Recensione Ratatouille

Ratatouille, un piatto povero di verdure e patate...o c'è qualcosa di più?

Recensione Ratatouille
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Remi ha una passione, l'alta cucina: conosce a menadito salse, metodi di cottura e tutte le spezie più esotiche. C'è solo un problema: è un ratto. Linguini, invece fa lo sguattero in uno dei più importanti ristoranti parigini e non ha alcun talento culinario. Dal loro incontro nasceranno una serie di vicende esilaranti che li vedranno protagonisti, insieme all'affascinante Colette ed al temutissimo critico gastronomico Anton Ego.
L'ultima opera dello studio californiano che ha già dato i natali a Toy Story e Gli incredibili non delude, colpendo nel segno per l'ennesima volta. Alla scontata perfezione tecnica (l'acqua è ormai fotorealistica, così come il pelo degli animali e le scene a campo lungo) si aggiunge un'alchimia fra storia raccontata e regia che non vedevamo da molto tempo in un film a cartoni animati: ogni singola scena è costruita con un'attenzione certosina, nulla viene lasciato al caso, dalle panoramiche parigine al rave nella colonia dei topi.

Ma è nelle riprese culinarie che la genialità del regista (Brad Bird, lo stesso de Gli incredibili e del sottovalutato il gigante di ferro) si palesa definitivamente; vedendo Ratatouille pare di sentire i profumi ed i sapori degli aromi utilizzati dal geniale Remi e dagli altri Chef e anche attività banali come il grattare un limone o preparare un consommé di carote diventano situazioni divertenti e funzionali alla narrazione, senza mai scadere nel banale o nel noioso. Ma non è solo in cucina che gli artisti della Pixar mostrano il loro indiscutibile valore, anche gli altri ambienti sono realizzati a regola d'arte contribuendo a definire le personalità dei vari personaggi che li abitano (uno su tutti, lo studio - bara di Ego). Tuttavia l'immane studio tecnico e sul personaggio di Remi non ha tolto attenzione alla definizione dei vari comprimari, a partire dal funambolico Linguini, alto ed impacciato ma dotato di una verve comica davvero incontenibile, fino al mefistofelico Anton Ego che, pur apparendo per pochi minuti, si imprime nelle menti degli spettatori grazie anche ad un monologo finale dedicato ai limiti della critica che dovrebbe essere ascoltato anche da molti professionisti della stroncatura, non solo in ambito gastronomico.Come si può notare da questi pochi appunti, Pixar è riuscita nell'impresa, invero difficile, tanto più in ambito cartoonesco, di creare non già delle marionette che interpretano un ruolo ma degli attori veri e propri, in grado di trasmettere una gamma di emozioni completa senza chiudersi nello stereotipo. Viene quasi da chiedersi se la computer grafica non sia ormai pronta per misurarsi con traguardi di più ampio respiro andando a togliere spazio ai film "tradizionali". Ma queste sono considerazioni che lasciano il tempo che trovano. Ratatouille è l'ennesima dimostrazione che la tecnica fine a se stessa è solo maniera ma quando viene riscaldata dalla fiamma dell'immaginazione è in grado di produrre risultati estremamente raffinati. Siamo dunque di fronte ad un film in grado di appassionare tutti: i bambini saranno affascinati da Remi e dalle gag in coppia con Linguini, mentre i più grandicelli apprezzeranno alcune citazioni e le battute più sottili, soprattutto quelle che vedono protagonista il cattivissimo Chef Skinner. Possiamo dunque concludere che finalmente alla Pixar hanno raggiunto l'obiettivo tanto rincorso: il perfetto sincretismo fra cartoon maturo e fiaba, già rincorso in alcune prove forse meno riuscite (ma comunque eccellenti) come Gli Incredibili o Alla Ricerca di Nemo.

Guardandoci indietro è incredibile pensare come il piccolo studio fondato quasi per gioco dall'istrionico presidente di Apple (ed ora anche maggior azionista della Disney), sia cresciuto costantemente film dopo film, mantenendo un trend di miglioramento che non ha eguali nella storia dell'animazione, sia per il breve lasso di tempo impiegato che per la straordinaria quantità di idee e talento profusi in ogni singolo fotogramma. Dopo Ratatouille possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che la Pixar sta ricoprendo negli anni duemila il ruolo che fu della Disney negli anni '50 e '60, sperimentando e distruggendo con spirito iconoclasta le convinzioni su cui si sono basati finora tutti i film a cartoni animati. C'è poco da fare, la creatura di Steve Jobs e John Lassater è una spanna avanti a tutti i suoi competitors, riuscendo a proporre a scadenza quasi annuale opere di altissima qualità sia tecnica che filmica, in grado di essere apprezzate da una fascia di pubblico molto più ampia di quella normalmente avvezza alla visione dei cartoni animati.

Ratatouille Ratatouille è un cartoon lieve e divertente, pieno di trovate geniali e pervaso da buoni sentimenti e da un messaggio finale sempre attuale. Il tutto offerto dallo chef con un contorno di gag divertenti in salsa parigina. Non lasciatevelo scappare!

8

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