Samaritan, la Recensione: Stallone non salva un film mediocre

La storia degli eroi e delle loro nemesi arriva su Amazon Prime Video, ma il risultato è una pellicola dimenticabile e fin troppo superficiale.

Samaritan, la Recensione: Stallone non salva un film mediocre
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Dopo il lunghissimo periodo trascorso sotto il giogo immaginario costruito dai supereroi Marvel/Disney, cavalieri senza macchia e senza paura che rischiano ogni giorno le loro vite per salvare quelle dei cittadini morigerati, anche il mondo del cinema si è aperto ad una nuova visione di questi esseri dai poteri incontrollabili, seguendo un canovaccio di riscoperta e rilettura che i fumetti - pianeta d'origine di quasi tutti gli eroi in calzamaglia - stanno già esplorando da decine di anni. L'ultimissimo periodo, in particolare, ha visto l'arrivo di numerose opere che puntavano a mettere sotto una nuova luce i grandiosi salvatori del pianeta, con The Boys che probabilmente ha toccato le vette più elevate di satira e spettacolarità (trovate qui la nostra recensione di The Boys 3).

Ancora una volta è la piattaforma di Amazon Prime Video, che ha lanciato tre anni fa proprio lo show di Eric Kripke, a proporre una nuova storia di supereroi alle prese con problemi personali e traumi mal gestiti, perché in Samaritan - lo trovate tra i film Prime Video di agosto 2022 - Sylvester Stallone diventa un anziano salvatore richiamato all'azione dopo quasi trent'anni dall'abbandono delle scene. La pellicola diretta da Julius Avery cova un discreto potenziale che sembra voler centellinare nel prologo per poi lasciarlo esplodere nelle fasi conclusive, ma si rivela purtroppo soltanto l'ennesimo cinecomic scontato e sempliciotto.

Il piacere dell'anonimato

Le leggende che vorticano intorno alla tragica e misteriosa fine di Samaritan, avvenuta per mano del suo malvagio gemello Nemesis, sono ormai innumerevoli, per questo sono in molti a credere che il supereroe di Granite City non sia deceduto nella devastante esplosione avvenuta venticinque anni prima, seppure dal quel giorno nessuno lo abbia mai più visto in azione. Sostenitore della tesi sulla sopravvivenza è anche il piccolo Sam (Javon 'Wanna' Walton), il quale crede di rivedere Samaritan in ogni persona che salta all'occhio per le sue abilità fisiche, come un postino che semina in corsa un cane aggressivo.

Le continue ricerche lo portano incredibilmente a scoprire che l'indimenticato supereroe è uno schivo netturbino che abita proprio di fronte a lui, un uomo isolatosi dal mondo per proteggere gli abitanti dai propri poteri, ormai compiaciuto nella sua semplice vita trascorsa ad aggiustare oggetti antichi rivendendoli per qualche dollaro. Mentre il giovane ammiratore stringe un legame affettivo con lo scontroso Samaritan, un criminale ha scelto di riprendere il testimone lasciato dal suo idolo Nemesis per portare avanti la ribellione verso uno stato sociale ingiusto, costringendo il vecchio salvatore della città a fermare i piani di rivolta per evitare che scoppi l'anarchia.

Inizio promettente

Per quanto il prologo della pellicola metta subito in mostra le debolezze di una trama scontata, è proprio nella sua semplicità che Samaritan potrebbe trovare una dimensione piacevole.

La lotta tra il supereroe e la sua nemesi si rispecchia nelle difficoltà incontrate dal giovane Sam, un ragazzo timido e fondamentalmente buono, ma costretto a fare qualche lavoretto sporco per aiutare la madre single a pagare l'affitto, così da evitare l'ennesimo sfratto umiliante. Gran parte del film è infatti dedicata al suo giovane protagonista, tenendo bassi i ritmi del racconto ma senza risultare noioso grazie alla lenta e piacevole introduzione di Sylvester Stallone alla storia, con il vecchio supereroe che aggiunge sprazzi di azione alla trama rivangando il suo passato meta-filmico tra Samaritan ed un burbero Rocky Balboa. Lo stile fumettistico incornicia l'opera sia nella resa visiva, con colori accesi e un buon uso della CGI, che in quella musicale, grazie ad una colonna sonora onnipresente che accompagna lo spettatore verso le emozioni ricercate dalle scene, rendendo gradevoli gli sviluppi iniziali di una pellicola che non nasconde il suo spirito fanciullesco.

Evoluzioni forzate

La struttura comincia a scricchiolare con l'ingresso in scena dell'antagonista principale, un estimatore di Nemesis che vuole rivangare i suoi metodi da antieroe per condurre una crociata contro l'intero sistema.

L'approccio infantile che rendeva piacevole quel coming of age iniziale non ha gli stessi risultati quando viene utilizzato per descrivere i difetti della nostra società, con la pellicola che si limita ad accennare temi come disoccupazione, disuguaglianza e povertà per giustificare una lotta di classe mai analizzata con la dovuta attenzione, rendendola infine una triste parodia incapace di supportare tutte le evoluzioni successive. Comincia quindi una lunga sequela di forzature atte ad incanalare il film verso un finale spiccatamente action che appare fuori luogo - poiché il resto dell'opera era caratterizzato dalla giovialità e da sporadiche scene di azione - il quale dimostra le enormi criticità tecniche che affossano la pellicola, con un montaggio parecchio frettoloso che rende i combattimenti confusionari quando non illeggibili. Alla scarsa riuscita di questa componente contribuisce anche una recitazione che diventa d'improvviso esagitata, sopratutto quando sono di scena il giovane protagonista ed il cattivo di turno, mentre Stallone mal sopporta il suo strano ruolo dimostrandosi poco convinto di un personaggio che, senza alcuna ragione, si è trasformato nella caricatura di un action-hero.

Samaritan Era lecito aspettarsi qualcosa di diverso da Samaritan, perché le impressioni iniziali lasciavano presagire una pellicola leggera e divertente, un coming of age che si librava gioviale sulla peculiare contrapposizione tra un ragazzino e Sylvester Stallone, eroe imbolsito ma sempre capace di incutere timore nei malviventi. Le evoluzioni successive si rivelano essere però un'inutile sequela di forzature poco coerenti, inscenate soltanto per trasformare il film in un generalissimo film d'azione, con scene di lotta girate senza alcuno spunto di originalità e tagliuzzate in malo modo da un montaggio frettoloso. La sensazione di familiarità e divertimento viene quindi abbandonata per cercare una direzione caotica ma ugualmente infantile, mentre l'eroe della storia diventa improvvisamente la caricatura di un action-hero che combatte contro un antagonista senza importanza né spessore.

5.5

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