Sempre Amici, la recensione del film originale Prime Video

Kevin Hart e Bryan Cranston sono i protagonisti del remake del cult francese Quasi amici - Intouchables, film di cui forse non si sentiva il bisogno.

Sempre Amici, la recensione del film originale Prime Video
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Dell Scott è un afroamericano cresciuto in un quartiere difficile, il che lo ha portato a macchiarsi di piccoli crimini. Proprio per questo l'uomo, le cui azioni hanno messo in crisi il matrimonio e il rapporto col figlio (studente delle medie), è in libertà vigilata e deve dimostrare al suo tutore di applicarsi per cercare un impiego stabile.
In Sempre amici Dell decide così di candidarsi a diverse offerte di lavoro e tra queste vi è quella per il ruolo di badante per un ricco miliardario, Philip Lacasse, da tempo condannato sulla sedia a rotelle per il suo stato tetraplegico. Contro ogni aspettativa, e nonostante i dubbi espressi dalla segretaria del magnate, la bella Yvonne, Philip decide di assumerlo per dare uno slancio alla sua monotona esistenza.

A dispetto delle differenze culturali, tra i due protagonisti si instaura ben presto un rapporto di sincera amicizia che condizionerà le rispettive vite, con il nuovo aiutante che nel frattempo cerca anche di ricostruire la propria famiglia: tra mille difficoltà e incredibili avventure, Philip e Dell diventeranno compagni inseparabili.

Una storia già vista

Poco dopo la sua uscita nelle sale di tutto il mondo, il cult francese Quasi amici - Intouchables (2011) ha generato interesse nei produttori hollywoodiani, che decisero di acquistarne subito i diritti per realizzarne un remake a stelle e strisce. Sei anni più tardi sono iniziate le riprese a Filadelfia, con effettiva distribuzione nelle sale d'Oltreoceano alla fine del 2018 e successivo arrivo nel catalogo di Amazon Prime Video come Original. Tutti coloro che hanno amato l'originale respireranno qui un'atmosfera familiare, forse anche troppo: le due ore di visione infatti sembrano frutto di una certosina operazione di copia/incolla, con situazioni, gag e battute che ricalcano fedelmente il film transalpino.
Film del quale Sempre amici trasporta anche la stessa stucchevole retorica, affidandosi a una vicenda dalla genesi strappalacrime per mettere in scena una sequela di emozioni a buon mercato rivolte al grande pubblico (che non a caso ha risposto in massa anche in quest'occasione, con l'incasso worldwide di oltre 100 milioni di dollari).

Pro e contro

La sceneggiatura non cambia di una virgola rispetto a quella scritta da Olivier Nakache ed Éric Toledano, registi dell'originale, e l'effetto déjà-vu diventa esasperato nella stanca reiterazione delle medesime svolte narrative. Dal primo incontro tra i due protagonisti al rapporto con la bella e fedele segretaria (un'ottima Nicole Kidman), dalla corsa spericolata in macchina del prologo alla complicata situazione familiare del badante, dalle escort chiamate in una lussuosa camera d'albero fino ai sogni di volare del malato (con l'identico finale liberatorio), Sempre amici non mostra un minimo di originalità e personalità, sfruttando furbescamente e senza vergogna i punti salienti che fecero la fortuna della fonte ispiratrice.

Si sorride a denti stretti in una manciata di occasioni, e le atmosfere dolci-amare che dominano la pressoché totalità del minutaggio hanno comunque un loro appeal nei confronti di un certo target di riferimento, ma la sensazione di assistere a un'operazione superflua diventa ben presto una certezza, ennesimo segnale della mancanza di idee che ancora caratterizza certo cinema hollywoodiano.
Nei panni dei due antitetici protagonisti, opposti per natura ma pronti a scoprirsi giorno dopo giorno, spicca soprattutto l'intensa performance di Bryan Cranston, che eguaglia quella di François Cluzet, mentre Kevin Hart si trova - come prevedibile - più a suo agio nei passaggi più leggeri, risultando convincente solo a tratti nelle fasi più drammatiche.

Sempre amici Possiede gli stessi pregi e difetti dell'originale, essendo una sorta di copia esatta: Sempre amici, remake del cult francese Quasi amici - Intouchables (2011), segue pari passo la sceneggiatura del prototipo, alla quale non aggiunge nulla di nuovo. E se già il film scritto e diretto da Olivier Nakache ed Éric Toledano, a dispetto dello straordinario successo di pubblico, palesava una retorica gratuita e strappalacrime, questa nuova versione hollywoodiana si affida unicamente alla magistrale performance di Bryan Cranston nei panni del miliardario tetraplegico, con un Kevin Hart a corrente alternata nei panni del badante afroamericano e una spigliata Nicole Kidman in quelli dell'apprensiva segretaria. Le due ore di visione offrono così emozioni facili a buon mercato, in un'operazione-clone di cui non si sentiva la mancanza e che dimostra una totale assenza di personalità e coraggio nel cambio dell'ambientazione su suolo statunitense, con situazioni che si susseguono senza verve in attesa dell'inevitabile, e già visto, lieto fine.

5

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