Recensione Sharknado 3: Oh Hell No!

Ian Ziering e Tara Reid tornano ancora una volta per il terzo episodio della saga scult made in Asylum diretto sempre ad Anthony C. Ferrante e con i camei "d'eccellenza" di Bo Derek e David Hasselhoff.

Recensione Sharknado 3: Oh Hell No!
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Potrà sembrare anomalo iniziare la recensione di Sharknado 3: Oh Hell No! parlando subito del già annunciato quarto capitolo. Ma è proprio su questi piccoli dettagli che si disegna la fortuna di una saga che su twitter ha superato, con quest'ultimo tassello, l'enorme cifra di un miliardo di tweet. Ed è proprio sul popolare social network che si deciderà il destino di uno dei personaggi cardine della storia: su un finale ben più che aperto gli spettatorì sono infatti coinvolti in prima persona a decretare una sentenza di vita o di morte. Già ciò basta a spiegare quanto questa prima trilogia in divenire sia entrata nell'immaginario comune, e come i commenti che ritenevano il capostipite "il film più brutto della storia" siano in realtà serviti quale trampolino pubblicitario in ogni angolo del globo. Con la conferma in cabina di regia del "fondatore" Anthony C. Ferrante e l'ormai scontata presenza di Ian Ziering e Tara Reid nei panni della coppia protagonista, fanno la loro comparsata anche vecchie, appassite, glorie come David Hasselhoff e Bo Derek.

Tremate tremate gli squali son tornati

Fin Shepard, insignito dal Presidente degli Stati Uniti della prestigiosa motosega d'oro per i suoi meriti nella lotta contro gli squali-tornado, si trova alla Casa Bianca quando Washington viene attaccata da un potente sharknado. Fin, con l'aiuto dello stesso Presidente armato di tutto punto, riuscirà a salvarsi ancora una volta. Soltanto pochi giorni dopo l'uomo (che è in attesa di un bambino dalla moglie April e ha un'altra figlia adolescente) si trova però ad affrontare una tempesta di proporzioni gigantesche, che rischia di far piovere pescecani in tutta la costa Est. Con l'aiuto della vecchia amica Nova e del padre Gilbert, che non vedeva da anni, Fin scoprirà che l'unico modo di fermare il fenomeno ha a che fare addirittura con uno shuttle della NASA.

Non c'è due senza trash

Sin dall'intro, che cita pedissequamente quelli di 007, si intuisce come la voglia di eccedere della saga non sia certo giunta al capolinea. Con camei eccellenti (con un noto romanziere che si presta ad un'autoironica legge del contrappasso) e una scatenata gestione del ritmo che nel finale rimanda addirittura alla sci-fi aerospaziale, Sharknado 3: Oh Hell No! non manca certo di carne al fuoco. Il problema sta però in un amalgamo meno riuscito che in precedenza, incapace di toccare le vette di ispirato trash raggiunte dal secondo capitolo: anche qui si ride, e di gusto, ma la narrazione appare nettamente più forzata con personaggi secondari spesso anonimi ed un poco oculato utilizzo degli effetti speciali che, nonostante il limitato budget in linea con il passato, si rivelano paradossalmente più deboli del, già scarso, solito. I novanta minuti di visione scorrono al solito senza colpo ferire, e alcune scene possono già entrare nel Valhalla degli scult, ma pur catalizzando stupide e sane risate, la saga sembra risentire un po' di una monotona stanchezza.

Sharknado 3: Oh Hell No! Pur con tutti gli ingredienti che avevano fatto la "fortuna" dei passati episodi, Sharkando 3: Oh Hell No! non raggiunge il magnifico equilibrio trash del capitolo precedente. Si ride anche qui di gusto, con sequenze e figure secondarie (su tutte il personaggio di Hasselhoff) che sprizzano sublime trash, ma la coerenza narrativa ne viene meno in questa fiera dell'eccesso citazionista, e non, che osa stavolta con meno cinismo. Ad ogni modo, un nuovo caposaldo dei b/z-movie made in Asylum.

5

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