Recensione Spring Breakers

"Scandalo" a Venezia col nuovo film di Harmony Korine

Recensione Spring Breakers
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Sono in quattro, sono bellissime, sono sensuali e, se dovesse occorrere, sanno essere anche spregiudicate, spietate e convinte del fatto che non bisogna avere paura di niente.
Vanessa Hudgens la conosciamo tutti per essere stata nel cast di High school musical (2006); Selena Gomez - protagonista di Ramona e Beezus (2010) e Monte Carlo (2011) - è nota soprattutto per aver preso parte a diverse serie televisive indirizzate al pubblico dei ragazzi (citiamo soltanto la disneyana Hannah Montana); Ashley Benson è stata interprete di Ragazze nel pallone-Pronte a vincere (2007) e del telefilm Pretty little liars; Rachel Korine, invece, è la moglie del californiano classe 1973 Harmony Korine, il quale, regista del discusso, assurdo Gummo (1997), ha deciso di radunarle tutte e quattro all’interno di una pellicola destinata a rientrare nel filone cinematografico delle bad girls, comprendente, tra gli altri, Bitch slap-Le superdotate (2009) di Rick Jacobson e, addirittura, il nostro Un gioco da ragazze (2008) di Matteo Rovere.
Una pellicola che, senza ombra di dubbio, è destinata a farvi dimenticare i “puliti” e rassicuranti personaggi che, fino a oggi, le ragazze hanno provveduto a incarnare sul piccolo e grande schermo.

Giovani, Korine e disoccupate

Infatti, la Hudgens è Candy, la Gomez è Faith, la Benson è Brit e la Korine è Cotty, quattro studentesse in cerca del denaro necessario per poter trascorrere le loro scatenate vacanze di primavera in Florida.
Denaro che ottengono grazie a una rapina all’interno di un fast food, per poi darsi alla pazza gioia in uno scatenato party tempestato di alcool e droga; in seguito al quale, però, finiscono nelle mani della giustizia e, di conseguenza, arrestate per detenzione di sostanze stupefacenti.
Ma, ubriache e con addosso soltanto il bikini, vengono rilasciate grazie alla cauzione pagata da Alien, criminale del posto dal cuore tenero che, con le fattezze di James127 oreFranco, le prende sotto la sua protezione e fa vivere loro la indimenticabile vacanza di primavera che cercavano. Anche se non tutte decidono di rimanere della partita.

Piccole donne crescono... male!

E, senza perdere tempo, si comincia immediatamente, su una spiaggia assolata, con tette (e silicone) al vento e porno-analogie rappresentate, tra l’altro, da sexy fanciulle in costume impegnate a succhiare gelati.
Da qui, come già accennato, passiamo alle protagoniste che, quando non impegnate nella preghiera, si mostrano sboccate, propense alla violenza e amanti di tutto ciò che sia peccaminoso e trasgressivo.
Ma, se le situazioni movimentate non mancano di risultare quasi sempre assordanti, tanto da sembrare dirette veramente sotto l’effetto di allucinogeni, quelle di dialogo si rivelano non poco soporifere, man mano che si procede in mezzo a slinguazzate assortite e rapporti a tre consumati in piscina.
Senza dimenticare Franco alle prese sia con l’esecuzione al piano di un successo di Britney Spears (!!!) che con una fellatio praticata alla canna di una pistola, proprio come fece la giovane Daniela Poggi nel nazi-movie di Cesare Canevari L’ultima orgia del Terzo reich (1977).
Al servizio di una pessima sceneggiatura - a firma dello stesso regista - che, magari, intenderebbe far apparire il tutto in qualità di spaccato dei tristi tempi che corrono in chiave di favola nera; finendo, invece, soltanto per “regalare” una sconclusionata operazione su celluloide che vorrebbe shockare fotogramma dopo fotogramma, ma che, oltre a non riuscirci, non arriva in alcun modo a far capire dove voglia andare a parare.
Con ritmi narrativi degni di certi straight to video di serie C che, dalle nostre parti, pare non arrivino quasi più neppure distribuiti direttamente su supporto dvd.

Spring Breakers - Una vacanza da sballo La formula è, da sempre, una delle più semplici sfruttate dal variegato universo delle immagini in movimento: prendere quattro giovani attrici - meglio ancora se il loro background è legato all’intrattenimento “pulito” per giovanissimi - e renderle disinibite, sboccate e violente come mai le si era viste prima, in modo da invitare pubblico e critica a gridare allo scandalo e ad attirare attenzione nei confronti della pellicola in questione. Ma, al di là della lodevole prova di James Franco, impegnato a regalare la figura di un grottesco criminale dal cuore tenero, allo scandalo si potrebbe gridare soltanto a causa della tutt’altro che apprezzabile fattura dell’operazione. Infatti, non si procede altro che in mezzo a droga, alcool, scene di sesso e cadaveri sparsi, mentre la noia regna sovrana (nonostante si tratti di uno spettacolo di soli novanta minuti circa) e risulta praticamente impossibile stabilire quale voglia essere la morale dell’insieme. Magari, queste attricette desiderose di scrollarsi di dosso il loro status di idoli degli under 14, farebbero bene a scegliere meglio il modo in cui perdere la propria “verginità da schermo”.

4

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