Recensione Sex List

Sesso, donne,e misteriosi omicidi.

Recensione Sex List
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Il trio.

Cosa può succedere se le tue piatte giornate solitarie da instancabile contabile, all’improvviso, si ritrovano invase dalla vitalità di un compiaciuto avvocato e dal fascino di una misteriosa biondina? Potrebbe tranquillamente essere il pretesto per dare l’avvio ad un qualsiasi genere di film: commedia romantica, horror, drammatico. Nel caso di Sex List ci troviamo davanti al tentativo di far nascere un thirller da questo comune incipit.

The List: sei libero stasera?

Jonathan McQuarry (Ewan McGregor) lavora come contabile per una grande azienda. Ogni giorno compie meticolosamente il proprio lavoro, ma, sostanzialmente, conduce una vita solitaria e priva di piaceri che lo porta a credersi un fallito. Una sera, al lavoro, conosce Wyatt Bose (Hugh Jackman), un brillante avvocato dal carisma accecante che riempie le sue giornate di vita con partite a tennis, serate nei club ed inviti a pranzo fuori. Proprio in una di queste occasioni, i due entrano accidentalmente l’uno in possesso del cellulare dell’altro e, mentre Wyatt viene allontanato a Londra per affari di lavoro, per Jonathan si aprono le porte di un particolare club. Giungono anonime chiamate che, a suon di “Sei libero stasera?”, accompagnano il timido contabile nel viaggio alla riscoperta del piacere derivante dalla passione e delle regole che lo gestiscono: chi propone paga la stanza e, soprattutto, non uscire mai dall’anonimato. The List racchiude in se le più grandi personalità imprenditoriali di Manhattan, dall’ immagine pubblica impeccabile, ma che hanno bisogno di una sempre disponibile uscita d’emergenza, magari piccante e trasgressiva. Durante uno di questi lascivi incontri, Jonathan icrocia S (Michelle Williams), intrigante biondina che già aveva iniziato a sedurlo in un fortuito incontro in metropolitana. Ma una notte la ragazza sparisce sotto i suoi occhi, lasciando dietro di sè solo una misteriosa scia di sangue. Tra segreti e bugie la “lista” si trasforma in un sensuale inferno da cui è meglio fuggire.

La perfetta apparenza

Marcel Langenegger è un famoso regista di commercial, abituato quindi ad attirare l’attenzione del pubblico attraverso immagini accattivanti, piuttosto che focalizzandosi sui contenuti. La sua attitudine da rivista patinata si riversa completamente su questo film, a tratti più potente dal punto di vista visivo che narrativo. La trama è una centrifuga di cliché già visti, in cui si rincorrono fino alla morte il buono e il cattivo per la conquista della femme fatal. Molti elementi sono ben nascosti dal sapiente uso delle luci, ma particolari necessari a mantenere alta la tensione all’interno della narrazione sono spesso svelati prima del tempo, attraverso espressioni facciali o verbali dei protagonisti. Prevedibile e scontato più del dovuto, il film riesce comunque a mantenere abbastanza alto il livello d’interesse dello spettatore. Il merito probabilmente va dato a due fondamentali fattori: la fotografia perfetta di Dante Spinotti e l’attrazione seducente esercitata dai due protagonisti, da considerarsi forse le due colonne portati del film. La fotografia ammalia con i suoi freddi azzurri, senza ombre, cristallini, che accompagnano il trascorrere del tempo diurno, in cui si annidano i dubbi e le preoccupazioni, il turbamento psicologico. Ad essi si contrappongono dei magnifici colori caldi e morbidi per le ore notturne, dove anche il gioco più pericoloso diventa inebriante e i turbamenti cambiano natura. Che ci si trovi al centro delle strade di China Town, o dentro la suite di un lussuoso albergo, tutto sembra illuminato dalla luce di una candela, soffice e vellutata. Le immagini così prodotte incantano così tanto da riuscire a far mettere da parte allo spettatore l’importanza fondamentale del valore della sceneggiatura. In quel momento il film attrae come arte figurativa e come essa meglio si esprime.

La bella,il buono e il cattivo

Per una volta, dimenticate il gioco della parti a cui i due attori protagonisti vi hanno sempre abituati: Jackman (X-Men, Kate e Leopold) perfetto, trasparente ed integerrimo e McGregor (Moulin Rouge) scapigliato e ambiguo. In questa pellicola, i due si scontrano con dei ruoli psicologicamente diversi da quelli a cui ci avevano abituato negli ultimi anni, dimostrando comunque una perfetta capacità recitativa. In un film dalle aspirazioni erotiche, le loro caratteristiche fisiche e il loro modo di muoversi davanti alla cinepresa, si mescolano perfettamente con le atmosfere suadenti, invaghendo il pubblico (soprattutto quello femminile). Accanto alla supercoppia McGregor-Jackman, che per la prima volta si sono trovati insieme sullo stesso set, troviamo Michelle Williams che, oltrepassato ormai il periodo dei telefilm per teenager (Dawson’s Creek) e la gavetta in film indipendenti e d’autore (I Segreti di Brokeback Mountain, Synecdoche), dimostra ormai di trovarsi perfettamente a proprio agio di fronte al mezzo filmico e di saperlo gestire in maniera impeccabile, con espressività e piacere.
“La prima impressione è quella che conta davvero. Fa che sia buona.” Sex List nasconde le sue mille piccole imperfezioni narrative sotto una perfetta prima impressione creata da uno stile impeccabile.

Sex List Sex List è un’opera d’arte perfetta a livello visuale: affascinante, accattivante, magnetica. Qualitativamente altissima a livello di stile. Rimane comunque un thriller dalla sceneggiatura interessante ma a volte banale, sottolineata da colpi di scena poco stimolanti e momenti piuttosto accattivanti. Buono per trascorrere in maniera piacevole una serata, o almeno parte di essa.

6

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