Ritorno alla vita, il maestro Wim Wenders firma un nuovo gioiello

James Franco e Charlotte Gainsbourg sono i protagonisti del ritorno al cinema di finzione del maestro Wim Wenders.

Ritorno alla vita, il maestro Wim Wenders firma un nuovo gioiello
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Il titolo italiano (dall'originale Every thing will be fine) ha un doppio significato: Ritorno alla vita infatti segna anche il come-back ad una pellicola di finzione del maestro tedesco Wim Wenders, otto anni dopo Palermo Shooting e una manciata di apprezzati documentari. Presentato all'ultima edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino il film, basato sulla struggente sceneggiatura di Bjørn Olaf Johannessen, vede come protagonisti James Franco e Charlotte Gainsbourg, mentre in ruoli secondari ma fondamentali troviamo le partecipazioni di Marie-Josée Croze, Rachel McAdams e Peter Stormare. E' inutile negare come la presenza di un autore contemporaneo del calibro di Wenders sia venuta a mancare negli ultimi tempi, seppure le sue incursioni nel doc abbiano regalato grandi opere come Pina e Il sale della terra. Ma il meglio della sua carriera il regista l'ha dato nell'introspezione drammatica della quale erano pervasi i suoi più grandi Capolavori e che qui fa ritorno, nonostante, come vedremo, risulti più smorzata del previsto.

Un giorno, per caso

Mentre è in viaggio con la sua macchina lo scrittore Tomas investe accidentalmente uno slittino con a bordo due bambini: il fratello più grande si salva, mentre per il più piccolo non c'è niente da fare. Incolpevole dell'accaduto, dovuto ad una tragica fatalità, l'uomo non riesce comunque a darsi pace e il suo tormento interiore (che lo porta a sfiorare il suicidio) mette anche in crisi la già ballerina relazione con la compagna Sara. Nel frattempo anche Kate, la madre del bambino, scossa dal comprensibile ed enorme dolore, non riesce a darsi pace per non aver controllato meglio cosa stessero facendo i figli. Nell'arco di dodici anni le vite di Tomas e Kate torneranno ad intrecciarsi per raggiungere infine una sorta di liberatoria catarsi.

Non bussare alla mia porta

Un film ostico in grado di avvolgere e respingere al contempo. In Ritorno alla vita gli sprazzi di opere come Paris, Texas emergono solo a tratti, soffocati da una narrazione che nella sua ostinata lentezza fa vibrare in più occasioni il comparto emotivo senza però far mai esplodere tutta la carica sotterranea che carbura inesorabilmente durante la visione, incapace di trovare la giusta eruzione conclusiva. Wenders riprende temi a lui cari come quelli del rimorso e della perdita, approfittando delle ambientazioni (all'inizio nevose, pian piano sempre più verdeggianti)per mostrare anche visivamente un contraltare alle sensazioni vissute dai due protagonisti. L'impressione però è che il regista tedesco si sia troppo compiaciuto della sua esemplare estetica privando la narrazione di un'anima viva e pulsante, tanto che le pur interessanti figure di contorno (il padre malato di Tomas, il figlio più grande di Kate) non trovano mai una vera e propria personalità, oscurate dalla centralità dei due personaggi principali. Ad aumentare comunque la carica empatica ci pensano sia le ottime prove di Franco e della Gainsbourg (ci piacerebbe rivederli insieme in altre occasioni) e l'ispirata e dolente colonna sonora del maestro Alexandre Desplat.

Il dvd presenta l'audio, sia originale che italiano, in Dolby Digital 2.0 e 5.1, il formato video 16/9 2.35:1 e come extra l'intervista al cast e al regista, lo Speciale 3D, il trailer e la galleria fotografica.

Ritorno alla vita Un Wenders sempre in gran forma dal punto di vista registico e nella direzione degli attori si perde a tratti in un film amaro che, non privo di profondi spunti di riflessione sulla colpa, la perdita e la redenzione, soffre di una mal amalgamata coralità nella gestione degli intrecci narrativi, penalizzati anche dalla gestione della vicenda nell'arco di ben (troppi) dodici anni. In Ritorno alla vita le emozioni arrivano grazie all'ottimo cast ma la furente carica empatica dei capolavori passati è qui solo uno sbiadito ricordo che emerge soltanto a tratti.

6

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