Recensione Soundtrack

Enrico Oldoini co-sceneggia il primo lungometraggio cinematografico di Francesca Marra, thriller a tinte erotiche che, con protagonisti Vincenzo Amato e Andrea Osvárt, fa della gelosia il suo ingrediente principale.

Recensione Soundtrack
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La sua carriera nell'ambito dello spettacolo è iniziata nei primi anni Novanta, quando lavorò come assistente alla regia nella soap Edera e in lungometraggi cinematografici quali La piccola apocalisse di Costa Gavras e Dellamorte Dellamore di Michele Soavi, ma è soltanto dalla metà del primo decennio del XXI secolo che è passata dietro la camera per dedicarsi a fiction televisive quali Capri, Un coccodrillo per amico e Il restauratore.
Tutte esperienze che le hanno consentito di prepararsi per il passaggio al grande schermo con Soundtrack, sceneggiato insieme all'Enrico Oldoini - autore di Yuppies 2, Vacanze di Natale '90 e I mostri oggi - di cui è stata più volte aiuto e a proposito del quale precisa: "Questo film nasce dal desiderio di raccontare quanto sia difficile conoscere quello che succede nell'animo di coloro che ci vivono accanto. Quanto sembri a volte impossibile parlare, anche con la persona che ami. Quanto sia duro conoscere le proprie fragilità. Volevo raccontare della distrazione che, a volte, mettiamo nei rapporti. E Inoltre, volevo raccontare della poca attenzione che usiamo anche nei nostri confronti, di quanto riusciamo a sottovalutare e a non ascoltare le nostre paure, le nostre angosce, le nostre insicurezze. Le lasciamo lì, a crescere, maturare e marcire, finché non si trasformano in qualche cosa che non controlliamo più, dei mostri che siamo incapaci di contenere".

L'Amato geloso

Un thriller a tinte erotiche di cui è protagonista la Andrea Osvárt di Un matrimonio da favola nei panni (pochi) dell'attrice emergente Linda, la quale, insieme a Paolo alias Vincenzo"Vinodentro"Amato, tecnico del suono, si trasferisce in un piccolo paese dove inizia le prove di uno spettacolo teatrale incentrato su un rapporto di coppia ambiguo e morboso.
Paese in cui, con il passare dei giorni, realtà e finzione cominciano a mescolarsi per lui, che non tarda a scoprirsi geloso nei confronti della donna fino ad esserne ossessionato e a rendere giustizia al sottotitolo posto sulla locandina del film: "Ti spio ti guardo ti ascolto".
Perché, incapace di dare voce ai propri fantasmi, non esita a varcare i confini del lecito fino ad arrivare ad un punto di non ritorno; man mano che in scena troviamo, tra gli altri, il Giorgio Lupano di 11 Settembre 1683 e la Valentina Lodovini aggiudicatasi il David di Donatello come attrice non protagonista per la sua performance in Benvenuti al Sud di Luca Miniero.
E, se nelle sequenze che si svolgono in esterni è soprattutto l'imponenza delle scenografie rurali a rendere affascinanti le immagini, in quelle ambientate in esterni sono i contrasti generati dalla fotografia di Roberto De Nigris a garantire la cupa atmosfera necessaria.
Ma non è sufficiente la lodevole cura estetica ad evitare il tenore decisamente televisivo dell'operazione, che, non priva di spargimenti di liquido rosso nel corso della sua fase conclusiva, appare ulteriormente penalizzata dalle non sempre convincenti prove sfoggiate dal cast e, soprattutto, da ritmi narrativi talmente lenti che non faticano a far sprofondare il tutto nella letale morsa della noia.

Soundtrack “Volevo raccontare di come sia facile oltrepassare il limite della ‘normalità’ senza neanche accorgersene, e, all’improvviso, entrare nella follia; ma tornare indietro, a quel punto, non è più possibile. Volevo raccontare di come un uomo crede di amare una donna, ma, in realtà, vuole solo possederla perché è geloso di lei ed è invidioso della sua vita. Cerca di manipolarla, di portarla a commettere delle azioni che lei non commetterebbe. Vuole essere lui il burattinaio e crede di poterlo fare”. Così Francesca Marra - alla regia del suo primo lungometraggio cinematografico dopo circa venticinque anni di esperienza maturati in ambito televisivo - sintetizza le intenzioni del suo Soundtrack, thriller a tinte erotiche che fa della gelosia il proprio ossessivo elemento. Un elaborato esteticamente accattivante, ma penalizzato da diversi difetti, dalla discontinua resa attoriale allo svolgimento piuttosto confuso ed eccessivamente lento.

5

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