Return to Sender - Restituire al mittente, recensione del film con Rosamund Pike

L'infermiera Miranda viene brutalmente stuprata in casa propria e, dopo la violenza subita, comincia a far visita al suo aguzzino in carcere.

Return to Sender - Restituire al mittente, recensione del film con Rosamund Pike
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Miranda Wells, infermiera in procinto di ottenere una promozione, è prossima ad acquistare una nuova casa nella quale trasferirsi. Qualche giorno prima del trasloco, mentre si prepara ad andare a un appuntamento al buio organizzato da una collega, la donna viene aggredita tra le mura della sua abitazione da un uomo che, entrato con l'inganno, finisce per violentarla brutalmente.
La vittima riconosce il suo stupratore in William Finn, il cameriere di un ristorante da lei spesso frequentato, e il ragazzo viene prontamente arrestato. In Return to sender - Restituire al mittente, nonostante l'appoggio costante del padre, Miranda fatica a riprendersi dallo shock subito e anche la sua carriera professionale ne risente inevitabilmente.
È però lei stessa a spiazzare tutti quando inizia a far visita al suo assalitore tra le mura del carcere, iniziando con questi un rapporto sempre più morboso e indecifrabile.

Vengeance: A love story

Sin dal titolo originale, ulteriormente tradotto per il pubblico nostrano, Return to sender - Restituire al mittente fornisce allo spettatore ben più che un suggerimento sull'evolversi della vicenda, anche se per buona parte dei novanta minuti di visione gioca su una straniante ambiguità di fondo che potrebbe non piacere ai più.
La crescente relazione tra vittima e villain si ammanta infatti di complessi risvolti psicologici atti a deflagrare nel colpo di scena finale, dando modo alla tensione emotiva di costruirsi un suo preciso percorso all'interno della storia. Storia che si inserisce con forse troppa leggerezza in dinamiche assai crude, nel tentativo di ritorno alla normalità dopo aver subito una violenza.
Il regista Fouad Mikati, già autore del mediocre Operation: Endgame (2010), realizza con un cast e mezzi tecnici superiori alla media una sorta di tv-movie pensato per il grande schermo, e proprio nelle sue catodiche reminiscenze palesa i maggiori limiti: story-line secondarie, non sempre necessarie, vengono inserite a forza all'interno del racconto pur di raggiungere una minima durata, inoltre non bastano le scene madri di sopruso e vendetta a sorreggere l'intero insieme filmico.
Fortunatamente Rosamund Pike, a suo agio nei panni di una donna che nasconde inquietanti segreti e abile nel far buon viso a cattivo gioco, come già dimostrato nel cult L'amore bugiardo - Gone Girl (2014), dona notevoli sfumature a un personaggio a costante rischio caricatura che, proprio grazie alla sua interpretazione, acquista maggior credibilità.

Return to Sender - Restituire al mittente Un'intensa e trattenuta Rosamund Pike è il miglior pregio di questo aspro thriller drammatico, incentrato sull'elaborazione dello stupro subito da parte della protagonista, la quale darà ben presto il via a un insano e morboso rapporto con il suo violentatore. Return to sender - Restituire al mittente possiede una manciata di sequenze dal notevole impatto tensivo/emotivo ma si dimentica di costruire un contorno degno di nota, capace di sorreggere pienamente il restante sviluppo narrativo. Il film andrà in onda stasera, venerdì 13 luglio, alle 23.30 su CANALE 5.

5.5

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