Recensione Ritorno al Futuro - La Trilogia

Il più bel viaggio nel tempo di sempre arriva in blu ray!

Recensione Ritorno al Futuro - La Trilogia
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Lo scorso 27 ottobre, il primo Ritorno al Futuro è tornato nelle sale italiane per celebrare i 25 anni dal primo "viaggio nel tempo" (anche se la data più precisa è quella del 25 ottobre e, difatti, negli States e in Inghilterra le celebrazioni sono avvenute in quel giorno). Insieme alla riproposizione del film nelle sale, Universal ha commercializzato per la prima volta la trilogia di Robert Zemeckis in formato HD, grazie a un cofanetto realmente imperdibile. Il 22 novembre, nei negozi italiani, è arrivato anche il box-set in versione gift edition contenente una riproduzione della DeLorean. Per l'occasione, vi proponiamo questo articolo corale sulla saga di Ritorno al Futuro, in cui i membri della redazione ci raccontano cosa sia per loro la saga di Zemeckis, corredato dalla recensione del cofanetto in blu ray. Buona lettura!

Grande Giove!

Nella scena iniziale del film principe della trilogia di Ritorno al futuro, l'occhio della camera conduce lo spettatore in uno spazio magico dove orologi a muro e pendoli di ogni sorta scandiscono lo scorrere del tempo in un susseguirsi di convulsi ticchettii. Questa scena, un'incursione nel regno del folle scienziato Doc, apre anche il varco a quello che sarà il cuore dell'intera trilogia: l'oscuro desiderio che tutti abbiamo di conoscere il futuro (o il passato che l'ha generato) per cambiarne, in tempi non sospetti, le sorti. Un concetto di indubbio fascino che cela in sé anche parecchi pericoli, come quello di assistere prematuramente alla morte dei propri cari o intaccare il ‘normale' corso degli eventi. Giocando a mescolare i tasselli di questo puzzle temporale, Robert Zemeckis, un nome celebre della cinematografia nonché carissimo amico di Steven Spielberg (non a caso produttore della saga), costruisce due personaggi a dir poco indimenticabili: l'ingenuo e simpatico ragazzotto di periferia e il suo amico scienziato pazzoide. I due valicano più volte i confini del tempo scontrandosi con loro proiezioni passate e future, in un folle viaggio alla ricerca di sé stessi. Un'idea tanto semplice quanto vincente, condita dalla giusta dose di ironia e da personaggi (inclusa la mitica DeLorean) che hanno nel tempo lasciato un segno indelebile nei cuori del grande ed eterogeneo pubblico. E se la freschezza e l'originalità del primo capitolo sfumano lievemente nei due seguiti, soprattutto nel terzo forse fiaccato dall'uso parodiale del vecchio Western, resta il fatto che la sovversiva idea di Ritorno al futuro, viaggio fisico ed esistenziale alla ricerca di ciò che eravamo e ciò che saremo, rimane una fantastica allegoria di evasione, legata non solo al superamento delle colonne d'Ercole della scienza, ma anche alla possibilità di conoscere o mutare il proprio destino. Grande Giove!

Elena Pedoto


Una DeLorean un pò scassata, oscuro oggetto del desiderio di più di una generazione, uno scienziato un pò matto e un simpatico scavezzacollo pronto a viaggiare nel tempo. Ritorno al futuro è a dir poco una trilogia di culto, al pari di nomi ben più altisonanti come Star Wars e Indiana Jones. Film che sopravvivono allo scorrere inesorabile degli anni, tale che il titolo sembra quasi profetico nel suo raccontare l'immortalità che la saga diretta da Zemeckis ha meritatamente raggiunto. Sarebbe troppo semplice definire le avventure di Marty McFly e di Doc Emmett Brown come opere di genere, tale è il valore che queste hanno assunto per infinite schiere di cinefili. Ritorno al futuro è un'epopea, un classico che esplora i generi, riportando certe atmosfere di un Cinema classico e aggiornandolo con un'ironia e un ritmo tipicamente ottantiani, fatti di divertimento intelligente e trame meno facete dell'apparenza. Passando dal 1955, osservato con sguardo malinconico e sorridente, al west citazionista e scatenato dell'ultimo episodio, vi è spazio nel mezzo per il salto nel futuro che mostra il classico paradosso temporale della mutabilità degli eventi secondo il quale ogni azione cambia le sorti future. Dogmi cardine della fantascienza all'interno di commedie avventurose che, grazie anche ai loro strepitosi interpreti, hanno conquistato il pubblico di mezzo mondo. Un Michael J. Fox all'apice della sua carriera e lontano dai suoi gravi problemi con il parkison e un Christopher Lloyd nel ruolo "della vita" ci accompagnano in questo percorso temporale con folle sfrontatezza ricordandoci che ogni singolo gesto potrebbe modificare il nostro intero futuro. Pronti a immergervi di nuovo in un viaggio che non ha bisogno di strade, indietro...nel futuro?

Maurizio Encari

Viaggi spaziotemporali

La tematica del ritorno indietro nel tempo per far sì che venissero modificati negativi eventi futuri probabilmente è stata, da sempre, una delle più care alle pagine scritte ed alle immagini su celluloide.
Non c'è dubbio, però, che dall'ormai lontano 1985, un anno dopo essere stata posta al servizio dello splendido Terminator di James Cameron, abbia finito per essere continuamente associata a quell'autentico capolavoro dei fanta-film per ragazzi (e non solo) intitolato Ritorno al futuro.
La vicenda dell'adolescente Marty McFly alias Michael J. Fox, accidentalmente tornato nel 1955 per poi trovarsi a fare di tutto per permettere ai suoi genitori d'innamorarsi e di metterlo al mondo, rimane di sicuro una delle più coinvolgenti, appassionanti ed emozionanti sfornate nel colorato decennio reaganiano che ci regalò anche lo splendido I Goonies di Richard Donner.
Una vicenda che, diretta da un ancora poco conosciuto Robert Zemeckis, ha fatto entrare nell'immaginario collettivo elementi come lo strambo Dr. Emmett Brown - incarnato da un Christopher Lloyd in stato di grazia - e la sua fantastica Delorean, permettendo a milioni di spettatori di tornare a sognare prima immersi nell'America dei favolosi anni Cinquanta, poi in quella futuristica ed ultra-tecnologica di Ritorno al futuro parte 2, di quattro anni dopo. Un sequel il cui fascino è rappresentato soprattutto dalle assurde invenzioni che spaziano dagli skateboard volanti ai mega-schermi, ma che, seppur riuscito, paga in parte lo scotto di uno script forse eccessivamente caricato di carne al fuoco e leggermente confusionario. Al contrario del fin troppo lineare Ritorno al futuro parte 3, del 1990, il quale, seppur non disprezzabile, si limita ad omaggiare più volte Sergio Leone ed a scimmiottare la struttura dei due precedenti capitoli, risultando con ogni probabilità il meno coinvolgente tassello di una trilogia che non ha potuto fare a meno di rimanere nella storia, con tutte le sue divertenti e memorabili battute.

Francesco Lomuscio


In una società notoriamente basata sul consumismo come si misura il successo di un prodotto proveniente dal passato? Dalla longevità del merchandise a esso legato, ovviamente. Non stupisce quindi che tra i prodotti cinematografici uno dei più redditizi sia proprio "Ritorno al Futuro" che, fin dal lontano 1985, è stato in grado di creare un fandom di dimensioni mondiali capace di resistere a miti e manie moderne. Scarpe auto-allaccianti, versioni sempre più aggiornate della DeLorean DMC-12, Thsirt di ogni foggia, riedizioni del DVD, videogiochi... i prodotti ispirati dalla celebre trilogia ideata da Bob Gale e Robert Zemeckis sono così tanti che ci si aspetterebbe quasi un calo di interesse da parte del pubblico. E invece il fenomeno, ormai cult, se possibile cresce in maniera esponenziale, reclutando nuovi adepti anche tra i più giovani. che sia grazie all'innegabile umorismo, al continuo autocitazionismo, al ritmo concitato o a quelle atmosfere che nonostante gli anni Ottanta continuano ancora ad affascinare, le avventure di Marty McFly e di Doc continuano a essere il motore propulsore di desideri e fantasie, che dal passato continuano a proiettarsi verso il futuro. Che sia tutto un piano elaborato dai due protagonisti durante uno dei loro viaggi?

Antonella Murolo


Lo special continua a pagina 2

Cappellini da baseball e tecnologia

Cappellini da Baseball, fiducia nella tecnologia, ottimismo, benessere economico; gli anni ottanta sono stati tutto questo, e forse qualcosa di più. Acccantonato il pessimismo dei '70 e con la grande depressione post moderna di fine millenio ancora di la da venire, il cinema, soprattutto quello americano, ha vissuto una delle sue epoche più floride, almeno dal punto di vista immaginifico. Indiana Jones, la conclusione della saga di Guerre Stellari, i Goonies, Gremlins, e la lista potrebbe essere ancora lunga, non rappresentano propriamente l'apogeo del cinema pensoso ma hanno saputo offrire grandissimo entertaiment, senza rinunciare al gusto per la citazione e a una regia raffinata. I movie brats, con i loro alfieri George Lucas e Steven Spielberg hanno riscritto le regole su cui si basava la vecchia Hollywood, cambiando completamente il concetto stesso di Kolossal. All'interno di questa generazione di registi, Robert Zemeckis ha marchiato a fuoco il suo passaggio, regalandoci una delle trilogie più importanti del cinema moderno, fondamentale per capire davvero lo spirito della sua epoca. Ritorno al Futuro può essere tante cose, semplice cinema di genere, un romanzo di formazione sui generis ma soprattutto è e sarà per sempre un monumento all'estetica americana. La DeLorean, il cappellino di Marty, le battute ormai storiche come "Grande Giove" o "Dopo i viaggi nel tempo mi dedicherò all'altro grande mistero dell'universo....le donne!" hanno segnato il nostro immaginario collettivo, dando al concetto stesso di viaggio nel tempo l'accezione che conosciamo oggi. Ma Ritorno al Futuro non è stato solo questo, il cinema di Zemeckis, prima di essere profondamente narrativo, cerca sempre di giocare con le tecnologie, spaziando dalle semplici trovate geek (chi non ricorda lo skateboard volante o il generatore di Flusso Canalizzatore?) a veri e propri esempi di avanguardia negli effetti speciali la ricostruzione scenica della Hill Valley del 2015 o la corsa del Treno in Ritorno al Futuro - Parte III.
Vero, e forse unico esempio di fantascienza abbastanza nerd da aver creato un fandom straordinario, ma al tempo stesso appetibile per il grande pubblico, Ritorno al Futuro è perfetto in se stesso, come un paradosso temporale, si completa senza bisogno di altri seguiti o spiegazioni. Forse è proprio questa la sua più grande forza.

Nicolò Carboni


Certi film sono capaci di far tornare istantaneamente bambini qualunque trentenne. E non si tratta di un banale "effetto nostalgia": è innegabile che gli anni '80 abbiano prodotto cinema per famiglie di altissima qualità, basando le proprie storie sull'avventura ed esplorando gran parte dei generi con occhio attento. Fra queste pellicole, quella a cui va forse il ricordo più affettuoso è proprio Ritorno al Futuro, una delle prime occasioni, per il sottoscritto, di mettere piede in una sala cinematografica, ben venticinque anni or sono, spinto dal fratello più grande che già l'aveva visto ma desiderava rivederlo e condividere con me, ancora piccolo, le stesse emozioni che aveva provato lui. Emozioni mai più dimenticate, naturalmente.
Ma, come si diceva in apertura, Back to the Future non rappresenta solo un bel ricordo d'infanzia: a rivederlo dopo tanto tempo conserva tutta la freschezza di allora, un gusto che è difficile ritrovare nei film d'avventura odierni, più basati sugli effetti speciali e l'azione sfrenata ("possibilmente" contornata di effetti 3D il più delle volte superflui) che sulla costruzione di personaggi memorabili e situazioni epiche. E se la saga di Zemeckis e Spielberg è relativamente meno nota al pubblico più giovane rispetto ad altre dello stesso periodo, è solo perché la sua fama non è stata 'inquinata' da troppi sequel e ramificazioni come altre sue "colleghe", in un gioco allo sfruttamento del marchio che, chiaramente, rende, e prolunga la vita commerciale di un franchise, ma ne diminuisce certo la resa in termini di qualità. Quella che era stato concepita come un'avventura unica, con Marty che vola indietro nel tempo di trent'anni, è diventata una saga in tre episodi, con spassose esplorazioni del (allora vicino, oramai 'attuale') futuro e della lontana epopea west. Ma, a parte una divertente serie animata per la tv e un'attrazione da Luna Park, Zemeckis ha saggiamente lasciato Ritorno al Futuro lontano dalle possibili brutture di seguiti, diciamo, 'impropri'.
Scelta giustissima e che rende onore ad un grandissimo lavoro che c'è dietro a dei film che definire curatissimi è quasi riduttivo: ottime sceneggiature, interpretazioni indimenticabili, effetti speciali ed atmosfere per l'epoca assolutamente epiche.
Certo, forse Zemeckis pecca un po' di superficialità nell'ultimo capitolo, fin troppo semplice nella stesura della trama rispetto agli articolatissimi primi due episodi, ma il processo di maturazione di Marty non viene mai perso di vista, neppure tra una situazione spassosa e l'altra...anzi, grande Giove! tra un'epoca e l'altra!
P.s. Inutile dire che il sottoscritto aspetta ancora che Santa Claus gli porti l'Hoover Board volante della Mattel richiesto più di vent'anni or sono...e di vincere al Superenalotto per acquistare una Delorean (praticissima da posteggiare a Roma, oltretutto!).

Marco Lucio Papaleo

Il luccichio della DeLorean

Ha resistito al tempo, che gli è scivolato addosso dandogli forma, come le lancette di un orologio.
Il fenomeno a cui la saga di Ritorno al Futuro ha saputo dare vita va ben oltre l'evento cinematografico e sconfina nel fenomeno culturale, quasi alla pari di Star Wars. Reso immortale da ogni finezza, ciascuno dei tre film accompagna Marty McFly e gli spettatori in un altro mondo, motivo che lo rende grande cinema.
A volte dimentichiamo che la più nobile delle qualità della settima arte è, forse, la capacità di ricostruire su pellicola un universo, una struttura a sé che evade ogni confine ideologico.
Ed è qui che Ritorno al Futuro trova la sua forza, per l'appunto, ha un sapore semplicemente inimitabile e un'ironia pungente che rende da sempre una visione obbligato.
Nel suo essere intrattenimento allo stato puro la saga assume in più occasioni toni ricercatissimi che la portano ad essere considerato nientemeno che cinema d'autore.
L'influenza che ha avuto sull'immaginario collettivo, grazie alle sue trovate e ai suoi carismatici protagonisti la rendono una saga senza tempo, che attraversa il tempo e che nel tempo rimarrà vivida, come il luccichio di una splendida Delorean.

Stefano Camaioni


La questione si fa veramente pesante: hanno proiettato al cinema Ritorno al Futuro per celebrare i suoi venticinque anni e io me lo sono perso. Ci sono cose con le quali non si scherza: la Mamma, la fidanzata e Ritorno al Futuro.
Ero appena nato quando è stato mandato in sala la prima volta. Non è giusto, ho mancato lo spettacolo per ben due volte in due millenni diversi. Se solo ci fosse un modo per tornare indietro nel tempo al 27 Ottobre 2010 e impedire al me stesso di quel momento di dimenticarmi della pellicola.
Come? Una striscia di fuoco nel vialetto di casa? Chi è quello spilungone allampanato?
"Presto, devi tornare indietro con me, il continuum spazio tempo dipende da questo!"
Ecco quello che desidero accadda oggi, anzi, proprio ora: tutti lo abbiamo sognato almeno una volta e non solo per essere il primo uomo a viaggiare nel tempo, ma anche per guidare quella splendida macchina, la DeLorean!
Il vero traguardo di Ritorno al Futuro è stato il durare negli anni tanto da diventare una pellicola immortale, conosciuta da tutti, tanto che se vai in giro e chiedi a qualcuno "hey bello, a che velocità si torna indietro nel tempo?" quello lo sa!!
Questo è molto più importante di riuscire a saltare dal presente al futuro, è molto più rilevante degli incassi di una pellicola, è più importante di ogni altra cosa.
Entrare a far parte del bagaglio culturale della gente denota genialità, spirito d'avventura e originalità.
Molti film che ora sono pietre miliari sono stati girati armati solo di una buona idea, senza presunzione, né, tanto meno, con l'intento di dare vita ad un "capolavoro". Solo voglia di fare e furbizia. Ecco perché ora sappiamo quale potenza può generare la scarica di un fulmine o come non dobbiamo mai chiamare Martin McFly, è solo questione di tempismo.
E se non siete convinti delle mie parole, se non siete assolutamente certi che questa trilogia abbia segnato la storia del cinema, dedicatevi all'altro mistero dell'universo...

Daniele Daccò

L'articolo prosegue a pagina 3 con la recensione del cofanetto!

Lo scrigno del tempo in HD - a cura di Andrea Bedeschi

L'arrivo in blu ray di Ritorno al Futuro è un appuntamento imprescindibile per gli appassionati. Molti di voi avranno già messo mano su questo cofanetto, dato che l'edizione standard è disponibile dallo scorso 27 ottobre, ma siamo sicuri che l'uscita della gift edition e l'approssimarsi delle festività natalizie prolungheranno di molto il successo di questo box. Lo stretto coinvolgimento di Robert Zemeckis e Bob Gale nella produzione di questa gemma home video ha portato i suoi frutti. Tanto per cominciare, le avventure di Marty&Doc non sono mai apparse così belle sullo schermo. Il balzo in avanti con le vecchie release in dvd è evidente, lapalissiano, ma non aspettatevi un livello di dettaglio e precisione pari a quello dei più riusciti blu ray disc Universal. Le pellicole sono comunque piuttosto vecchie e tutti quelli che le hanno viste al cinema magari ricorderanno il look granuloso dei film diretti da Mr. Zemeckis. Ebbene, il restauro, fatto a partire dall'interpositivo (definizione da Wikipedia: Con interpositivo si intende un positivo, stampato da un negativo, che permette di duplicare il positivo stesso. Gli interpositivi in bianco e nero a grana fine e basso contrasto sono usualmente chiamati "lavander" cioè lavanda, dall'inglese, dal nome con cui viene di solito chiamata la pellicola usata, che presenta appunto una dominante lavanda) originale delle pellicole ritrattate poi in digitale 2k, è stato mirato alla pulizia e alla restituzione di quel livello di dettaglio e resa delle texture ben conosciuto da chi ha avuto la fortuna di gustarsi Back To The Future al cinema. Applicare un eccessivo DNR avrebbe rivelato in maniera troppo netta tutti quegli effetti ottici adoperati per i film di oltre 20 anni fa, anche se "smascherare" gli artifici impiegati è comunque più facile proprio in virtù della resa dell'alta definizione. Ottimo il restauro sonoro: anche se, come sempre, il DTS italiano non può competere con il master audio inglese, il dinamismo acustico è apprezzabilissimo. Non si pone l'accento tanto sull'effetto in surround (cosa che potrebbe scontentare forse qualcuno), quanto sulla pulizia e il bilanciamento delle fonti sonore, principalmente frontali.
Ma le succulente portate di questo cofanetto non si limitano di certo al comparto tecnico. Molti dei fan più accaniti già in possesso dei dvd delle avventure nel tempo di Michael J. Fox e Christopher Lloyd, attendevano anche dei nuovi contenuti extra capaci di giustificare ulteriormente l'acquisto di questo box-set. Universal ha mantenuto le promesse alla grande, conscia del fatto che con la saga di Back to the Future è meglio non scherzare. Oltre ai documentari già pubblicati nei due vecchi set in dvd e alla solita funzione interattiva di fruizione U-Control presente in tutti (o quasi) i BD Universal, nei tre dischi del cofanetto possiamo trovare il nuovissimo, sensazionale documentario in 6 parti "Racconti dal futuro", un nuovo approfondimento con interviste retrospettive a Michael J. Fox, Christopher Lloyd, Lea Thompson, al regista Robert Zemeckis, ai produttori Bob Gale e Neil Canton, oltre che al produttore esecutivo Steven Spielberg. In ogni blu ray, troverete due capitoli del documentario che ci trascinera indietro nel tempo nella lavorazione di una delle epopee cinematografiche più amate degli ultimi 25 anni. Durante Racconti dal Futuro, sarà anche possibile vedere il footage inedito in cui Eric Stoltz interpreta il personaggio di Marty McFly. Stoltz, infatti, fu il primo attore scritturato per la parte del giovane Marty, ma venne poi sostituito dopo 5 settimane di riprese da Michael J. Fox. Mai scelta fu più saggia!
Gli extra continuano poi con:
Alle origini...: Immergetevi nella genesi del progetto, la fusione, la riformulazione, la DeLorean, il set e soprattutto gli aspetti di pre-produzione.
- E' ora di partire: storie di produzione attraverso la nascita del primo film.
- Tenere il tempo: la partitura e le musiche della trilogia di Ritorno Al Futuro.
- Il tempo vola: per saperne di più su come il sequel è nato, sul look futuristico, gli effetti speciali e visivi, ricreando il 1955 e molto di più.
- Il bello della terza volta: imparare a costruire una città occidentale, la storia d'amore di Doc Brown, il casting di Mary Steenburgen, la sequenza del treno e il completamento della trilogia.
- La prova del tempo: Ritorno Al Futuro diventa un fenomeno! Il presidente Reagan cita il film, Ritorno Al Futuro apre la corsa al parco a tema degli Universal Studios e i fan ricostruiscono l'icona della DeLorean. Il cast del film e la troupe rivolgono uno sguardo indietro e riflettono sul perché anno amato vivere la produzione dei film.
- 
La fisica di Ritorno Al Futuro: Un dibattito con il celebre autore e fisico di best-seller Dr. Michio Kaku circa la valutazione complessiva della scienza nella trilogia di Ritorno Al Futuro
* 
Sequenza dello Storyboard finale del Test Nucleare: Storyboard del finale originale del film
* 
16 Scene eliminate 
Michael J. Fox Q&A 
Q&A con il regista Robert Zemeckis e il produttore Bob Gale 
Commento dei produttori Bob Gale e Neil Canton 
Scene d'archivio Produrre la Trilogia: Capitoli Un, Due e Tre: documentario originale del 2002 con uno sguardo indietro nel tempo.
- Il Making Of di Ritorno Al Futuro Parte I, II e III: ci si sofferma sullo stile vintage e storico nella realizzazione di tutti e tre i film.
- I segreti della trilogia di Ritorno Al Futuro: uno speciale televisivo ospitato da Kirk Cameron per soddisfare tutte le curiosità dei fan di Ritorno Al Futuro. Ritorno Al Futuro Night: ospitato da Leslie Nielsen, questo speciale originale di 30 minuti andato in onda su NBC prima della proiezione televisiva di Ritorno Al Futuro. 

- Dietro le quinte: - Outtakes - Prove di trucco originali - Production Design - Storyboarding - Progettando la DeLorean - Progettando il Tempo di Viaggio - Hoverboard Test - Progettazione di Hill Valley - Progettando la campagna.

- Ritorno Al Futuro: The Ride 
Video musicali: Huey Lewis & The News "Power of Love" - ZZ Top "DoubleBack" 
Gallerie Fotografiche inclusi Art Production, storyboard, fotografie, materiali di marketing e ritratti dei personaggi. 

- Trailer cinematografico

Ritorno al Futuro - La Trilogia Questo commento finale è quanto di più superfluo si sia visto sulle pagine di Everyeye da quando il network è stato aperto. Le ragioni? Ve le elenchiamo: Ritorno al futuro, un'edizione in alta definizione fatta con estrema intelligenza, un comparto extra che aggiunge una serie di brillanti ed esaurienti documentari che si aggiungono a quelli già noti grazie alle edizioni in dvd uscite negli anni passati. Pensiamo che non ci sia davvero niente altro da aggiungere al fatto che per potervi portare a casa tutto questo, non serve neanche riuscire a scatenare una reazione nucleare e generare 1,21 gigowatt di potenza. Basta andare in una videoteca o in un grande magazzino.

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