucas (che comunque supervisiona tutta la filiera), né la mano grezza ma potente di Irvin Kershner, scegliendo spesso soluzioni efficaci ma un po' di maniera. Il ritorno dello Jedi è il primo film a fregiarsi del marchio THX per quanto riguarda l'impianto sonoro, una speciale certificazione ideata proprio dalla Lucasfilm, così come Guerre Stellari era il primo ad utilizzare il Dolby Surround. Peccato che le sale italiane non siano attrezzate per godere di questo genere di meraviglie.

Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi Se vi sono piaciuti gli altri due episodi, non avrete grossi motivi per non apprezzare anche questo. I nodi vengono al pettine, le trame vengono concluse, forse viene meno il fattore sorpresa e anche la carica innovativa a livello visivo ormai è cosa nota. Non si resta più a bocca aperta ma il film guadagna in ritmo e si adatta, con toni meno cupi rispetto al predecessore, anche al vasto pubblico delle famiglie. Un po’ sopra le righe alcune sequenze. Colpi di scena sempre presenti ma meno forti che in precedenza, ma il divertimento tiene fino alla fine. Speriamo di non dover attendere troppo per vedere i tre fantomatici primi capitoli.

7

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