Rebecca, la recensione del film Netflix con Lily James

Ben Wheatly mette il suo talento visionario al servizio del romanzo di Daphne Du Maurier, per un adattamento forse troppo patinato e senza guizzi.

Rebecca, la recensione del film Netflix con Lily James
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Rebecca di Daphne DuMaurier è uno dei classici della letteratura gotica inglese già trasposto al cinema nel 1940 da Alfred Hitchcock e poi nel 1997 in una miniserie televisiva. Non è insomma nuovo agli adattamenti e la sua storia è più che nota agli amanti del cinema, ripresa e revisionata anche recentemente da Guillermo Del Toro nel suo Crimson Peak in un racconto di fantasmi del tutto originale. L'ultimo ad accostarsi al romanzo della DuMaurier è adesso il visionario ed eccentrico Ben Wheatly, che firma per Netflix una trasposizione estremamente fedele all'opera del 1938, scegliendo come protagonisti Lily James nei panni di Mrs. de Winter, Armie Hammer in quelli di Maxim de Winter e Kristin Scott Thomas per la spietata governante Mrs. Danvers.

Il fulcro della storia è sempre lo stesso: una giovane dama di compagnia di una ricca signora inglese conosce durante una vacanza a Monte Carlo il vedovo Mr. de Winter, proprietario della splendida tenuta di Manderley, "tra le più belle e famose dell'intera Inghilterra". L'uomo è lì per una pausa dal terribile lutto della moglie, Rebecca, ed è proprio in Francia che si innamora della ragazza, chiedendole di sposarlo e seguirla a Manderley. Qui la nuova Mrs. de Winter farà la conoscenza della servitù e degli abitanti della tenuta, cercando di capire il mistero che si cela dietro la morte di Rebecca e provando ad ambientarsi in una residenza troppo grande e comunque ingombrata dal ricordo della defunta prima moglie di Max.

Lo spettro dell'amore

La prima moglie è uno di quei romanzi seminali per il gotico classico letterato o cinematografico da cui hanno poi iniziato a discendere tante altre opere simili. Prima di tutto è un noir romantico che mette lentamente a nudo i sentimenti dei suoi protagonisti. Diventa poi man mano una sorta di hunted house movie, tanto per come è descritto quanto per il modo di raccontare "l'indagine" della Seconda Moglie sulla scomparsa della Prima. Il romanticismo inizia così a intersecarsi senza soluzione di continuità con questa spinta thriller che dona alla storia un'aura enigmatica, creando un connubio formale interessante.
Il fatto che Wheatly sia riuscito a rispettare in pieno i cardini dell'opera, dirigendo un adattamento estremamente classico, non significa però che sia riuscito a intercettare a tutto tondo l'anima artistica della DeMaurier come invece fatto ormai ottant'anni fa dal Maestro del Brivido.
Dall'occhio indipendente e scaltro del regista di High-Rise, Free Fire e A Filed in England ci aspettavamo onestamente qualcosa di più virtuoso e meno attento alla formalità classica; una trasposizione forse più libera dai catenacci della fedeltà almeno in termini registici, con qualche vezzo anche solo manieristico in più, un coraggio di osare più marcato, vicino alla mano comunque flessibile di Wheatly.

Ci troviamo invece di fronte a un film terribilmente patinato che ha più di un'immagine raffinata, quasi da incorniciare, ma che manca di cuore e anima, freddo anche quando i colori, i momenti e i protagonisti hanno un calore palpabile. Questo succede perché non c'è visione ma solo superficialità adattiva, che trova la forza di rompere gli argini della modestia solo in sparute inquadrature che catturano lo spettro d'emozioni dei comunque bravissimi Lily James ed Armie Hammer, anche se la loro chimica su schermo non è per nulla esplosiva come avremmo desiderato.

La Thomas è invece la migliore del cast nei panni di Mrs. Danvers, pungente e venefica, una "villain" tutta d'un pezzo che si addice alle velleità interpretative della grande attrice franco-inglese.
Un film, Rebecca, che pecca di una certa mancanza di luce propria al netto di una scrittura abbastanza precisa di Jane Goldman, compassata però dalla visione piatta di Wheatly, davvero irrintracciabile nell'opera. Non si lascia nemmeno guardare con troppa serenità a causa di un ritmo frustrante e sequenze fin troppo dilatate per il loro valore estetico o narrativo, risultando sufficientemente godibile per gli amanti del genere e del romanzo da cui è tratto.

Rebecca Rebecca di Ben Wheatly si rivela un adattamento fedele al romanzo originale di Daphen DuMaurier, senza però brillare di luce propria, di una visione stilistico-autoriale che non sfiori la superficie dell'immagine e dei momenti per cercare intensità o bellezza. Manca davvero anima in questo film estremamente patinato e senza vezzi virtuosi, anche solo manieristici, che sa essere classico nel modo più superficiale possibile, affascinante ma cinematograficamente vuoto. Bravi gli interpreti, da Lily James ad Armie Hammer, passando per Kristin Scott Thomas, ma il ritmo degli avvenimenti risulta spesso frustrante e il film si appesantisce di orpelli fin troppo lunghi e tediosi. Godibile per gli amanti del romanzo e del noir romantico, che non devono però aspettarsi Hitchcock e nemmeno Del Toro.

6

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