Sotto il Sole di Amalfi, Recensione: il film Netflix non ha coerenza

La pellicola sceneggiata da Enrico Vanzina porta sullo schermo diverse situazioni senza collegarle con un rapporto di causa ed effetto.

Sotto il Sole di Amalfi, Recensione: il film Netflix non ha coerenza
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Nel cuore dell'estate 2020 Netflix distribuì sulla sua piattaforma streaming una commedia sentimentale dedicata ai giovanissimi, riprendendo il tormentone musicale che spopolava in quel periodo e calandolo nella cornice di una meta turistica dove un gruppo di adolescenti cercava l'amore: Sotto il Sole di Riccione è un film leggero e senza pretese, liberamente ispirato alle pellicole vacanziere italiane degli anni Ottanta, ma i buoni numeri fatti registrare in seguito alla pubblicazione hanno portato allo sviluppo del sequel che trovate tra i film Netflix di luglio 2022.

Sotto il Sole di Amalfi sposta alcuni dei personaggi visti nell'episodio precedente dalla riviera romagnola (sede della serie Netflix che vi abbiamo raccontato nella recensione di Summertime 3) alla costiera salernitana, descrivendo il prosieguo di quelle relazioni nate sul lungomare riminese e inserendo nuovi protagonisti all'interno di un quadro minimalista e contenuto. Sebbene anche in questo caso il progetto non punti a rivoluzionare il mondo della commedia italiana, la qualità della sceneggiatura lascia perplessi a causa di un mancato rapporto di consequenzialità che rende il film un susseguirsi di situazioni prive di un nesso logico.

Coltivare un amore estivo

La trama riprende i fili lasciati in sospeso dall'epilogo di Sotto il Sole di Riccione, intrecciando vecchie e nuove storie per descrivere una nuova fase della sentimentalità adolescenziale. Vincenzo (Lorenzo Zurzolo) è pronto ad accogliere all'aeroporto la sua fidanzata Camilla (Ludovica Martino), tornata finalmente in Italia dopo un anno di studi all'estero, per recarsi nella casa di Amalfi che li ospiterà per le vacanze estive: il ragazzo non vedente ha intenzione di saggiare il loro rapporto con una convivenza leggera prima di fare il grande passo e chiederle di vivere insieme.

Insieme a loro ci sono anche Furio (Davide Calgaro), l'amico fidato di Vincenzo sempre alla ricerca del suo primo amore, e la coinquilina canadese di Camilla, Nathalie (Kyshan Wilson). I quattro dividono la casa del padre di Vincenzo, mentre la madre (Isabella Ferrari) annulla le sue vacanze programmate con Lucio (Luca Ward) per tenerli sotto controllo ed assicurarsi che il figlio non si metta in pericolo con scelte azzardate.

Problemi di cuore

La sentimentalità del film sceneggiato da Enrico Vanzina e diretto da Martina Pastori non regala sussulti nel corso dei novanta minuti utili alla visione, con i giovani protagonisti che si muovono nel campo amoroso con la pesantezza di un pachiderma invecchiato, senza alcuno spunto di freschezza o divertimento che dovrebbe caratterizzare gli amori giovanili.

Vincenzo e Camilla pianificano il loro futuro esattamente come la madre del ragazzo fa con Lucio, intersecando le due storie in un rimando di dedizione ed amore, ma assistere a due ventenni comportarsi come una coppia di mezza età non aiuta l'incedere dell'opera che infatti risente di una trama emotiva scarna e superficiale. La situazione migliora appena quando i riflettori puntano sui personaggi secondari, perché l'evoluzione di Fulvio e Nathalie, seppur scontata fino all'inverosimile, è quantomeno credibile e commisurata all'età dei ragazzi in questione. A Mario Calgaro è affidata anche la linea comica del film, onere che l'intrattenitore milanese - forte della recente collaborazione con il trio Aldo, Giovanni e Giacomo - sopporta con naturalezza, ma non convince a causa di battute spuntate e situazioni giocate sul sicuro, con una sceneggiatura che è per questi motivi intrinsecamente inadatta a far ridere.

Le falle logiche

La scrittura esaurisce tutta la sua inventiva nella restituzione di una cornice narrativa contenuta nella quale i personaggi, giovani o meno, si influenzano a vicenda aiutandosi a crescere sul piano sentimentale, ma l'evolversi della trama espone allo spettatore la mancanza di un filo conduttore che unisca le scene presentate sullo schermo.

La pellicola distribuita da Netflix è un insieme di situazioni scollegate tra di loro, liberamente smontabile per essere ricostruito in maniera diversa senza che si perda il senso generale dell'opera. La mancanza di un rapporto causa-effetto deriva dall'immobilismo sentimentale e fattuale che pervade il film, che si configura come uno spot turistico per una meta mozzafiato nei cui intervalli accadono un paio di eventi significativi, e la scelta registica di affidarsi a continui campi lunghi e panoramiche, inquadrando con costanza scorci di un ambiente sospeso tra modernità e tradizione, non può che avallare questa analisi. La costiera amalfitana è illuminata da una fotografia color pastello, impostata sui toni di un'alba perenne che rende l'impatto visivo sicuramente più romantico ed intimistico, ma tende ad appiattire la pellicola sui ritmi blandi costruiti dalla trama, aiutata nella fattispecie anche da una colonna sonora soporifera.

Sotto il Sole di Amalfi Il sequel di Sotto il Sole di Riccione riprende i fili del discorso lasciato in sospeso nell'episodio precedente, mettendo a schermo le evoluzioni degli amori estivi nati sulla riviera romagnola e facendoli crescere sullo sfondo mozzafiato della costiera amalfitana. Le svolte sentimentali che legano i personaggi tra di loro sono credibili anche se prive di un forte abbrivo emotivo, mentre stanca molto in fretta l'amore tra i due giovani protagonisti, invecchiato e spento nel volersi ricollegare tematicamente ad una coppia di mezza età. La mancanza di un filo conduttore porta ad un susseguirsi di scene e situazioni scollegate tra di loro, con l'evidente carenza di un rapporto causale da ricercare in una sceneggiatura nella quale gli eventi narrativi scarseggiano.

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