Renaissance, la recensione del film d'animazione disponibile su Prime Video

Nella Parigi del 2054 un ispettore di polizia indaga sulla scomparsa di una giovane ricercatrice, sulle cui tracce vi è anche una megacorporazione.

Renaissance, la recensione del film d'animazione disponibile su Prime Video
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Nella Parigi del 2054 la giovane scienziata Ilona Tasuiev, impiegata presso la megacorporazione Avalon, viene rapita. Le indagini vengono affidate al capitano Barthelemy Karas, un ufficiale che spesso disobbedisce agli ordini per fare "la cosa giusta" e per questo è molto rispettato dai suoi colleghi. L'uomo inizia l'investigazione contattando il dr. Jonas Muller, un ex ricercatore di Avalon che conosce bene la ragazza scomparsa e che in passato ha fatto delle ricerche per curare la progeria (una malattia rara che causa l'invecchiamento precoce nei bambini).
Sulle tracce di Ilona vi è anche la sorella maggiore Bislane, in ansia per le condizioni della consanguinea. Indizio dopo indizio, Karas scopre che il caso si lega in qualche modo a una ricerca rivoluzionaria che fa gola proprio al presidente della Compagnia, il quale è invischiato in giri loschi e controlla mezza città grazie al potere e al denaro.
In Renaissance, il protagonista farà affidamento anche su una sua vecchia conoscenza, il boss malavitoso di origini arabe Farfella, al quale è legato da un evento chiave nel loro passato. Ciò che scoprirà però potrebbe cambiare per sempre il destino dell'intero umanità, si troverà così davanti a una scelta difficile.

Neo-Paris

Un impatto visivo che rappresenta qualcosa di unico e affascinante per questo film d'animazione francese che, come spesso accade per le produzioni che si distinguono dalla massa, non ha ottenuto il successo e la fama che si sarebbe ampiamente meritati. Renaissance utilizza infatti una particolare tecnica di motion capture e computer grafica in cui il cast (di lusso, ma ne parleremo dopo) ha recitato le proprie scene in apposite tute su sfondi blue screen, le quali poi sono state adattate ai modelli digitali pensati per i personaggi, con effetti 3D e di post produzione che hanno conferito il look definitivo, con la suggestiva decisione di filtrare il tutto attraverso il bianco e nero.
Se all'inizio questa particolare scelta può apparire straniante, non appena ci si abitua al look visivo si rimane letteralmente rapiti dalla fluidità delle immagini e dal gioco di luci e ombre imbastito nelle tonalità bi-colore, e l'impressione di assistere a un fumetto in movimento si arricchisce di fascino inquadratura dopo inquadratura.

L'occhio vuole la sua parte

Così come in un altro cult transalpino a tema, il sottovalutato Immortal ad Vitam (2004), anche in questo caso è una metropoli realmente esistente (là New York, qui Parigi) nella sua versione futuristica a far da sfondo alla vicenda, con diversi monumenti iconici della città dell'amore a comparire in scene clou o nelle numerose riprese dell'affascinate skyline, una sorta di incrocio tra le architetture di Metropolis (1927) e le atmosfere cyberpunk di Blade Runner (1982), con raccordi stradali avveniristici, velivoli che scorrazzano liberamente, cartelloni pubblicitari e ologrammi nella piena tradizione del genere.
La sceneggiatura sfrutta le coordinate base del neo-noir, mettendo al centro della vicenda personaggi tormentati e con diversi segreti, da svelare nel corso degli eventi, nel relativo passato, e inanella - soprattutto nella seconda metà - un buon numero di efficaci colpi di scena che rendono il racconto più sfaccettato e profondo, con spunti etici e filosofici che chiedono allo spettatore di prendere una posizione.

Un racconto affascinante

La varietà grafica è garantita da effetti sempre differenti, siano questi relativi alle condizioni atmosferiche (pioggia e neve), al fumo, alle fiamme o alle tute di invisibilità indossate dagli scagnozzi del villain, con il risultato sempre pregno di personalità proprio in virtù dello stile estetico adottato.
Il radar con cui il protagonista osserva il mondo circostante e i potenziali pericoli deve aver influenzato - e non poco - il regista Andrew Niccol, autore in tempi recenti dell'avvincente sci-fi Anon (2018), visto che la relativa rappresentazione in soggettiva ha qualcosa in comune.
L'incalzante colonna sonora, in grado di accompagnare a seconda dei toni gli eventi chiave, una manciata di sequenze action di impatto spettacolare (su tutte il virtuosistico inseguimento su quattro ruote per le strade parigine) e un finale per nulla scontato confezionano un'opera a suo modo unica, che può contare nella versione in lingua inglese su un cast di doppiatori d'eccellenza tra i quali spiccano Daniel Craig, Romola Garai, Ian Holm e Jonathan Pryce.

Renaissance Una distopia futuristica sottoforma di animazione in bianco e nero, realizzata attraverso un originale mix tra motion capture ed effetti digitali. Renaissance, produzione europea dai fondi e le maestranze prevalentemente francesi, ci trasporta nella Parigi del 2054 per mettere in scena un racconto neo-noir che affascina per la sua peculiare resa estetica e per un'ambientazione che guarda ai classici del filone, con Metropolis (1927) e Blade Runner (1982) quali principali fonti d'ispirazione. Un ufficiale di polizia senza mezze misure indaga sulla sparizione di una giovane ricercatrice, la quale ha evidentemente fatto una rivoluzionaria scoperta che fa gola alla megacorporazione Avalon, che domina dal punto di vista commerciale e finanziario l'intera metropoli. Il particolare tratto grafico è sfruttato abilmente nella gestione di luci e ombre, così dopo un parziale senso di spaesamento iniziale ogni immagine diventa un vero e proprio piacere gli occhi, con effetti sempre diversi e convincenti nel caratterizzare le condizioni atmosferiche o elementi come fumo e fiamme. Lo stesso cuore della vicenda è ricco di sfumature etiche e si rivela appassionante fino ai titoli di coda, con un buon minutaggio rivolto alle esaltanti scorribande action e una pregevole cura per le psicologie dei protagonisti, doppiati nella versione internazionale da un cast d'eccezione.

8

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