Renegades - Commando d'assalto: la recensione dell'heist movie in salsa bellica

Dopo aver lavorato con James Cameron in Titanic, il regista Steven Quale torna ad affrontare l'acqua in questo film.

Renegades - Commando d'assalto: la recensione dell'heist movie in salsa bellica
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Sarajevo, 1995. Un team di Navy SEAL (le forze speciali della marina militare americana) si imbarca in una missione clandestina: ritrovare e riportare alla luce trecento milioni di dollari in lingotti d'oro rubati ai francesi dai nazisti. Il problema? Si trovano sul fondo di un lago che cinquant'anni prima aveva travolto e sommerso un intero villaggio conquistato dagli uomini di Hitler. È la storia di Renegades - Commando d'assalto, un heist movie declinato in chiave bellico-militare che richiama vagamente l'A-Team. Diretto da Steven Quale (Final Destination 5) e con una sceneggiatura firmata da Luc Besson e Richard Wenk (I Mercenari 2), il film è attualmente nelle sale italiane dopo una lunga odissea: l'uscita in Francia e Stati Uniti era inizialmente prevista per metà 2016, ma ci sono stati continuii rinvii e attualmente non si sa quando sarà disponibile all'estero.


Scrittura piatta ma buone scene d'azione

Renegades - Commando d'assalto è il classico film d'azione ad alto tasso di testosterone, con battute prevedibili e personaggi stereotipati e poco caratterizzati, che di fatto servono unicamente ai fini delle scene d'azione vere e proprie. Il tentativo di dare una storia familiare tragica al capo della squadra, Matt Barnes (Sullivan Stapleton) risulta forzato e del tutto superfluo: è un dettaglio che viene buttato lì con nonchalance e al quale non si dà alcun seguito, ma che sembra quasi voler mostrare l'intento degli sceneggiatori di elevare in qualche modo la narrazione. Se la sceneggiatura è banale ma comunque adeguata al genere, le scene d'azione riescono ad alzare il livello della pellicola: da un inseguimento in carro armato a una breve battaglia aerea, Renegades è puro intrattenimento, con qualche intermezzo comico molto cameratesco e una storia d'amore tra il soldato Stanton e la ragazza del posto Lara, interpretati rispettivamente da Charlie Bewley e Sylvia Hoeks.

Un film in immersione

Steven Quale riesce anche a introdurre qualcosa di nuovo per il genere, perché gran parte dell'azione si svolge sott'acqua, con numerose scene in cui i protagonisti si trovano sul fondale del lago per scassinare una cassaforte, recuperare l'oro e insieme affrontare un gruppo di soldati bosniaci pronti a far esplodere bombe in acqua. Il villaggio sommerso non è stato creato in post-produzione: è stato costruito davvero per permettere al regista - che aveva lavorato al Titanic di James Cameron come direttore delle riprese secondarie - di girare sfruttando al meglio tutti i giochi di luce creati dall'acqua, contribuendo a un certo realismo e all'intrattenimento dello spettatore. È un film che funziona? Indubbiamente, ma va preso per quello che è: un normale film d'azione con il solito archetipo molto americano del soldato buono. Ci sono cose che funzionano meno, come la scrittura dei personaggi. Se i cinque protagonisti sono molto standardizzati, quasi indistinguibili l'uno dall'altro se non per pochi tratti caratteriali, lo stesso non si può dire per l'ammiraglio Jacob Levin, un sergente Hartman in realtà indulgente e dal cuore buono interpretato dal grandissimo J.K. Simmons (premio Oscar come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione in Whiplash, di Damien Chazelle). Simmons fa una piccola parte e sullo schermo lo vediamo per una decina di minuti, eppure Levin risulta subito più caratterizzato dei protagonisti, complice anche la bravura dell'attore. Nel complesso, comunque, le debolezze della sceneggiatura vengono messe in secondo piano in un film che punta tutto sull'azione.

Renegades Renegades - Commando d'assalto è un classico heist movie ad alto tasso di testosterone, con battute prevedibili e personaggi stereotipati e poco caratterizzati, che di fatto servono unicamente ai fini delle scene d’azione vere e proprie. In generale però le debolezze della sceneggiatura di Luc Besson e Richard Wenk passano in secondo piano grazie alla novità delle scene sottomarine, per un film che riesce comunque a raggiungere la piena sufficienza.

6

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