Seven Swords, la recensione del film con Donnie Yen Recensione

Sette guerrieri in possesso di spade leggendarie si oppongono ad un crudele signore della guerra in Seven Swords, wuxiapian diretto da Tsui Hark.

Seven Swords, la recensione del film con Donnie Yen Recensione
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Doveva essere il primo di un'esalogia, ma ad oggi, a dodici anni dall'uscita, è rimasto opera singola di rara bellezza. Nel 2005 il Festival del Cinema di Venezia è inaugurato proprio da Seven Swords, allora più recente opera del maestro del cinema hongkonghese Tsui Hark e liberissimo adattamento del romanzo scritto negli anni '50 da Liang Yusheng. Dalla fonte originaria il film recupera infatti soltanto i nomi di alcuni personaggi rendendosi, di fatto, un magnifico omaggio a I sette samurai (1954) di Akira Kurosawa, con cui la trama condivide diverse analogie. La storia infatti, ambientata nella Cina del XVII secolo, vede il governo Qinq promuovere un editto che vieta la pratica delle arti marziali tra la gente comune per timore di una possibile ribellione. Vento di Fuoco, signore della guerra, è a capo di un esercito che non esita a massacrare interi villaggi, inclusi civili tra cui donne e bambini, al fine di ottenere una più lauta ricompensa dall'imperatore. Per fermarne la sete di sangue, prossima a giungere in un piccolo villaggio, vengono arruolati cinque guerrieri (cui si aggiungono due giovani del luogo, un ragazzo e una ragazza) in possesso di spade di pregiata fattura, ultima speranza per porre per sempre fine alle ingiustizie.

La venuta degli eroi

Sottostimato alla sua uscita, in particolare da una miope critica d'Oltreoceano, Seven Swords è una strepitosa avventura d'altri tempi, magnifica sublimazione del wuxiapian qui portato ad alti livelli d'eccellenza stilistica. Una poetica action che conquista nelle mirabolanti coreografie marziali in cui sono impegnati i sette eroi protagonisti, capaci di sfruttare al meglio gli spazi ambientali e gli elementi naturali per dar vita ad evoluzioni sempre sorprendenti ed originali. La millimetrica precisione nelle inquadrature concede anima e corpo alle lunghissime sequenze di combattimento e se la prima, vedente l'introduzione "uno per uno" dei sette cavalieri erranti, descrive le diverse peculiarità nell'uso delle armi, l'avvincente resa dei conti finale (accompagnata dall'incalzante colonna sonora) è un puro spettacolo per gli occhi, con tanto di autocitazione dello stesso regista che guarda ad una scena clou del suo Once upon a time in China II (1992). Scena che condivide uno dei due contendenti e cioè il Donnie Yen di Rogue One: A Star Wars Story (2016), allora nei panni del villain, affrontare Jet Li, qui nel ruolo di uno dei coraggiosi spadaccini impegnato in uno stretto corridoio ad affrontare il temibile Vento di Fuoco. Ma le due ore e mezzo di visione sono ricchissime non solo dal punto di vista tecnico / stilistico, con una fotografia a tratti desaturata e altrove illuminante nel fotografare in campo largo l'immensa bellezza degli scorci paesaggistici, rivelando un'attenzione alla storia che emerge in passaggi emotivi solo parzialmente castrati dai tagli di montaggio (il cut originale durava infatti ben 360 minuti) che caratterizzano con la giusta intensità le personalità "dei sette", innescando sottotrame romantiche, gesta di gelosia e tradimenti insospettabili che variano una narrazione priva di tempi morti. Una cura rivolta anche alla messa in scena e alla scelta di scenografie e costumi, con tanto di ben visibili peculiarità delle spade del titolo, ognuna portante un nome dai rimandi mistico / filosofici. Oltre al già citato Yen, il cast si rivela sempre convincente sia nelle roboanti gesta atletiche che nelle vesti più prettamente attoriali, a cominciare dal qui redento Lau Kar-leung, attore simbolo dei cult-film di produzione Shaw Brothers degli anni '70.

Seven Swords Avventura epica, esaltante ed emozionante, Seven Swords è l'ennesimo, parzialmente incompreso, grande film nella carriera di Tsui Hark che, prendendo spunto da un romanzo degli anni '50, realizza un moderno omaggio ad I sette samurai (1954). La storia di sette guerrieri e altrettante spade che si ergono quale ultima speranza per un villaggio minacciato da un crudele signore della guerra dà così vita ad un'opera spettacolare ricchissima di veri e propri tour coreografici di leggiadra bellezza, escalation marziali stilisticamente ispirate cui Donnie Yen e gli altri interpreti si prestano con naturale efficacia. L'appassionante accompagnamento sonoro, la bellezza degli sconfinati paesaggi e una storia che nella sua placida linearità trova comunque sfumature originali rendono le due ore e mezza di visione un must-see obbligato non solo per gli amanti del wuxiapian e del cinema orientale.

8.5

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