Sharper Recensione: su Apple TV+ il doppio gioco è troppo prevedibile

Un thriller dalla confezione raffinata con una spruzzata da dramma anni Novanta, ma che nel non potersi fidare di nessuno trova la sua disfatta.

Sharper Recensione: su Apple TV+ il doppio gioco è troppo prevedibile
Articolo a cura di

L'introduzione di Sharper tra i film Apple TV+ di febbraio 2023 ci illumina sul significato etimologico del titolo, chiarendo che tale sostantivo sta per "chi vive di espedienti". In una traduzione più libera dall'inglese, "sharper" sta anche per tagliente, affilato, netto. La cosa che colpisce, però, è che nessuna delle definizioni riportabili alla pellicola riescono a descriverla realmente per ciò che rappresenta, ossia il tentativo poco incisivo e ancor meno incalzante di riuscire a realizzare un thriller fatto di doppi giochi e colpi da mettere in atto. Forse quel "tagliente" potrebbe stare per la lama che i vari protagonisti utilizzano per infilzarsi alle spalle senza pensarci due volte. Una completa mancanza di rimorso che non inficia sulla prevedibilità nell'imprevedibilità della pellicola, in cui se nulla è come credi, allora ogni mossa è già stata preannunciata.

Tanti personaggi, tanti inganni

Il film della A24 finito tra gli inediti della piattaforma (vi invitiamo a scoprire anche le ultime serie di febbraio 2023 su AppleTV+) viene suddiviso in base ai suoi personaggi, a cui viene riservato di volta in volta un frammento con cui comporre il resto del puzzle. Pochi indizi, più parentesi con cui restituire un quadro espanso della storia allo spettatore, per un'opera che cerca di riservare alcune chicche al pubblico sorprendendolo ad ogni frazione di racconto in base al protagonista del momento.

Cominciando dai toni più smorzati del fragile Tom (Justice Smith) fino a chiudere il cerchio che lo unirà al resto del cast composto da Julianne Moore, Sebastian Stan, Briana Middleton e John Lithgow. Ognuno pedina negli inganni degli altri, di cui nemmeno il pubblico viene messo inizialmente al corrente. E che seppur tratteggia un percorso che si chiuderà dopo l'apertura col giovane ragazzo, lascerà comunque interdetto il pubblico. Non per la costruzione precisa e impeccabile dei sotterfugi dei protagonisti, ma proprio per quell'estrema calma e la facilità con cui vengono messi in scena, attendendo solamente di sorprendere lo spettatore.

Sharper ha un problema con i colpi di scena?

Il bisogno di far sentire quanto i loro personaggi siano bravi fa della sceneggiatura di Brian Gatewood e Alessandro Tanaka un tappeto ragionato al millimetro, eppure senza quell'adrenalina e quel sincero interesse che dovrebbero condurre chi sta osservando all'interno dei colpi e degli inganni dei personaggi.

Il che dovrebbe far domandare chi sta fregando realmente chi, cosa si nasconde davvero sotto all'apparenza e se è così scontato non doversi mai fidare di nessuno, né di un parente, né di un amante. Sicuramente i continui plot twist, scontati visto che si capisce ben presto che è esattamente questo il pattern seguito a ripetizione dalla pellicola, depotenziano quella rivelazione finale che, più del resto della storia, è il vero fiore all'occhiello degli imbrogli di Sharper. Ma che giunge dopo un'intera narrazione la quale non ha saputo trascinare con trasporto nel ginepraio intricato di cui ha voluto fare mostra la pellicola, dove ai reali sentimenti dei protagonisti è bene mettere sempre di fronte i loro bisogni. Quelli avari e bugiardi su cui l'opera si fonda e senza cui, altrimenti, non ci sarebbe stato alcun racconto.

Mai concitato nemmeno nella regia o nell'ensemble visivo, Sharper ha una confezione raffinata per le meschinità degli individui che va a incastrare, dove la fotografia grumosa di Charlotte Bruus Christensen arricchisce, ma non certo impreziosisce la confezione tutta. Un gusto quasi retrò che non guarda troppo lontano, ma vicino a quei drammi-thriller anni Novanta, che almeno dà una personalità alla facciata di una pellicola che, nello script, punta solo all'attonimento, non generando certo sbalordimento, semmai disappunto. Un fascino criminale che si affievolisce prima ancora di attrarre e che rimane labile, chiuso in se stesso. Un espediente, ritornando alla dicitura iniziale di Sharper, che non ne ha decretato un ritorno qualitativo, né per i suoi protagonisti con i loro trucchi né, tantomeno per la completezza dell'opera.

Sharper Sharper è un thriller dalla confezione raffinata e dal retrogusto anni Novanta, ma che nel suo continuo svelare i vari inganni dei personaggi smette ben presto di sorprendere lo spettatore. Un film che segue la strategia del non riservare alcuna fiducia a nessuno, ma che perde anche quella di chi, pur rimanendo a osservare i sotterfugi continuamente messi in atto nell'opera, smetterà ben presto di rimanerne sconvolto o affascinato.

6

Quanto attendi: Sharper

Hype
Hype totali: 4
65%
nd