Recensione Salto nel buio

Joe Dante dirige Dennis Quaid, Meg Ryan e Martin Short in questa scatenata commedia avventurosa / fantastica, libero remake del classico vintage Viaggio allucinante di Richard Fleischer.

Recensione Salto nel buio
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L'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo sono concetti astratti che spesso finiscono per coincidere. In questo caso però è solo il secondo, preso esattamente alla lettera, a intercalare le due anime, quella avventurosa e quella prettamente comica, di Salto nel buio, cult del 1987 diretto dal grande Joe Dante. La narrazione è ispirata al film / romanzo Viaggio allucinante: la pellicola, diretta nel 1966 dall'ottimo artigiano Richard Fleischer, venne preceduta dall'uscita del libro, commissionato dalla produzione alla leggenda "di genere" Isaac Asimov. Ma in questa rivisitazione operata dal regista di Gremlins e L'ululato, prodotta niente meno che da Steven Spielberg e con protagonisti la futura coppia Dennis Quaid e Meg Ryan e il comico Martin Short, viene colto solo l'incipit di partenza dell'originale, avviandosi ben presto su altre strade che ben rispecchiavano l'ottimismo e il gusto per l'avvincente spettacolo tipico degli anni '80.

Innerspace

Il tenente Tuck Pendleton è un ottimo pilota collaudatore, ma la sua passione per l'alcool e uno stile di vita borderline gli hanno impedito di fare carriera. Proprio per colpa del suo carattere, anche la sua fidanzata Lydia (bella e brava giornalista) lo abbandona. Tuck decide allora di offrirsi volontario per un esperimento rivoluzionario: alla guida di una sorta di navicella, l'uomo verrà miniaturizzato e viaggerà all'interno del corpo di un piccolo coniglio. L'innovativa invenzione però fa gola anche ad un gruppo di criminali capeggiati dal ricco Victor Scrimshaw, che assaltano il centro scientifico per rubarla; durante la fuga dagli scagnozzi del boss, lo scienziato a capo delle operazioni inietta poco prima di essere colpito a morte, per salvare la scoperta, la capsula contenente la minuscola navicella di Tuck nel corpo di Jack Putter, un timido ed insicuro cassiere del supermercato. Tuck, riuscito a mettersi in contatto con l'uomo di cui è involontario ospite, dovrà cercare con l'aiuto anche della sua ex Lydia di trovare il modo di uscire prima che l'aria a sua disposizione finisca, mentre Jack è intento a sfuggire dagli uomini di Scrimshaw.

In & Out

Joe Dante ha sempre avuto quella rara dote di trovare il giusto compromesso nelle sue opere tra senso dello spettacolo e una sferzante ironia comica. Salto nel buio non fa eccezione e le due ore di visione regalano in egual misura risate ed emozioni, grazie anche all'istrionico cast assemblato per l'occasione. Distaccandosi volutamente dalle divagazioni politiche del film originale (nel quale emergevano anche i contrasti della Guerra Fredda), il regista opta per una dimensione più leggera in questa sorta di Siamo fatti così in versione cinematografica, con alcune sequenze visive di un certo impatto nell'arduo viaggio di Tuck all'interno del corpo umano. Ma se la scelta si rivela convincente nella sua componente avventurosa / fantastica, è lo sprint comico ad essere a tratti inarrestabile: merito assoluto dell'impacciato Martin Short, perfetto veicolo mimico e gestuale della vicenda, figura iconica in un carnet gustoso di personaggi, secondari e non. Se la faccia da schiaffi di Dennis Quaid e la magnetica e dolce bellezza di Meg Ryan si adattano con perfezione al ruolo, indimenticabili sono il villain di Kevin McCarthy (scelto non a caso in quanto protagonista del seminale L'invasione degli ultracorpi) e il trafficante cowboy di Robert Picardo. Tutti al centro di gag memorabili, dai primi disturbi provocati dal coraggioso collaudatore nel corpo di Jack (la sequenza del whisky è a dir poco geniale) sino al rimpicciolimento dei cattivi che diventano una sorta di pestiferi hobbit. E il finale apparentemente felice, che si evolve in un epilogo piacevolmente continuativo, fa respirare a pieni polmoni quell'atmosfera di speranza e bonarietà in voga nel periodo, già ben rappresentata dalla marcata e volutamente incurante attinenza al realismo scientifico della sceneggiatura.

Salto nel buio Un viaggio fantastico all'interno del corpo umano è solo la rampa di partenza per questa incontenibile commedia avventurosa firmata dal maestro Joe Dante. Salto nel buio, nella piena tradizione anni '80, è pregno di quel comico e ingenuo ottimismo che rende tutto possibile e che preferisce il divertimento alla plausibilità degli eventi. La missione è nettamente compiuta con merito, grazie ad un cast variegato e in palla e ad un buon numero di gag ironiche ed originali, con la solidità degli effetti speciali a concedere il giusto spazio al puro spettacolo.

7.5

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