Recensione Specie mortale

Ben Kingsley, Alfred Molina, Michael Madsen e Forest Whitaker danno la caccia alle letale e bellissima aliena Natasha Henstridge in Specie mortale, b-movie sci-fi cult degli anni '90.

Recensione Specie mortale
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Il SETI ha ricevuto un messaggio dagli alieni contenente il modo di ottenere una forma di energia illimitata. Insieme all'importante missiva è stata spedita sulla Terra anche una particolare sequenza di DNA, che gli scienziati combinano con quello umano dando vita ad un ibrido, una bambina chiamata Sil la cui crescita viaggia a livelli incredibili. Quando Xavier Fitch, l'uomo a capo del progetto, comprende come la (ormai) ragazzina sia un potenziale pericolo per l'umanità decide di ucciderla usando del cianuro. Sil però riesce a fuggire cominciando a seminare morte intorno a lei, in particolare dopo la trasformazione evolutiva in una splendida donna. Il governo organizza allora una squadra per darle la caccia, formata dallo stesso Fitch, dalla scienziata Laura Baker, dall'antropologo Stephen Arden, dal sensitivo Dan Smithson e dal "cacciatore di taglie" Press Lennox. Il team capisce ben presto che la loro missione è però più ardua del previsto e il terrore che Sil cerchi di farsi ingravidare dando vita ad una nuova progenie umano / aliena si fa sempre più tangibile.

Species

Un piccolo cult di pubblico, tanto da incassare worldwide quasi 200 milioni di dollari e dare il via a tre sequel (uno per il grande schermo e due direct-to-video). Specie mortale era anche uno dei titoli maggiormente replicati nelle serate televisive nostrane della fine anni '90, a dispetto di produzioni obiettivamente ben più riuscite. Semplice però comprendere il successo di questo b-movie dallo stile abbastanza classico e privo di guizzi ma dagli alti livelli produttivi e di casting: la presenza della splendida modella Natasha Henstridge, al suo esordio su grande schermo, e il nome, ormai quasi mitologico dopo Alien, del compianto H.R. Giger come concept artist delle creature aliene hanno attirato diverse varietà di spettatori. Roger Donaldson, buon artigiano di genere e regista di altri titoli sbanca botteghino come Cocktail (1988) e Dante's Peak - La furia della montagna (1997), fa il minimo indispensabile in un horror / sci-fi molto terreno che spaventa poco e regala qualche dose di piacevole splatter nelle sequenze di trasformazione di Sil (la cui versione "giovane" ha il volto di una Michelle Williams pre Dawson's Creek), trovando nella mezzora finale la giusta escalation di sano divertimento vagamente trash oriented, dove i cacciatori diventano le prede. La trama è purtroppo alquanto approssimativa e concede furbescamente grande spazio alle scene di carattere sessuale, dove l'erotismo della bionda protagonista solletica assai gli appetiti maschili; grossolane sono anche le caratterizzazioni dei diversi protagonisti ed è un gran peccato aver sprecato il talento di interpreti di lusso come Ben Kingsley, Michael Madsen, Alfred Molina e Forest Whitaker.

Specie mortale B-movie dal budget e dalle maestrie più elevati della media, ibrido, come la sua protagonista, tra horror e sci-fi, Specie mortale deve il suo grande successo alle sinuose grazie di Natasha Henstridge e alle creature (realizzate con discreti effetti speciali) dal guru H.R. Giger. Ci si diverte quanto basta ma sono comunque ben evidenti i difetti di sceneggiatura e di messa in scena, con un regista che non bada troppo al sodo e un cast accattivante ma svogliato nei panni di figure monodimensionali. C'è di peggio, ma anche di molto meglio.

5.5

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