Ricatto ad alta quota, la recensione del thriller con Dina Meyer

Un senatore degli Stati Uniti, autore di un efferato delitto, prende in ostaggio la famiglia di un'agente dell'FBI che sta indagando sul caso.

Ricatto ad alta quota, la recensione del thriller con Dina Meyer
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L'anziano senatore Frederic Johnson strangola mortalmente, in un attacco d'ira, una disinibita ragazza conosciuta a un party. L'omicidio è rimasto registrato su una videocamera di sorveglianza e, tre mesi dopo, l'FBI sta visionando i filmati, con l'agente Sarah Plummer che si trova a capo delle indagini.
La donna viene presa di mira dall'uomo politico, il quale assolda due criminali affinché la costringano a cancellare ogni evidenza del delitto. In Ricatto ad alta quota, mentre si trova su un aereo partito da Los Angeles e diretto a Washington, Sarah viene avvicinata dalla misteriosa Michelle che, mostrandole su un PC portatile come il figlio e il marito siano tenuti in ostaggio dal complice Cameron, la obbliga a eliminare ogni prova video dal database della banca dati centrale.

Tra cielo e terra

I thriller ambientati a bordo di un aeroplano necessitano di script solidi per evitare cadute di ritmo, questa produzione Lifefime invece si rivela priva dei necessari requisiti per risultare appassionante.
Dividendo l'azione tra il serrato confronto ravvicinato a bordo del velivolo, giocato per la maggior parte sui primi piani delle due donne avversarie, e la situazione a terra con marito e figlio presi come ostaggio da parte della nemesi maschile, Ricatto ad alta quota si rivela sempre più improbabile con il procedere degli eventi, con tanto di resa dei conti finale pensata solo per il puro spettacolo di genere ma assolutamente inverosimile.
La partita tensiva cede così il campo alla pura noia e non bastano un paio di turbolenze tra i cieli per risollevare l'interesse rispetto ai destini dei personaggi. Colpa da imputare soprattutto alla staticità della messa in scena operata dal regista e sceneggiatore Nadeem Soumah, poco a suo agio nel gestire una vicenda che, complice i limitati spazi filmici e narrativi, esaurisce in breve tempo tutte le proprie cartucce a disposizione.
Dina Meyer, indimenticata eroina del cult Starship Troopers - Fanteria dello spazio (1997) e del primo Dragonheart (1996), è l'unica nota positiva di un cast anonimo e svogliato che spreca anche le potenziali sfumature dell'eterogeneo trio di villain.

Ricatto ad alta quota Un'agente dell'FBI, moglie e madre amorevole, è presa di mira da un senatore invischiato in un fatto di sangue sul quale la donna sta indagando. Dividendo i personaggi principali tra due scenari, con l'azione che si sposta continuamente dall'interno dell'aereo alla casa di proprietà, Ricatto ad alta quota si rivela narrativamente debole e incapace di generare la necessaria suspense, tanto che la resa dei conti finale è una liberazione più per lo spettatore che per la combattiva protagonista. Il film andrà in onda stasera, sabato 21 luglio, alle 21.05 su RAI2 in prima visione TV.

4.5

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