Recensione Scusa ma ti chiamo Amore

E' arrivata la Lolita dei poveri....

Recensione Scusa ma ti chiamo Amore
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Alex (Bova) è un creativo in crisi professionale e privata, appena abbandonato dalla fidanzata storica (Logan) ed alle prese con un lavoro particolarmente impegnativo. Una mattina, dopo un party a base di Coca e prostitute russe, tampona in auto uno scooter. Conoscerà così Niki (Quattrociocche) diciassettenne arrogante ed infantile ma dotata di un fascino tutto particolare. Inizierà così una storia d'amore intergenerazionale, fra i banchi del liceo Giulio Cesare e i loft dei quarantenni in carriera.

Scrivere una recensione di questo prodotto audiovisivo è compito improbo; presuppongo fin d'ora che eviterò di usare i termini "film, opera, pellicola, attori o regista", riferendomi a Scusa ma ti chiamo Amore, per rispetto a chi il cinema lo fa per davvero.Eravate convinti di aver visto il peggio con Natale in crociera? Pensavate che l'apice del Trash fosse lo sperma esplosivo di Scary Movie? Bene, avrete modo di ricredervi.Moccia gira il materiale filmato in una specie di mondo parallelo dove tutto è fighiZZimo, i veZZi sono skiavi del sistema e l'unica cosa che conta è il ZeZZo, tanto sano ZeZZo. Non importa se si hanno 15 anni o 40, l'importante è seguire il cuore di chi tvb. Lo so che le due frasi precedenti sono incomprensibili per chi ha un minimo di proprietà linguistica, ma non crucciatevi, il fondo del barile è ancora lontano, ed ho ancora due paragrafi da riempire.Dicevamo, in questo mondo fighiZZimo ma anche un po' stronzo (lo so, volgarità gratuite, ma se non le si usa non si fa parte della crew, e si diventa degli sfighiz), nessuno lavora, tutti sono pieni di soldi (perché, cioé, il braccino corto è il più peggio, nhé!) e le persone che hanno più di diciotto anni sono o lobotomizzate o degli arrapati allucinanti, che farebbero tanto sano ZeZZo (cit.) anche con i cassetti del comò. Le diciassettenni invece no, loro hanno la loro cumpa strafica, per potersi raccontare tutto, skopano come conigli, si smessaggiano in continuazione e comprano solo jeans di marca (maddaiiii guarda ke qst sono nuoviiiii, ci hai presente?). Ah, dimeticavamo un particolare fondamentale, questo mondo immaginario creato da Moccia è Romacentrico, ma attenzione, non la Roma delle borgate, evidentemente troppo sfigata, ma quella del triangolo d'oro Piazza Colonna - Spagna - Repubblica. E poi, voglio dire, una diciassettenne fighiZZima e che pensa solo al tanto sano ZeZZo potrà mai uscire dal centro? Dio non voglia, il trucco e le scarpette si rovinerebbero. Inutile dire che le location scelte sono enormemente originali e sicuramente frutto di attenti studi cinematografici, chi avrebbe mai pensato che i due innamorati (lo so è un termine da veZZo, ma purtroppo non sono ggiovane come sembro) si sarebbero baciati proprio al lido di FreGGene? Oppure che la loro prima uscita romantica sarebbe stata al Gianicolo? Lo so, sono novità che sconvolgono qualunque appassionato di cinema, prendetevi pure del tempo per riflettere su queste enormi innovazioni. Inutile dire che anche la sceneggiatura rispecchia questa grande ricerca estetica e spirituale sfornando perle come questa: "All'amore non si comanda, lo dice anche la canzone...", oppure, "Prendere la maturità significa crescere...crescere, quello che dovresti fare tu!", e prepariamoci alla perla finale....rullo di tamburi..."amore, questa è la nostra canzone!". Che genialità, che poesia, che finezza! Ci chiediamo se per scriverle Moccia si sia affidato a Wikiquotes od ai baci perugina. A proposito di baci perugina, avete presente quelle frasi che si trovano all'interno delle carte, tratte da opere di grandi autori come de Balzac, Whitman e compagnia? Ecco, immaginate di vedere un film dove ad intervalli del tutto irregolari ed insensati, appaiono sullo schermo frasi di questo tipo: "ogni notte d'amore è un libro letto in meno...", "l'amore è eterno finché dura....", fra l'altro lette dalla fastidiosa ed invadente voce fuori campo di Luca Ward (che ci chiediamo perché si sia prestato a questa robaccia). Non ci troviamo davanti ad un capolavoro dello sperimentalismo? No, dite? Bhe, sono d'accordo con voi.

In chiusura non si possono non citare le grandi performance delle persone che hanno prestato la loro faccia in questo capolavoro. Bova va apprezzato per il coraggio mostrato ad immergersi nel trash ben oltre il collo e per aver dato ancora una volta prova della sua completa e totale inespressività (non che ci fossero dubbi, intendiamoci); Per la Quattrociocche invece prevediamo una grande carriera nei salotti televisivi di Costanzo e della de Filippi, sperando che parli il meno possibile e si limiti a sorridere dato che probabilmente ha dato fondo alle sue abilità recitative in questo ambizioso progetto. Memorabili rimarranno la scena di sesso, ipocritamente soft per evitare le forche caudine della censura e le FA-VO-LO-SE sequenze in cui la Quattrociocche riesce, in pochi minuti, a mostrare tutti i malcostumi italiani (non pagare i biglietti, mentire, parcheggiare in divieto, insultare i professori) rendendosi odiosa anche al meno educato degli spettatori.

Scusa ma ti chiamo Amore Scusa ma ti chiamo Amore è un insulto; sia verso chi il cinema lo fa seriamente, mettendoci passione e fatica ma anche e soprattutto, verso quella generazione di quindici-ventenni di cui Moccia (che di anni ne ha quasi 50) s’è fatto cantore. I suoi giovani sono debosciati, arroganti, vili ed egoisti, ritratti con una tale superficialità e pochezza intellettuale da superare anche il peggior fotoromanzo. Inoltre, molto furbescamente, sbatte in questo marciume indegno citazioni di autori che si rivolterebbero nella tomba al solo pensiero che le loro opere siano stuprate da un personaggio del genere. Evitatelo ad ogni costo.

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