Recensione Shaun, Vita da pecora

Shaun sposta le sue avventure sul grande schermo... ed è subito amore!

Recensione Shaun, Vita da pecora
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Ci sono personaggi che si fanno amare sin dalla loro prima apparizione: è stato certamente questo il caso di Shaun, pecora dalla vivace intelligenza e la spiccata capacità di mettersi nei guai, apparsa per la prima volta in una delle avventure di Wallace e Gromit e guadagnatasi poi una serie d'animazione tutta sua. La serie tv ha avuto un enorme successo e Shaun si è costruito un suo pubblico di affezionati che, meravigliosamente, non comprende solo i bambini alla quale la sua estrema semplicità comunicativa è destinata. Per quelli che, infatti, non hanno mai visto un episodio di Shaun, Vita da Pecora, si tratta di brevissime avventure di sette minuti circa, senza alcuna traccia di dialogo, con una storia finita e relativamente semplice. Un bel problema quando ci si trova a pensare di trasformare tutto questo in un lungometraggio per il cinema. Come tenere viva l'attenzione dello spettatore per 80 minuti, costruendo una storia dieci volte più complessa del solito ma abbastanza semplice da essere raccontata senza l'uso del dialogo? Questa la domanda che fa più paura a proposito del film di Shaun, Vita da Pecora: molti avrebbero gettato la spugna dopo poco, la Aardman invece è riuscita a portare avanti un progetto apparentemente impossibile e indiscutibilmente geniale.

Ogni giorno la stessa storia

Dopo anni di lavoro, la vita in fattoria sta diventando davvero monotona per tutti. Ogni cosa segue la sua routine e nessuno sembra ricordarsi più il motivo dietro ogni azione. Shaun è stanco di tutto ciò e architetta un piano per prendersi finalmente un giorno libero: una dopo l'altra, le pecore saltano la staccionata così che il Fattore, contandole, si appisoli. Lo spingono così all'interno di una roulotte e ricreano per lui le condizioni ideali della notte, così da potersi godere la fattoria e fare tutto quello che vogliono. Ma la situazione diventa presto ingestibile e, mentre Bitzer cerca di sistemarla, addirittura peggiora. La roulotte perde il suo ancoraggio e si dirige rovinosamente verso la Grande Città... A questo punto non rimane che lanciarsi alla ricerca del Fattore per porre rimedio alla situazione prima che sia troppo tardi.

Semplicemente geniale

Difficilmente le avventure di Shaun, Vita da Pecora si sono spostate al di fuori dei confini della fattoria. All'interno di quell'ambiente protetto, circondato dai personaggi che sono cresciuti con lui, come il Fattore, il cane pastore Bitzer e le altre pecore del gregge, Shaun è sempre riuscito a destreggiarsi con successo. Intelligente, curioso e sempre in cerca di nuove avventure trova sempre il modo per togliere se stesso e i suoi amici dai guai. E la missione gli riesce alla perfezione anche in questo suo primo film, dove l'azione di sposta in quel territorio strambo e assolutamente inesplorato che è la Grande Città. Questo ha permesso ai creatori di aumentare il parco dei personaggi, inserendoci nuovi alleati, come la cagnolina Slip, e inquietanti pericoli. Non solo la città, con tutte le sue stranezze tecnologiche, ma anche un vero e proprio cattivo: Trumper, un accalappiatore che disprezza tutti gli animali e che vede in Shaun e i suoi amici un catastrofico pericolo da annientare!
In Shaun, Vita da Pecora, Mark Burton e Richard (Golly) Starzak riescono nell'impresa impossibile di Hollywood: creare un lungometraggio divertente, semplice e appassionante senza utilizzare nemmeno una battuta di dialogo. A cosa servono complessi discorsi didascalici quando puoi mettere in piazza l'intera psicologia di un personaggio avvalendoti solo dell'espressività della materia plastica? Non era un lavoro semplice: quello che funzionava benissimo nell'arco di meno di dieci minuti televisivi, rischiava di diventare una ridondante ripetizione di se stesso... e invece niente. Shaun ancora una volta ci frega tutti (lasciatecelo dire!) e dimostra di essere più intelligente di molti altri (non pecore comprese)!

Shaun, Vita da pecora Sarà anche nato come un personaggio capace di comunicare ai più piccoli, grazie alla sua natura pupazzosa e la sua comunicazione espressiva, ma Shaun, nel suo primo film, dimostra di saper essere divertente e geniale su diversi livelli. Non ci si aspetta molto da lui, ma non delude nessun tipo di aspettativa e anzi, nel suo piccolo, stupisce e ti fa riflettere su come spesso la narrazione cinematografica si nasconda dietro palazzi stratosferici di effetti speciali e arabeschi stilistici che, a conti fatti, non sono sempre necessari per costruire una piacevolissima opera di intrattenimento per tutta la famiglia.

7

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