Razorback - Oltre l'urlo del demonio, la recensione dell'horror anni '80

Prima di dirigere Highlander, Russell Mulcahy esordisce dietro la macchina da presa con un natural horror ambientato nell'outback australiano.

Razorback - Oltre l'urlo del demonio, la recensione dell'horror anni '80
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L'anziano Jake Cullen, un rude cacciatore australiano, sta facendo da babysitter al nipotino nella sua casa nel deserto, quando la dimora viene presa di mira da un gigantesco esemplare di cinghiale che nell'impeto della sua furia uccide il bambino. Jake viene ingiustamente accusato di omicidio e considerato colpevole dalla gran parte dei suoi concittadini, ma viene assolto per mancanza di prove evidenti. L'uomo si ripromette in ogni caso di eliminare ogni cinghiale che trova sulla sua strada, nella speranza prima o poi di ritrovarsi faccia a faccia con la gargantuesca creatura.
Due anni più tardi la giornalista americana Beth Winters si trova in Australia per girare un documentario d'inchiesta su una società che sfrutta la caccia di massa per poi vendere prodotti a base di fauna selvatica. La donna si attira le ostilità della compagnia, che manda due scagnozzi a "punirla", ma a ucciderla sarà in ogni caso l'improvvisa apparizione del mastodontico cinghiale di inizio film.

La caccia è aperta

Lo ricordiamo soprattutto per la regia di un grande classico quale Highlander - L'ultimo immortale (1986) e relativo, primo, sequel, ma l'australiano Russell Mulcahy - nato come autore di videoclip - vanta una lunghissima carriera, non solo al servizio di star della musica.
Già il suo esordio in un lungometraggio per il grande schermo, girato nella patria natia, è considerato un piccolo cult dagli appassionati dell'horror, etichettato con un po' di generosità come "Lo Squalo dell'outback".
Ed è proprio l'outback del vastissimo continente a caratterizzare i novanta minuti di visione di Razorback - Oltre l'urlo del demonio, con le similitudini relative al blockbuster spielberghiano che si acutizzano nella gestione della mostruosa creatura che terrorizza gli abitanti del luogo.
Anch'essa, realizzata in animatronic come il suo più famoso collega acquatico, si mostra sporadicamente e appare in tutta la sua spaventosa magnificenza solo nella resa dei conti finale, con le precedenti comparsate giocate su un furbo vedo-non vedo.

Dritto alla meta

Razorback - Oltre l'urlo del demonio è un'operazione semplice e diretta, concettualmente affine a quegli anni '80 durante i quali il genere horror, in qualsiasi sfumatura, non si prendeva troppo sul serio e cedeva gioco facile a un'ottica ludica di impatto immediato.
Il prologo mette subito le cose in chiaro, con l'introduzione al setting desertico e il primo, brutale, assalto del cinghiale mutante che fanno percepire un approccio istintivo e scevro da eccessivi virtuosismi narrativi o stilistici.
La sceneggiatura risente a tratti di una scarsa cura per ciò che concerne il contorno e alcune figure secondarie, concentrandosi esclusivamente sul trio di personaggi principali e imbastendo qua e là qualche forzatura per giungere al prevedibile epilogo.
Eppure non mancano sussulti piacevolmente visionari, come la corsa nel deserto del protagonista vittima di allucinazioni, e altri prettamente di genere, con una violenza che esplode in una manciata di frangenti e non solo per "zampa" dell'animalesco villain.
Fattori che rendono perdonabili altrettante ingenuità nella stesura dei dialoghi - le frasi di sfida lanciate all'animale rischiano il ridicolo involontario, per quanto prassi comune dei tempi - e permettono di chiudere un occhio sulle succitate sbavature.

Razorback - Oltre l'urlo del demonio Un gigantesco e feroce esemplare di cinghiale è la nemesi che si trovano ad affrontare i due principali protagonisti, entrambi in cerca di vendetta, di questo divertente horror australiano che guarda al filone "animalesco" e a un prototipo del calibro de Lo squalo (1975) nella gestione della mostruosa creatura. Ricco di passaggi ansiogeni, brutali, e di vagiti action che si esaltano nella resa dei conti finale, Razorback - Oltre l'urlo del demonio deve fare i conti con una sceneggiatura non sempre coesa e con alcune situazioni e figure secondarie poco verosimili, anche se incanalate nell'improbabile contesto. Il fascino dell'outback australiano, gli efficaci animatronic e un cast che, pur senza eccellere, si rivela adatto ai rispettivi ruoli garantiscono a ogni modo un'ora e mezza di divertimento sano e disimpegnato. Il film andrà in onda giovedì 23 luglio alle 00.50 su RAIMOVIE.

6.5

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