Sneakerentola Recensione: su Disney+ i sogni non sempre sono desideri

Lacci, desideri e sneaker: Sneakerentola rivisita la storia di Cenerentola in maniera musicale, discutibile e naïf.

Sneakerentola Recensione: su Disney+ i sogni non sempre sono desideri
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Se eravate stufi dei mille rifacimenti in live-action della schiera dei classici Disney (qui trovate tutti i live action di Cenerentola), non avrete idea di quanto possano essere ancora più pesanti i riadattamenti delle favole in una loro inedita chiave. Come quella di Sneakerentola, tra i film di maggio 2022 su Disney+, che mette insieme la storia della principessa costretta da una matrigna a pulire tutta casa e tornare nella propria dimora prima di mezzanotte con quella di un ragazzino appassionato di scarpe da ginnastica intento a rincorrere il proprio sogno di poterle un giorno disegnare. Un abbinamento che fa venire i brividi solamente a pensarci, ma aspettate di vedere la pellicola proposta dalla piattaforma per rendervi conto di quanto il risultato possa essere anche solo vagamente peggiore rispetto alla sua idea iniziale.

Cenerentola nel Queens

Già la scena d'apertura di Sneakerentola mette in mostra la commistione tra tocco magico e inseguimento dei propri obiettivi, tutto con una sequenza musicale la cui canzone lascia decisamente a desiderare, come la ricerca di un clima incantato che nel titolo si alternerà tra ciò che è vero e ciò che è fatato.

Non grazie ad una madrina con la sua bacchetta pronta ad esaudire ogni volere dei protagonisti, bensì con l'aiuto sottaciuto di un giardiniere del Queens che sarà di sostegno al protagonista El (Chosen Jacobs), intento a salvare il negozio della sua defunta madre, a schivare le cattiverie dei fratellastri e del malefico patrigno, nonché a conquistare l'amore e la fiducia della "principessa" delle sneaker, la bella Kira King (Lexi Underwood). Se il tono della pellicola deve essere comprensibilmente leggero e sprizzante una fanciullezza che parla soprattutto ad un target ben specifico di spettatori, l'assoluta stramberia ingiustificata e stridente del film fa di Sneakerentola un'operazione mal pensata, ragionata ancora meno nel momento della stesura della sua sceneggiatura per mano di Tamara Chestna, Mindy Stern e George Gore II. Un'opera con alla regia Elizabeth Allen per un'atmosfera intenta a richiamare la fratellanza dei quartieri di tanto cinema newyorkese di periferia, assieme alla meraviglia di quelle fiabe in cui gli eroi riescono a conquistare la propria amata mentre affrontano ogni tipo di disavventura.

Una favola musicale forzata e poco magica

Il problema dell'opera, però, è quel suo far sentire una base così forzatamente favolistica che indirizza un racconto inadeguato per un abbinamento alquanto contrastante.

E non si tratta del fatto che un ragazzetto col sogno di fare il designer non possa incontrare la reginetta delle sneaker in fila per comprare un paio di scarpe in edizione limitata. È l'obbligare un accostamento che non riesce a trovare una propria chiosa soddisfacente a far sentire tutto il deragliamento di una pellicola dai testi delle canzoni discutibili e un susseguirsi di avvenimenti che non si legano tra loro, come lacci rimasti troppo allentati. Quella che in America è davvero una filosofia di vita e di stile che mette al centro la sneaker come fulcro della propria individualità, fatto attestato anche da Jeff Goldblum in una delle sue interessantissime puntate della serie di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione di Il mondo secondo Jeff Goldblum, viene svilita in una narrazione illogica tanto per ciò che accade a livello reale, quanto per la sua parte fantasiosa. Non sono tanto i presunti poteri del personaggio di Gustavo, bensì molto più l'idea che Kira non riesca a rintracciare il giovane El da nessuna parte, non cercando di fare nemmeno un giro sui social nel 2022, ma soprattutto non decidendo di tornare nel quartiere che lui le ha fatto visitare in lungo e in largo e in cui ragazzo è conosciuto da tutti quanti.

Un film musicale tra famiglia, senso di appartenenza e esaltazione delle proprie radici, oltre che di spinta per raggiungere i propri sogni, che copia in maniera sbiadita non solo la storia di Cenerentola, ma anche l'anima peculiare delle produzioni di Lin-Manuel Miranda, imitandole rovinosamente. Ma invece di fare un salto In the Hightes, ben più consigliato se si ha voglia di un musical su un quartiere da voler visitare e in cui intrattenersi, ad accoglierci qui è una zucca che, inoltre, rimane anche tale. Nessuna carrozza si presenta per portarci ad un gala che realizzerà i nostri desideri, bensì ci lascerà a piedi e forse, perché no, anche senza scarpe. Tanto alla fine quelle create da El erano anche inguardabili, e non ci importa quanto per lui fossero personali.

Sneakerentola Tra Cenerentola e una delle produzioni di Lin-Manuel Miranda come il musical In the Heights, il film Sneakerentola disponibile su Disney+ cerca la formula "i sogni son desideri" finendo per non conquistare proprio per quella sua base forzatamente favolistica. Un miscuglio tra reale e irreale che viene gestito rovinosamente dalla scrittura del film, che non funziona tanto nei testi delle canzoni, quanto in un racconto pieno di imperfezioni che non aiutano il suo protagonista El.

4.5

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