Recensione Sp1ral

Orazio Guarino porta al cinema con Sp1ral le annose tematiche della depressione e dei traumi infantili, in un'opera intensa ma al contempo blanda, nel suo non riuscire a coinvolgere lo spettatore.

Recensione Sp1ral
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I fantasmi del passato non vanno mai via, a quanto pare: stanno sempre accanto a noi. Ne sa qualcosa Matteo, regista quarantenne che vive e lavora a New York, e si ritrova al paesino dei suoi genitori, in Italia, in riva al mare, solo in occasione della morte del padre, per sbrigare le faccende burocratiche legate all'eredità. I luoghi che rifuggeva da tanto tempo tornano alla memoria e si fanno non più passato ma presente, esibendo a Matteo la summa e il conto di tutte le sofferenze passate e dei grandi traumi infantili che ha vissuto in famiglia, vittima di due genitori sconfitti dalla vita e che non hanno saputo proteggere il proprio figlio dai loro stessi sbagli, per impedirgli di ripeterli a sua volta. Perché la vita, in fondo, può essere una dannata sp1rale, che lo si voglia o meno.

Vermi sporchi di sangue

Il giovane (classe '81) Orazio Guarino, per la sua nuova opera Sp1ral, sceglie la tematica della depressione e dei traumi infantili: quelli da cui non si riesce a scappare neanche mettendo un oceano fra se stessi, i luoghi e le persone. Quelli per cui psicologi, farmaci e supporto morale e confessionale degli altri poco o nulla possono. Matteo (un intenso Marco Cocci) è un uomo intelligente ma internamente distrutto, sofferente, artista puro e autoreferenziale, fulcro di un film di cui è protagonista assoluto. Guarino ci rende partecipi, senza sconti, del suo malessere esistenziale, delle sue cause, dei suoi scoppi violenti e tristemente consapevoli. Purtroppo, però, nonostante le tematiche siano sentite e affrontate con la giusta intensità, la pellicola fatica a decollare delineando un vero percorso: la spirale alla base del tutto è piuttosto scontata, per non dire noiosa, e l'accesa verbosità messa in bocca ai personaggi gira per lo più a vuoto.

Sp1ral Sp1ral è una dignitosissima prova dal lato tecnico ma lascia piuttosto freddi dal punto di vista emozionale, nonostante il materiale di partenza: sarà la recitazione di livello altalenante, o i dialoghi poco ispirati, ma non si riesce mai ad entrare davvero in sintonia col protagonista, unica figura sfaccettata dell'insieme, che aveva buone potenzialità ma rischia purtroppo di far sbadigliare i suoi spettatori, a dispetto delle importanti tematiche di fondo.

5.5

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