Sennentuntschi, la recensione dell'horror svizzero disponibile su Netflix

Nel 1975 in un piccolo paesino svizzero una giovane donna è considerata una sorta di strega in Sennentuntschi, originale horror svizzero.

Sennentuntschi, la recensione dell'horror svizzero disponibile su Netflix
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Le leggende del folklore contadino hanno sempre partorito mostri o creature diaboliche capaci di spaventare, anche in chiave metaforica, un popolo spesso privo di cultura, alimentando storie che si sono diffuse fino ai giorni nostri. E' proprio basato su un mito Alpino Sennentuntschi, horror svizzero disponibile su Netflix che racconta in un lungo flashback una vicenda che ebbe luogo in un piccolo paesino elvetico nel 1975. Dopo il suicidio di un giovane prete, una ragazza vittima di amnesia e apparentemente muta fa la sua comparsa in città: solo l'ufficiale della polizia sembra prendersi a cuore le sorti della giovane, vista dal resto della popolazione come un'incarnazione del demonio. Nel frattempo in una baita di montagna poco distante tre uomini di diversa estrazione sociale, annebbiati dall'alcool, compiono un rito invocante l'arrivo di una donna che possa placare i loro istinti sessuali...

Le origini del male

E' un film che spiazza Sennentuntschi, horror - mystery a tinte forti che gioca abilmente sul confine tra fanatismo religioso e presunta stregoneria disseminando false piste in serie nelle quasi due ore di visione, che iniziano con il ritrovamento di uno scheletro nei pressi di una montagna per poi raccontare, in un totalizzante flashback, anche questo stilato su diversi e coesi archi narrativi, quanto avvenne decenni prima. I limiti di budget, che possono far apparire esteticamente spenta la messa in scena in alcune occasioni, sono abilmente mascherati da una regia convincente che, tramite inquadrature ad effetto, riesce ad instillare una palpabile tensione dall'inizio alla fine, accompagnando le indagini del poliziotto e mostrando una certa dose di violenza fisica e psicologica nelle diverse sequenze di stupro di cui diventa vittima la giovane protagonista (una sofferta e ferale, nonché bellissima, Roxane Mesquida), la cui reale natura è saggiamente nascosta fino al sorprendente epilogo. Complice la suggestiva ambientazione, dislocata tra il piccolo paesino e l'isolata baita, l'operazione convince dal punto di vista scenografico e la paura, giustificata o meno, che si trasforma in odio da parte degli abitanti locali, trova interessanti dinamiche interpersonali tra i diversi personaggi principali e secondari, lasciando una profonda amarezza nel suo senso d'insieme, specchio deformante in cui il Bene e il Male mischiano continuamente le carte in una diabolica partita tra ciò che rende umani e l'istinto animale che può trasformare in fameliche bestie.

Sennentuntschi Non è un film semplice Sennentuntschi, e nemmeno scontato, tanto che nelle due ore di visione verosimiglianza e credenze si mischiano costantemente, lasciando aperte le porte ad ogni possibile finale. Un horror mystery che non fa sconti nei suoi eccessi di brutale violenza e, purché di sangue se ne veda effettivamente poco, l'impatto psicologico non è da sottovalutare nei suoi bramosi eccessi di irrefrenabili pulsioni. Sennentuntschi è quindi capace di trovare una propria, pregnante, identità di genere che, grazie anche alle efficaci scelte di montaggio, lo rende atipico e straniante al punto da nascondere senza troppa fatica alcune forzature narrative e i limiti produttivi.

7

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