Recensione Sharm El Sheikh

Recensione della commedia interpretata da Enrico Brignano e Giorgio Panariello

Recensione Sharm El Sheikh
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A partire da quelli che qualcuno ha definito "spiaggiarelli", ovvero tutti quei lungometraggi che, spesso firmati da Marino Girolami, raccontarono negli anni Sessanta "leggere" storie estive ambientate al mare, il filone cinematografico delle commedie tricolori tempestate di ombrelloni, cabine, comici e bellezze femminili non sembra avere mai conosciuto un vero e proprio tramonto, grazie anche al rilancio che Carlo Vanzina ne fece nel 1983 tramite il bellissimo Sapore di mare.
E fu proprio da allora che le nostre case di produzione cominciarono a sfornare l'uno dopo l'altro titoli derivati dal prototipo a firma del figlio di Steno, dal riuscito Sapore di mare 2-Un anno dopo, diretto nello stesso anno dal compianto Bruno Cortini, al brutto dittico Abbronzatissimi, sfornato nella prima metà degli anni Novanta da Bruno Gaburro; fino ad arrivare, nel 2010, a questo Sharm el Sheikh, al cui timone di regia troviamo l'Ugo Fabrizio Giordani che, reduce dal pessimo Troppo belli con Daniele Interrante e Costantino Vitagliano, si avvicinò già al genere nel 2000 tramite Teste di cocco, interpretato da Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi.
Al centro della vicenda, Enrico Brignano nel ruolo del venditore di polizze assicurative Fabio Romano, il quale, sposato con Franca, titolare di un catering con le fattezze di Cecilia Dazzi, parte con tutta la famiglia per il Mar Rosso nascondendo il suo vero intento: evitare il licenziamento dall'azienda per cui lavora convincendo il nuovo presidente Saraceni alias Giorgio Panariello, in vacanza a Sharm el Sheikh, che egli è un elemento di spicco su cui fare affidamento. Anche se, a sua insaputa, sul posto è arrivato anche il collega De Pascalis, interpretato da Maurizio Casagrande, con il quale è in ballottaggio per il posto di lavoro.

Dichiarazione del regista

La crisi economica e gli improvvisi licenziamenti di questi anni che hanno colpito molti miei amici sono i motivi scatenanti che mi hanno portato a scrivere e a filmare Sharm el Sheikh. Ho voluto, attraverso una commedia all’italiana, raccontare questo momento di grande provvisorietà che tutti noi stiamo vivendo. La perdita di punti di riferimento, come lavoro, pensioni, famiglia, è ormai un dato di fatto. Brignano, Panariello, Casagrande e tutti gli altri attori e attrici che hanno partecipato al film incarnano, in modo preciso, una certa fascia di italiani che non sanno rinunciare ai privilegi che col tempo hanno ottenuto e che, per non perderli, sono disposti a molti compromessi.

Insapore di mare

Ma, al di là di Laura Torrisi ed Elena Russo, cui spetta il ruolo delle bellone di turno, abbiamo anche, nei panni delle figlie di Fabio, Michela Quattrociocche alle prese con una gravidanza dovuta ad un amore finito e Ludovica Bizzaglia, invece, alla ricerca del suo primo; mentre Fioretta Mari fa la nonna accanita giocatrice e Sergio Muniz un istruttore di sub.
Tutti al servizio di uno spaccato dello stivale d'inizio terzo millennio che, tra bugie, equivoci e malintesi sotto il sole, non dimentica neppure la parentesi amorosa adolescenziale (con tanto di esercitazione per il bacio eseguita con una pera), nel tentativo di apparire quale omaggio agli italiani che cercano lavoro e, soprattutto, ad Alberto Sordi, interprete di Una vita difficile -oltretutto citato nel film.
Però, nonostante Giordani manifesti una certa cura nella messa in scena, sfoggiando addirittura delle riprese subacquee tutt'altro che disprezzabili, l'insieme non riesce a convincere del tutto, penalizzato in un primo momento da un eccessivamente veloce susseguirsi degli eventi raccontati e in un secondo della quasi totale incapacità di suscitare risate.
Infatti, se Casagrande risulta esilarante quando, alla richiesta "Facci vedere quanto è bello fare l'amore da Trieste in giù", risponde "Non ci sono mai stato a Trieste, ma a Napoli siamo bravissimi", Panariello appare decisamente fuori parte e indeciso se parlare in romano o in toscano, suscitando irritazione soprattutto quando snocciola tristi battute come "E nun me tocca' che m'attacchi la povertà".
Dei giovani, invece, tra i quali troviamo anche il Daniele La Leggia di Amore 14, chi sembra funzionare meglio è il Gabriele Penteriani già visto nel mediocre L'ultima estate, forse perché gli viene cucito bene addosso il personaggio del nerd.
Personaggio che avrebbe comunque meritato maggiore spazio all'interno dei circa novanta minuti di visione che, tra italiani convinti come sempre di risolvere i problemi tramite la corruzione e look fotografico da spot pubblicitario, non raccontano assolutamente nulla di nuovo, individuando il loro maggiore pregio nell'invidiabile capacità (soprattutto se teniamo in considerazione i tempi che corrono) di non scadere mai nel volgare, risultando veramente adatti a tutta la famiglia.

Sharm El Sheikh - Un'estate indimenticabile Regista di Teste di cocco e Troppo belli, Ugo Fabrizio Giordani parte dalla triste realtà del precariato tricolore d’inizio XXI secolo al fine di raccontare l’ennesima vicenda vacanziera infarcita di comici. Il risultato, però, è un prodotto confezionato con professionalità ma decisamente insapore e raramente capace di suscitare risate. Quindi, l’estate del titolo sarà pure indimenticabile, ma il film non lo è di certo.

5.5

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