Recensione Space Dogs 3D

La corsa allo spazio è sempre un argomento interessante da portare al cinema: al di là della fantascienza, infatti, anche solo narrare le gesta di astronauti in un contesto realistico è capace di appassionare il pubblico, da sempre affascinato da questi eroi dello spazio.
Nel 2010 esce, in Unione Sovietica, il primo film d'animazione autoctono realizzato in 3D: Belka i Strelka. Zvezdnye sobaki (Belka e Strelka: Cani delle stelle), ispirato ad una storia vera, quella dei due cani Scoiattolo e Freccia, primi esseri viventi lanciati in orbita dopo la loro consimile Laika.
Una storia di grande orgoglio per la Madre Russia, che festeggiò la missione come un successo e portò alla gloria i due cagnetti alla stregua di veri e propri eroi nazionali. Uno dei cuccioli dati in seguito alla luce da Strelka fu donato da Khrushchev alla figlia di J.F. Kennedy, Caroline, che a sua volta “mise su famiglia” con uno dei cani della piccola Kennedy, Charlie. Ma questa è un'altra storia. La storia di Belka e Strelka, invece, comincia così...

Cani nello spazio...

La cagnetta Belka è una star del circo di Mosca, idolo dei bambini quando sfida la gravità a bordo del suo primitivo razzo. Ma un giorno sbaglierà traiettoria e finirà lontana da casa: l'aiuto dell'inizialmente riluttante Strelka le sarà fondamentale per riconquistare fiducia in sé stessa e nelle sue possibilità. Nel frattempo, le due cagnoline verranno scelte come possibili candidate, insieme al simpatico topolino Venya, per una missione spaziale di importanza storica, sotto la supervisione del severo istruttore canino Kazbek.

...tecnica terra terra.

Realizzato in occasione del cinquantesimo anniversario del volo spaziale di Belka e Strelka, il film ha riscosso un grande successo in patria, forte di un certo nazionalismo di fondo della pellicola, che tuttavia non risulta certo di “propaganda”.
Purtroppo, l'appeal di un prodotto simile, fuori dai confini dell'est europeo, si riduce drasticamente: la storia delle due eroiche cagnette è da noi pressoché sconosciuta, e anche il film in sé non è propagandato, sul nostro mercato, come tratto da una storia vera.
Questo sarebbe comunque un problema minimo, se il prodotto si rivelasse di buona fattura: così, purtroppo, non è.
La storia è semplicistica, piena di buchi narrativi e scene apparentemente buttate nel mucchio senza una coerenza logica: non c'è un vero percorso, e per un buon 70% del film i personaggi blaterano, protagonisti di gag poco ispirate, senza che siano mai posti davanti ad un vero obiettivo.
Altrettanto deficitario il lato tecnico, con un effetto stereoscopico pressoché inesistente (e fin qui, purtroppo, siamo nella media di tanti altri film d'animazione usciti ultimamente) ma soprattutto con una pochezza grafica disarmante. È chiaro che lo studio d'animazione che ha curato il film non abbia gli stessi mezzi che possono sfoggiare Dreamworks o Pixar, ma quando anche produzioni italiane come Winx Club 3D - Magica avventura e Cuccioli: il codice di Marco Polo risultano decisamente superiori da un punto di vista tecnico, qualche dubbia sulla riuscita dell'operazione è inevitabile che sorga. Si va da texture spoglie e poco definite a banali errori nella fisica dei movimenti dei personaggi, con un risultato finale accostabile, forse, a prodotti di dieci anni fa.
Insomma, anche se i russi sono arrivati nello spazio per primi, per quanto riguarda la CG hanno ancora parecchia strada da fare.