Recensione Sister Act - Una svitata in abito da suora

La comedy musical cult con Whoopi Goldberg

Recensione Sister Act - Una svitata in abito da suora
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Un successo tale da generare, oltre al ragguardevole incasso ai botteghini di 230 milioni di dollari, un sequel ed un musical che ha fatto incetta di premi e acclamazioni un po' ovunque. Nel 1992 esce nelle sale di tutto il mondo Sister Act - Una svitata in abito da suora, film diretto dal regista, di origini italiane, Emile Ardolono, già autore in passato di un altro titolo cult come Dirty dancing - Balli proibiti, che casualmente vedeva come star Patrick Swayze, compagno sul set di Ghost proprio di Whoopi Goldberg, qui protagonista assoluta. L'interpreta afroamericana, già nota al grande pubblico sia per il succitato titolo "spiritico" che per Il colore viola di Steven Spielberg, è affiancata da un ottimo cast che vede la presenza della due volte premio Oscar Maggie Smith (Hook - Capitan Uncino, Gosford Park, la saga di Harry Potter) e, nei panni del "villain", di Harvey Keitel.

Suora per caso

Deloris Van Cartier è una disinibita cantante di night club che ha una relazione passionale con il boss Vincent LaRocca. Una sera, dopo aver terminato il suo spettacolo, la donna si reca a far visita all'amante, arrivando però nel momento sbagliato e assistendo ad un omicidio. Deloris, inseguita dagli uomini del criminale, si dà alla fuga e si reca alla polizia per denunciare l'accaduto. Qui il tenente Eddy Sauter le propone di testimoniare e di nascondersi in un luogo sicuro fino all'inizio del processo. Deloris non sa però che il posto dove troverà rifugio sarà tra le mura di un convento, e che lei stessa dovrà fingersi una suora. Dopo gli iniziali attriti con la madre superiora, dal carattere duro e bacchettone, Deloris diventa amica delle sue nuove "sorelle" e, viste le sue doti canore / musicali viene eletta in breve tempo direttrice del coro, che dagli iniziali livelli imbarazzanti diventa pian piano sempre migliore, proponendo inediti pezzi religiosi declinati in chiave rock e soul. La chiesa in cui cantano, prima di allora sempre vuota di fedeli, comincia così a fare il "pienone", causando però in questo modo nuovi rischi di "visibilità" per Deloris...

Sister Act

Leggerezza all'ennesima potenza, e nella sua valenza più positiva. Sister Act, anche oggi a oltre vent'anni dalla sua uscita, è un film invecchiato incredibilmente bene, capace di infondere una contagiosa allegria e al contempo far dimenticare tutte le lacune in fase di sceneggiatura. Divertimento allo stato brado che conquista, oltre per la sua straordinaria componente musicale, anche per la simpatia delle situazioni che vedono protagoniste questo improbabile gruppo di suore (la lunga sequenza finale all'interno del casinò è da antologia), pronte a schiudersi dal loro guscio grazie al carisma della nuova arrivata. Privo di intenti satirici, il regista ci offre una visione ben più spensierata (e poco realistica) del mondo religioso a cui siamo abituati (incarnato, almeno per la prima parte, dalla figura della madre superiora), con tanto di apparizione d'eccellenza di un sosia del papa nei minuti finali. Con un'appena accennata componente poliziesca, che vede protagonista un efficace Harvey Keitel, il racconto si concentra soprattutto sull'esplosione di energia scatenato dall'arrivo di Deloris nel convento, che dà spazio a gag ironiche e mai volgari, garantendo alla pellicola lo status di opera perfetta per le famiglie. Ma la vera forza detonante dell'operazione risiede sicuramente in due fattori chiave. Il primo la magnetica potenza della musica, appassionante anche per i non credenti, che giocando su sonorità rhythm'n'blues è protagonista di alcune delle scene madri della storia. La seconda è senza dubbio (non dimenticando l'ottima prova di Maggie Smith) nell'incontenibile carisma di una formidabile Whoopi Goldberg che vale da sola il prezzo della visione.

Sister Act - Una svitata in abito da suora Pasticciato ma genuino, Sister Act è una commedia che sprizza allegria da ogni fotogramma, mantenendo degnamente lo status di cult per famiglie anche a vent'anni dalla sua uscita. Il divertimento è assicurato e l'energia della musica e di una scatenata Whoopi Goldberg riuscirebbero a svegliare anche i morti.

7

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