Recensione Single ma non troppo

Prendendo spunto dal libro di Liz Tuccillo, Christian Ditter porta al cinema Single ma non troppo (How to be a single), atipica commedia romantica con protagoniste Rebel Wilson e Dakota Johnson.

Recensione Single ma non troppo
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Nelle note di produzione di Single Ma Non Troppo, la sceneggiatrice Dana Fox afferma: "le commedie romantiche sono sempre incentrate su una storia d'amore, mentre questa è una commedia che verte sul tempo tra le relazioni, quando in quest'epoca folle si va in giro a passare il tempo attaccati al cellulare, intrattenendo intere conversazioni con più o meno 140 caratteri e incontrando gente in rete". Ed effettivamente questo film decide di concentrarsi non sul racconto di una storia d'amore, ma sugli intermezzi tra una relazione e l'altra, quei periodi in cui tecnicamente dovremmo essere soli e concentrarci su noi stessi... ma sarà davvero così? A porre le basi di questa storia è il libro di Liz Tuccillo, scrittrice che ha sempre subito il fascino della vita da single, con tutte le sue implicazioni, che questa volta decide di staccarsi dal desiderio impellente e apparentemente intrinseco in ogni essere di sesso femminile di trovare a tutti i costi l'anima gemelle. Eppure, nonostante tutte le premesse e le buone intenzioni, Single Ma Non Troppo racconta la solita stessa storia... solo prova a farlo in modo diverso, con la gentilezza registica di Christian Ditter e l'euforia devastante di Rebel Wilson.

Welcome to New York - cit. Taylor Swift

Non è un caso che la vita da single di Alice (Dakota Johnson) abbia come colonna sonora il noto brano di Taylor Swift, conosciuta nel mondo del gossip proprio per le sue tormentate e mai troppo durature storie d'amore, la sua forte indipendenza e lo sviscerato amore per New York. Alice è completamente diversa da lei e non è mai stata davvero da sola: lasciata la casa dei genitori si è trasferita al college, dove ha conosciuto Josh, si sono innamorati e sono andati subito a vivere insieme. Quattro anni dopo Alice non è più molto convinta della loro relazione e decide di prendersi una pausa, per cercare di capire chi è davvero. E nella Grande Mela trova un lavoro e una nuova eccentrica amica: Robin (Rebel Wilson) è una single incallita e conosce tutti i "trucchi del mestiere", ad esempio come uscire a bere e far festa senza mai pagare un drink e non tornare mai a dormire a casa propria. Sarà lei a cercare di insegnare ad Alice come si fa ad essere single, anche se le vecchie abitudini sono difficili da perdere...

Originale, ma non troppo

C'è qualcosa di profondamente vero e allo stesso tempo altamente ingenuo in Single Ma Non Troppo: in un'era in cui le relazioni sentimentali sono sempre più asettiche, trasformate in una sequenza di messaggi e like sui social network, la vita di una ragazza single non è certo semplice. Soprattutto se, come la protagonista, è sempre stata abituata ad avere qualcuno accanto, che le sistemasse la sincronizzazione dei canali delle televisione e l'aiutasse a tirare giù la famosa zip dei vestiti. Essere single oggi consiste fondamentalmente nel passare da un incontro fortuito all'altro, tra mille serate con le amiche e notti dimenticate: situazione che può essere vista contemporaneamente in modo stupendo e atroce. Come in qualsiasi contesto, il giudizio dipende dall'indole del soggetto. È questa contrapposizione che il film cerca di mettere in scena facendo interagire i personaggi di Alice e Robin, due ragazze con lo stesso desiderio ma un modo diametralmente opposto di cercare di realizzarlo. Alice non è consapevole del suo modo di essere e di annullarsi con l'altro sesso allo stesso modo in cui Robin è invece perfettamente a conoscenza di tutti i meccanismi del suo modo di vivere. Due opposti che si attraggono e si completano? Forse, anzi sulla carta sì, ma la resa sullo schermo è ben diversa. L'energia di Rebel Wilson oscura e sotterra completamente la quasi apatia di Dakota Johnson, la cui apparente ingenuità può anche funzionare all'inizio della storia, ma perde totalmente di credibilità man mano che il suo personaggio cresce e si evolve. E così la protagonista finisce per essere messa completamente in ombra dai personaggi secondari che, seppur ben chiusi nel loro essere stereotipati e spigolosi, riescono a comunicare con il pubblico, a raccontare se stessi.

Single ma non troppo Single Ma Non Troppo alterna dei geniali momenti di comicità, per la maggior parte merito di quella colonna portante che risponde al nome di Rebel Wilson, a degli intoppi temporali in cui sembra non succedere niente, dovuti all'accartocciarsi della protagonista su se stessa. E così non si riesce mai davvero a capire il registro stilistico del film, una commedia che ogni tanto cerca di prendersi sul serio... perdendosi. Sta allo spettatore ritrovare, in questa dicotomia, palesi somiglianze con gli alti e i bassi della vita di tutti i giorni, a volte assolutamente delirante e divertente e altre volte più monotona e riflessiva. Nel bene e nel male, un merito va riconosciuto a Single Ma Non Troppo: è un film che prova a essere "vero".

6

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