Rim of the World, la recensione del film originale Netflix

Un gruppo di ragazzini in campeggio estivo si trova a essere l'ultima speranza per l'umanità in seguito a un'invasione extraterrestre.

Rim of the World, la recensione del film originale Netflix
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Il campo estivo Rim of the World è uno dei più rinomati della California e molti bambini stanno per essere mandati lì a trascorrere un paio di settimane tra i boschi in compagnia degli istruttori. Fra questi vi sono Alex, appassionato di astronomia e orfano di padre, lo sbruffone afroamericano Dariush, proveniente da una famiglia altolocata, e la cinese ZhenZhen, scappata di casa per coronare il suo personale obiettivo. Durante una gita nella foresta con conseguente viaggio in canoa, i tre ragazzini si perdono e incontrano un loro coetaneo, Gabriel, che sostiene di vivere nelle zone circostanti.
In Rim of the World i protagonisti riescono a ritrovare la strada per raggiungere il resto del gruppo ma, al loro arrivo, li attende un'amara sorpresa: non trovano infatti anima viva e scoprono che la Terra è stata attaccata da una flotta di navicelle aliene che hanno intenzione di invadere il nostro pianeta.
Quando poco dopo si imbattono in una capsula di salvataggio dal quale esce un'astronauta sopravvissuta, capiscono di essere rimasti l'ultima speranza per la salvezza dell'umanità e dall'esito della loro appena scoperta missione potrebbero dipendere milioni di vite.

Effetto nostalgia

Che la moda di recuperare storie e atmosfere tipiche dell'immaginario cinematografico (ma non solo) degli anni '80 sia ormai imperante è un dato di fatto: dal clamoroso, e giustificato, successo di Stranger Things in poi, il fenomeno si è ancora più accentuato, con decine di produzioni per il grande e il piccolo schermo che hanno tentato (e tentano ancora) di riportare alla luce emozioni e sensazioni tanto care a chi è cresciuto in quel periodo.
In quest'ottica va inquadrato anche il nuovo film del controverso regista McG, famoso (ma non in positivo) soprattutto per il dittico di film sulle Charlie's Angels e Terminator Salvation (2009). Il cineasta, alla sua seconda collaborazione con Netflix dopo il gradevole La babysitter (2017), ha deciso con Rim of the World, disponibile per l'appunto in esclusiva nel catalogo della piattaforma streaming come originale, di realizzare un'operazione fortemente debitrice delle avventure a sfondo sci-fi che vedevano protagonisti bambini/ragazzini nel tentativo di salvare il mondo da un qualche tipo di minaccia extraterrestre.

Ecco perciò al centro della vicenda i quattro, imberbi potenziali eroi che si conoscono per la prima volta in un centro estivo e che mostrano fin dal prologo i loro rispettivi, e marcati, caratteri: laddove nelle fonti d'ispirazione era spesso la naturalezza e la spontaneità a farla da padrone, qui la scelta di estremizzare in maniera così caricaturale le relative psicologie palesa una mancanza di sensibilità in fase di sceneggiatura, risultando purtroppo non l'unico punto debole dell'operazione.

Questo l'ho già visto...

La verve citazionista assume infatti connotati sempre più derivativi nel corso dei cento minuti di visione, con dialoghi ripresi di pari passo o sequenze che copiano senza personalità quelle di grandi classici a tema: solo per citarne alcuni, nel corso dei rocamboleschi eventi sono "omaggiati" a più riprese opere del calibro di Jurassic Park (1993), E.T. l'extra-terrestre (1982), Explorers (1985), i capitoli di Star Wars, Independence Day (1996) e Il gladiatore (2000), fino a pellicole più recenti come John Wick o la saga degli X-Men. Il problema principale è nel totale e grossolano gratuitismo con cui queste influenze vengono mescolate nel calderone, tale da risultare sfiancante in più occasioni e fastidioso sulla lunga durata.

A una vicenda di questo tipo non poteva che accompagnarsi anche l'ovvio coming-of-age, con i piccoli protagonisti costretti ad affrontare le proprie paure (come quella di andare in bici) e a scoprire per la prima volta l'amore, il tutto sempre rimescolato in una chiave semplicistica e poco omogenea. Il disaster-movie a sfondo fantascientifico è altresì troppo debole dal punto di vista del puro spettacolo per generare sincere emozioni, tra effetti speciali pessimi e una nemesi aliena che continua ad auto-rigenerarsi fino alla definitiva resa dei conti.
Rim of the World accumula troppo per nascondere le sue reali mancanze, una sola manciata di momenti più ispirati e parzialmente divertenti nei loro exploit comici non riesce a riempire l'involucro filmico di un vero e proprio cuore pulsante, in grado di distaccarsi da una mera operazione di copia/incolla.

Rim of the World Nelle intenzioni, il regista McG avrebbe sicuramente voluto realizzare un omaggio alle pellicole a sfondo fantascientifico tipiche degli anni '80, con un gruppo di ragazzini alle prese con la salvezza del mondo intero, ma a conti fatti ha dato vita a un'operazione copia/incolla che si bea della sua essenza derivativa con una sbruffonaggine a tratti irritante. Rim of the World cita e "omaggia" grandi classici del cinema e noti attori e registi a profusione, nei fitti dialoghi e in sequenze quasi plagianti, dimenticandosi di infondere personalità alla storia e ai relativi personaggi, difetto questo da condividere con l'anonimo cast. Un comparto tecnico mediocre, con effetti speciali ben al di sotto della media delle produzioni a tema odierne, e sussulti da coming-of-age appena abbozzati impediscono di appassionarsi realmente al racconto, con solo qualche gag a tentare di infondere un po' di varietà all'improbabile messa in scena.

4.5

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