Dewey Finn, musicista povero in canna, riceve il colpo di grazia quando viene cacciato dalla sua band poche settimane prima di un importante competizione tra gruppi rock emergenti. Per racimolare qualche soldo e pagare così l'affitto all'amico di una vita Ned, apprezzato insegnante supplente, decide di sostituirvisi quando riceve un'offerta di lavoro destinata proprio a quest'altro. Spacciatosi per professore ora Finn dovrà gestire una classe di quinta elementare di uno dei più prestigiosi istituti del Paese, senza alcuna conoscenza nelle diverse materie; avendo assistito per caso ad una lezione di musica all'interno della struttura, e notato il potenziale talento di alcuni suoi alunni, l'uomo decide di trasformare l'aula in una vera e propria sale prove, affidando ai più promettenti studenti un ruolo chiave nella nuova band che prende il nome di School of Rock, con l'intento di farla partecipare ad un prossimo contest musicale. Ma il rischio che la verità sulla sua reale identità venga a galla rischia di complicare ben presto le cose...
It's Only Rock 'n Roll (But I Like It)
Una vera e propria ode allo spirito del rock'n'roll in una sorta di L'attimo fuggente (1989) declinato su tonalità più leggere ed energiche che trovano nella forza del musica l'ariete per sfondare il muro dei pregiudizi. Nel 2003 School of Rock fa letteralmente il botto, conquistando i botteghini di mezzo mondo (Italia esclusa, dati gli scarsi incassi) e diventando un vero e proprio cult per generazioni di rockettari in erba e non. Richard Linklater, da sempre regista-autore in grado di sfruttare al meglio il talento dei suoi attori, riesce con un piccolo miracolo a gestire magnificamente questa stuola di giovanissimi interpreti, tutti realmente impegnati a suonare i rispettivi strumenti, e a trasmettere la trascinante empatia instauratasi tra loro e l'assoluto protagonista Jack Black, catalizzatore comico assoluto della vicenda nonché già apprezzato chitarrista e cantante dei Tanacious D. Un film da cui traspare una passione sana e straripante per un'ideale di vita e di libertà, con un utilizzo ragionato di classici del rock (dagli AC/DC ai The Doors, dai The Clash ai Led Zeppelin, dai The Who agli Stooges e via dicendo) e canzoni inedite realizzate ex-novo che, nelle quasi due di visione, suggellano nel modo migliori gli eventi chiave di una vicenda incentrata sulla ricerca della libertà di coronare un sogno che nessun ostacolo sarà in grado di infrangere. Linklater si muove con salda sicurezza sin dai titoli di testa, realizzati "in tempo reale" sfruttando l'ambiente circostante, sino a quelli di coda, messi in sovraimpressione ad una lunga sessione di prove della novella band. Se è la comicità, sempre intelligente e mai volgare (destinata ad un pubblico di famiglie senza mai scadere nella facile e melensa retorica) a dominare gran parte del minutaggio, la componente emotiva non è messa mai in secondo piano, con tanto di rapporto genitori-figli a sancire alcuni passaggi clou del racconto, sequenza dell'esaltante concerto finale in primis. Il successo dell'operazione fu tale da generare un musical a Broadway (per la produzione del guru Andrew Lloyd Webber) e una recente serie tv (già prolungata per una seconda stagione) con un sequel prima annunciato e poi cancellato per via di una sceneggiatura ritenuta troppo forzata da Black e Linklater: e forse è solo un bene che la magia di questa grande commedia musicale rimanga intatta in questa ormai iconico e a suo modo leggendario percorso di formazione rockeggiante.