Spenser Confidential, la recensione del film Netflix con Mark Wahlberg

Peter Berg e Mark Wahlberg festeggiano la loro quinta collaborazione con un thriller d'azione tratto dai romanzi di Robert B. Parker.

Spenser Confidential, la recensione del film Netflix con Mark Wahlberg
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Dopo Jack Reacher di Lee Child o il Jack Ryan di Tom Clancy, era solo questione di tempo prima che uno dei colossi dello streaming mirasse a un nuovo eroe poliziotto o militare. È così che Netflix ha puntato il dito sul celebre personaggio di Robert B. Parker poi ereditato da Ace Atkins, l'ex-pugile poi ex-poliziotto Spenser, divenuto detective privato nella sua amata Boston. A vestire i panni del protagonista nel film scritto da Brian Helgeland (Legend, The Bourne Supremacy) e diretto da Peter Berg è Mark Wahlberg, ormai feticcio del regista che qui confeziona con lui la sua quinta collaborazione consecutiva, anche se un po' diversa dai precedenti Lone Survivor, Deepwater Horizon o Boston - Caccia all'Uomo.

Al centro del racconto c'è appunto Spenser, finito in carcere per cinque anni a causa di uno scontro con il capo della polizia della città, Boylan (Michael Gaston), e finalmente libero. Viene ospitato a casa del suo allenatore di pugilato, Henry Cimoli (Alan Arkin), e vorrebbe prendere al più presto la licenza da camionista e partire verso l'Arizona senza guardarsi indietro, eppure il suo senso di giustizia e alcuni conti in sospeso glielo impediscono. Quando Boylan viene ucciso brutalmente e per il suo omicidio viene accusato un suo ex-compagno di corso, ritrovato anche lui morto, Spenser decide di venire a capo della questione e dimostrare l'innocenza di un brav'uomo finito nelle maglie della corruzione di polizia e politici, mettendosi sulle tracce dei veri responsabili come detective privato aiutato da Henry e dal suo gigantesco coinquilino, Hawk (Winston Duke).

I segreti di una città

Siamo lontani dalla poetica patriottica ed eroica del Berg della seconda ora e più vicini ai climi scanzonati del Tesoro dell'Amazzonia o di Hancock. Spenser Confidential non è però una commedia poliziesca a tutto tondo né un buddy movie come lo erano Arma Letale o Bad Boys, che sfiora però paurosamente soprattutto verso la fine. È un thriller con una trama non particolarmente intricata e non troppo propenso a scene d'azione esagerate o spettacolari, è invece più interessato a scavare al cuore del personaggio e di conseguenza del mondo che lo circonda. Prende le origini del detective privato creato da Parker e le adatta più o meno fedelmente in un film che sa divertire e intrattenere mediamente bene, senza particolari guizzi stilistici o chissà quali virtuosismi scenici.
Diciamo anche che l'obiettivo di Hengeland e Berg non è quello di impressionare lo spettatore ma quello di trasporre coerentemente nucleo tematico dei romanzi e psicologia del personaggio in un lungometraggio discretamente riuscito, che lavora bene con i tempi delle rivelazioni e con le dinamiche relazionali di Spenser, Henry e Hawk.

Il film lo fanno praticamente loro: l'indomito coraggio e la sfacciataggine del protagonista di Wahlberg, il sarcasmo e l'intelligenza del co-protagonista interpretato da Winston Duke e i consigli e l'aiuto della spalla e mentore di Arkin. Ruota tutto intorno a questa stramba famiglia, in cui rientra anche l'ex-compagna di Spenser, l'esagitata Cissy, mentre al di fuori del loro rapporto c'è un'intera città stretta nella morsa degli Oscuri, un gruppo segreto che comanda forze di sicurezza e governative per conseguire dei loschi affari sulle spalle dei cittadini di Boston, accumulando cadaveri su cadaveri con cinico disinteresse.

Berg sviluppa il suo Spenser Confidential con particolare amore verso i personaggi ma senza altrettanta spinta creativa, lasciando lavorare bene in molti punti la sceneggiatura di Hengeland (azzeccato il plot twist a metà film) ma guardando quasi con disinteresse alle storture ritmiche e narrative presenti, che se sistemate avrebbero provveduto a migliorare la bontà contenutistica ed estetica del film.
Avendo avuto totale - o quasi - controllo creativo sotto l'egida di Netflix, questo problema ricade quasi completamente sulle sue spalle. Male ma non troppo, dato che alla fine Spenser Confidential ci saluta con particolare grinta, un montaggio e una cattiveria finalmente più decisi, quasi promettendoci un ritorno nello sguardo finale del protagonista, che ci auguriamo possibile.

Spenser Confidential La quinta collaborazione consecutiva tra Peter Berg e Mark Wahlberg si rivela un thriller poliziesco mediamente riuscito ma senza particolari guizzi stilistici o narrativi, fiacco dal punto di vista dell'azione ma riuscito nelle dinamiche tra i vari protagonisti. Spenser Confidential è un prodotto dell'algoritmo di Netflix diretto da un regista bloccato a lungo, negli ultimi anni, in tematiche eroiche e patriottiche in cui a quanto pare risulta essere più ferrato. Qui prova a riavvicinarsi ai climi scanzonati de Il Tesoro dell'Amazzonia o di Hanckock (dove c'era comunque del dramma) senza però riuscire in pieno a contenere gli errori di ritmo e sviluppo della sceneggiatura di Brian Hengeland e rendere piena giustizia al personaggio di Robert B. Parker, almeno non in termini cinematografici. Da vedere in un pomeriggio o in una serata senza troppe pretese, sperando in un sequel (o chissà, una serie televisiva) più ricca e saporita.

6

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