Rapimento e ricatto, la recensione del film di Erik Van Looy

Il Primo Ministro belga si trova al centro di un complotto atto ad assassinare il Presidente degli Stati Uniti.

Rapimento e ricatto, la recensione del film di Erik Van Looy
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Il Presidente degli Stati Uniti sta per partecipare a un importante convegno internazionale avente luogo in quel di Bruxelles e presieduto dal Primo Ministro belga. La mattina prima di recarsi all'importante ricevimento il politico locale viene rapito da una banda di uomini armati che ne prendono anche in ostaggio la moglie e le figlie. In Rapimento e ricatto lo scopo dei criminali è quello di costringere l'uomo, con la minaccia di uccidere i suoi cari nel caso non adempiesse agli ordini, ad assassinare il chief in commander americano durante il colloquio privato che avrà luogo da lì a poche ore. Il Primo Ministro cercherà in ogni modo di trovare una soluzione ma lo stretto controllo a cui è sottoposto sembra condurlo inevitabilmente a macchiarsi dell'orrendo delitto.

Nessuno è al sicuro

Produzione belga che fa il verso ai thriller di stampo hollywoodiano in maniera intelligente e con una messa in scena di tutto rispetto, capace di regalare buone dosi di tensivo spettacolo di genere al pubblico di appassionati. Rapimento e ricatto segue linee guida relativamente classiche e paga un'eccessiva durata, tanto che mezz'ora in meno avrebbe sicuramente giovato a uno scorrere degli eventi qui parzialmente monotono, ma svolge il suo compitino con indubbia efficacia permettendosi anche citazioni colte e inaspettate (il risveglio dopo il sequestro riporta alla memoria una sequenza clou di Brazil (1985) per quel che concerne lo scenario) e dimostrando una solidità stilistica che rende le pur ripetitive ambientazioni sempre slanciate verso nuove prospettive. L'impianto narrativo non è privo di inverosimiglianze, con il gruppo di terroristi capace di controllare il malcapitato protagonista pressoché ovunque tramite le più disparate tecnologie e un incredibile numero di insospettabili complici, ma un paio di colpi di scena e una resa dei conti non scontata valgono il tempo della visione. Visione non priva anche di istinti più violenti e drammatici trovanti adeguato appoggio nelle buone performance del cast, con Koen De Bouw poliedrico interprete di un Primo Ministro mai così inguaiato e sotto pressione come in quest'occasione.

Rapimento e ricatto Solida produzione di genere diretta dal regista belga Erik Van Looy, Rapimento e ricatto utilizza un contesto fantapolitico in cui il Primo Ministro belga si trova al centro di un complotto atto ad assassinare il Presidente degli Stati Uniti. Inverosimile e forzato e a tratti sofferente di una formula ripetitiva, il film funziona nella sua anima tensiva grazie a un impianto thriller roccioso e ragionato in cui hanno luogo anche diversi inaspettati colpi di scena e l'azione, relativa soprattutto alla parte finale, si affida a un'estetica non sfigurante con coevi lavori hollywoodiani.

6.5

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