La ragazza di Stillwater Recensione: Matt Damon è un padre tormentato

L'attore americano è protagonista del nuovo film di Tom McCarthy, dove interpreta un uomo che cerca di scagionare la figlia, accusata di omicidio.

La ragazza di Stillwater Recensione: Matt Damon è un padre tormentato
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Per alcuni, questo film sarebbe vagamente ispirato alla reale vicenda che ha visto protagonista Amanda Knox e che ha catalizzato l'attenzione dei telegiornali nostrani e internazionali per molti anni, concludendosi poi come tutti ben conosciamo. Certo, la storia ha qualche vago punto di contatto (anche con il film, in tal senso vi proponiamo la nostra recensione di Amanda Knox), ma è difficile accomunare La ragazza di Stillwater al tragico e controverso fatto di cronaca di Perugia, avvenuto nell'ormai lontano 2007.

Il nuovo film di Tom McCarthy, regista del premiato Il caso Spotlight (e se volete trovate proprio qua la recensione de Il Caso Spotlight) e coinvolto in prima persona anche nella sceneggiatura scritta a più mani, è in realtà un dramma privato che scava nel confronto tra culture e nei bassifondi, siano questi quelli dell'anima o più semplicemente i ghetti di Marsiglia, dove l'indomito protagonista interpretato da Matt Damon si muove in cerca di risposte per il bene della propria figlia.Presentato fuori concorso alla 74ª edizione del Festival di Cannes, il risultato finale ha ricevuto una standing ovation di cinque minuti da parte del pubblico in sala. La meriterà davvero?

La ragazza di Stillwater: straniero in terra straniera

Bill Baker è il classico prototipo dell'americano di periferia e lavora in una società petrolifera dell'Oklahoma come operaio. L'uomo sta attraversando da cinque anni un inferno personale, dal giorno in cui la figlia Allison è stata condannata per omicidio mentre si trovava in Francia.

La ragazza si è sempre proclamata innocente, ma a nulla sono valse le sue parole e si trova senza molte speranze di uscire dal carcere transalpino. Bill si reca a Marsiglia da Allison per scagionarla dalle infamanti accuse e riportarla con sé negli Stati Uniti. Ma il percorso burocratico è irto di insidie e lo scoglio linguistico non aiuta di certo il protagonista, che scopre un insperato aiuto in Virginie, attrice di teatro e madre single della piccola Maya. Insieme a loro Bill troverà nuovi stimoli per vivere e andare avanti, ma al contempo la sua ossessione per individuare il vero assassino e riabbracciare la figlia rischierà di fargli crollare il mondo addosso ancora una volta.

Verità da svelare

Un crocevia di destini, sospesi tra due mondi non solo fisici ma anche morali che si intersecano senza continuità di sorta nel corso delle due ore e venti minuti di visione. La ragazza di Stillwater è un film scomodo, non sempre appagante ma a suo modo necessario, capace di scavare con intima profondità nel carattere del determinato protagonista, tipico yankee alle prese con una missione improba in terra straniera.

Il percorso è progressivo, con saltuari slanci ironici e leggeri che fanno da contorno a un impianto drammatico che cerca di far proprie le regole del thriller investigativo, localizzando il giusto equilibrio tra impegno e intrattenimento. Certo, l'intento del regista non era quello di divertire lo spettatore e in taluni frangenti si respira una parziale pesantezza narrativa, in parte riconducibile a una lunghezza forse eccessiva per quanto vi fosse effettivamente da raccontare. La costruzione dei rapporti tra i vari personaggi resta così il maggior pregio dell'operazione, con una buona gestione emotiva e sentimentale che permette di affezionarsi con moderazione e sobrietà. Nulla da eccepire sulle performance dell'eterogeneo cast, con Matt Damon che si cala anima e corpo in un simulacro dolente ma combattivo che gli calza a pennello e che trova adeguato supporto nelle altrettanto convincenti Camille Cottin e Abigail Breslin nei ruoli femminili.

La ragazza di Stillwater Un padre cerca di provare l'innocenza della figlia, condannata per un omicidio che lei nega con tutta se stessa di aver commesso. La situazione è resa più complicata dal fatto che il genitore, americano medio, deve affrontare insidie e burocrazia di un Paese straniero per scoprire la verità. La ragazza di Stillwater, nuovo lavoro di Tom McCarthy, è un film rude e scontroso a tratti, tenero ed emotivo altrove, nella ricerca di un cinema nudo e crudo che scava sia nei luoghi che nelle anime per offrire al pubblico un melodramma dal taglio credibile e moderno, nella solida tradizione di un genere in continua evoluzione. Emozioni dirette, non semplici e intuitive, che sanno come colpire senza eccedere, pur a discapito di un paio di svolte narrative più scontate e gratuite del previsto, che trovano ideale forza nell'interpretazione di un convinto e convincente Matt Damon.

6.5

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