Spider-Man Across the Spider-Verse Recensione: un sequel incredibile

Sony Pictures Animation propone un sequel di Un nuovo universo ancora più ambizioso, che alza gli standard dell'animazione.

Spider-Man Across the Spider-Verse Recensione: un sequel incredibile
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In Spider-Man: Un nuovo universo c'è una scena in cui Mary Jane, ricordando il defunto Peter Parker di Terra-1610, dice che chiunque può essere Spider-Man. E, sempre nello stesso film, il personaggio di Peter B. Parker di Terra-616B dice al giovane Miles Morales che non lo sai quando sei pronto davvero per crescere. Ma che succede all'improvviso, perché è un atto di fede. Il glorioso film d'animazione del 2018 ci regalava probabilmente il miglior Spider-Film di sempre insieme all'indimenticato cinecomic dei primi Duemila di Sam Raimi perché imbastiva un racconto di formazione emozionante e delicato in un contesto di supereroi e nella cornice mozzafiato di un'animazione senza precedenti. Era mai possibile, dunque, realizzare qualcosa di superiore?

La risposta ce la dà Spider-Man: Across the Spider-Verse. Un sequel che non alza semplicemente l'asticella, ma la spara ad alta quota con ambizioni ben maggiori del suo predecessore. Anzitutto perché si tratta solo della prima parte di una storia più grande, che terminerà in un terzo atto intitolato Beyond the Spider-Verse. E soprattutto perché, ed è incredibile a dirsi, segna nuovi e più importanti standard nel cinema d'animazione, con una costruzione visiva che fa impallidire persino l'eccellente Into the Spider-Verse (siete sempre in tempo a lanciare la vostra ragnatela verso la nostra recensione di Spider-Man Un nuovo universo).

Da grandi poteri

Guardare Across the Spider-Verse, soprattutto a stretto giro dopo aver visto o rivisto Un nuovo universo, è abbastanza particolare, perché il sequel diretto da Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson prende una direzione quasi opposta rispetto al primo atto della saga, pur essendone un seguito diretto.

Se la precedente avventura cinematografica di Miles Morales era caratterizzata da un ritmo narrativo molto serrato e da una narrazione concisa, l'intera operazione imbastita da Across the Spider-Verse cambia completamente tono e approccio nella scrittura. Al punto che l'intera sequenza iniziale del film, che dura venti minuti abbondanti, non si rivela altro che il prologo che anticipa i titoli di testa. D'altronde, in previsione di un'avventura spezzata in due film differenti, c'era quasi da aspettarselo. Eppure si rimane quasi straniati, inizialmente, dalla cadenza compassata della storia, bipartita in due principali storyline: da una parte quella di Spider-Gwen, sulla quale il film focalizza persino un bellissimo riassunto per raccontarne le origini con più esaustività. Inoltre le sue azioni innescano praticamente tutta la vicenda. Dall'altra abbiamo Miles. Poco più di un anno dopo la battaglia che lo ha visto diventare il nuovo Uomo Ragno di Brooklyn, è ora alle prese con i più classici dei superproblemi: bilanciare la sua vita da vigilante con quella privata, che però è rimasta orfana di legami ad eccezione dei suoi genitori, con i quali vive un rapporto decisamente contraddittorio.

Ed è proprio questa una delle conquiste tematiche più belle della pellicola: un profondo conflitto generazionale che parla a tutti, genitori e figli, perché il senso del viaggio compiuto da Miles volge alla scoperta di chi siamo veramente e di qual è il nostro posto in un mondo che vuole imporci a tutti i costi il nostro destino. E il giovane Morales lo impara come individuo schiacciato dalle aspettative della famiglia e in veste di eroe, in un racconto che riflette con grande lucidità sulla figura di Spider-Man in quanto icona. Perché essere Uomo Ragno, che tu sia Peter Parker, Gwen Stacy o Miguel O'Hara, significa scontrarsi con le conseguenze delle proprie azioni, con il dolore della perdita e con il peso insopportabile delle responsabilità.

E questo la Spidersociety, un'alleanza segreta che vigila sull'andamento del continuum spazio-dimensionale, sembra imporlo con la forza all'infinitesimale numero di individui legati all'ingombrante tela del fato intessuta tra le maglie del Ragnoverso. Una legge a cui Miles decide di non sottostare, quando i suoi colleghi ragneschi lo coinvolgono in una battaglia per fermare La Macchia, parodistico villain vittima degli eventi intenzionato a scombussolare gli universi proprio a partire da quello di Miles.

Derivano grandi responsabilità

Across the Spider-Verse è un film molto lungo che, come già accennato, si prende tutto il tempo necessario per imbastire una storia stracolma di risvolti e colpi di scena. Un progetto ambizioso e delicato quello di Sony Pictures Animation, che consegna al pubblico persino un finale apertissimo sul filo del cliffhanger, ma che in circa due ore e venti di durata imbastisce un'epopea supereroistica memorabile e folle, intrisa di un sagace umorismo che grida fanservice da ogni poro. C'è da divertirsi, ad esempio, nel riconoscere gran parte degli Spider-Men che compaiono su schermo, o nell'individuare cameo e citazioni inaspettati e sorprendenti (scoprite quanti sono gli Spider-Man di Across the Spider-Verse).

In questo, Spider-Man: Across the Spider-Verse è un inno mozzafiato al Ragnoverso, e ad oggi rappresenta il più intelligente e riuscito omaggio all'intero franchise dell'arrampicamuri. Forse non tutti i personaggi coinvolti nella vicenda riescono a lasciare il segno: ci si aspettava qualcosa in più dal Ragno Scarlatto di Ben Reilly, per quanto il suo impiego riesca a strappare più di qualche sorriso a chi ne conosce i trascorsi editoriali, mentre il ruolo affidato al cupo Spidey 2099 di Miguel O'Hara necessiterà di essere esplorato ulteriormente nel terzo capitolo per arrivare al totale ed esaustivo compimento del suo arco narrativo.

Ecco, diciamo che forse il più grande dubbio riguarda proprio il futuro di questo franchise, con una storia pensata esplicitamente per essere serializzata e portata avanti. Perché, seppure Sony abbia dichiarato che questa saga filmica di Morales giungerà a conclusione con Beyond the Spider-Verse, appare francamente impossibile che un rinnovato successo non porti all'esigenza commerciale di spremere ulteriormente una gallina dalle uova d'oro come questa.

Tornando al film, C'è da aggiungere che anche la colonna sonora risulterà un po' meno incisiva rispetto a quella di Un nuovo universo (che contava al suo interno su brani decisamente memorabili ed iconici). Si tratta comunque di una serie di piccoli difetti che vengono adombrati da una direzione artistica che annichilisce quella del primo film, portando su vette completamente nuove le intuizioni creative che avevano sancito il successo di Into the Spider-Verse. L'idea di un ibrido tra un quadro di pop-art e di un fumetto in movimento esplodono in 140 minuti di pura maestosità visiva.

Un turbinio di colori e stili differenti che si amalgamano in un'opera che innova ancora una volta il cinema d'animazione: è un film corale anche per quanto concerne l'impalcatura estetica, perché riesce a collegare con efficacia i tanti e differenti approcci artistici di ciascun universo rappresentato nel film, peraltro omaggiando ottimamente le rispettive Run fumettistiche che hanno ispirato i vari personaggi. La cornice underground (e più classica) in cui si svolgono le avventure di Miles ben si affianca ai meravigliosi fondali color pastello di Terra-65, il mondo di Spider-Gwen, ma anche ai cromatismi iper-psichedelici della Terra50101 di Patir Prabhakar e alle architetture futuristiche dell'universo di Spider-Man 2099.

Al di là dell'impatto scenico, la regia di Across the Spider-Verse guarda al grande cinema anche per quanto concerne l'intelaiatura action e la pienezza delle inquadrature. Tra frame talmente belli da togliere il fiato - che immortalano momenti degni delle migliori splash page fumettistiche - o sequenze di combattimenti e inseguimenti tanto folli quanto lucidi e leggibili nella messinscena, ci si trova di fronte alle migliori battaglie che la filmografia di Spider-Man abbia mai portato su schermo, in una pellicola che in definitiva è nuovamente pronta a fare la storia.

Spider-Man: Across the Spider-Verse Con Spider-Man: Across the Spider-Verse continua la scia di successo dei progetti animati in collaborazione tra Marvel e Sony Pictures: il sequel di Into the Spider-Verse è un altro capolavoro, più ambizioso e spettacolare del suo predecessore. Un film che alza non poco l’asticella dei cinecomic persino oltre il panorama dell’animazione, perché il Multiverso secondo Miles Morales rappresenta un’emozionante giostra tematica su chi siamo davvero e sullo spezzare le catene del destino. Non di meno, Across The Spider-Verse è un inno incredibile alla figura dell’Uomo Ragno in quanto icona e portatrice di valori e un omaggio intelligente all’intero franchise dell’arrampicamuri. Un ritmo palesemente asservito alla serializzazione del racconto, un comparto musicale meno incisivo di quello del 2018 e uno spazio inevitabilmente ridotto per i personaggi più superflui sono difetti che vengono annichiliti di fronte alla potenza scenica di un film meraviglioso, nuova pietra miliare per il linguaggio dell’animazione.

9.5

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