La ragazza della palude Recensione: un thriller che fa acqua da ogni parte

Daisy Edgar-Jones è la protagonista dell'opera tratta dal libro di Delia Owens, una storia che in versione cinematografica risulta scialba e tediosa.

La ragazza della palude Recensione: un thriller che fa acqua da ogni parte
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Ci sono una serie di personaggi femminili che non vengono lasciati stare, facendoli diventare protagoniste di racconti che fin dal principio non riescono pienamente a convincere per atmosfere e intenti, confermando la loro insufficienza nel proseguimento della storia che le vede coinvolte. Un aspetto che le inserisce principalmente nell'ambito thriller, in cui queste donne diventando il centro di accadimenti e eventi torbidi e turbolenti, mentre tutto attorno a loro si muove velocemente. Opere che tendono a giungere sullo schermo passando prima per la pagina stampata; libri che vengono trasposti e che da intriganti gialli d'intrattenimento letterario si tramutano in tediosi drammi cinematografici privi di identità.

Negli ultimi anni è capitato a La ragazza del treno (2015) con protagonista Emily Blunt e tratto dal romanzo di Paula Hawkins, per passare poi a La donna alla finestra (2021), thriller hitchcockiano che del maestro del terrore non ha nulla se non il rimando allo sguardo e al suo scrutare nelle case e dimore altrui. Tra le uscite al cinema di ottobre 2022 è il caso di La ragazza della palude, anche questo nato prima dalla scrittrice Delia Owens e trasformato poi in versione filmica per veder dare volto ai suoi protagonisti agli attori Daisy Edgar-Jones, David Strathairn, Taylor John Smith e Harris Dickinson.

Vivere ai margini

Una storia tragica che vede la giovane Kya (Edgar-Jones) dover affrontare le conseguenze di una famiglia disfunzionale in preda agli umori e all'alcolismo del padre violento. Un uomo lasciato solo, con una moglie che ha deciso di abbandonare i suoi figli pur di non subire più alcuna sevizia, così come ognuno dei fratelli più grandi della bambina, la quale è finita per crescere sola all'interno di una palude del Nord Carolina negli anni Cinquanta.

Una personalità insolita per la cittadina limitrofa ai piedi di quel luogo fatto di acqua e fango, da cui la giovane verrà brutalmente staccata dopo essere stata accusata di omicidio; credenza alimentata dalla diffidenza che la donna ha sempre suscitato, mettendo in mostra i pregiudizi e le malelingue di un'intera comunità. Se le accuse contro Kya sono del tutto infondate e mosse da spirito acre e malizioso, quelle che vengono fatte nei conforti del film che la vede protagonista sono invece del tutto giustificate. Pur rispettando determinati elementi del suo genere d'appartenenza e seguendolo dividendo la storia in due parti per permettere di mostrare la crescita e il punto di svolta dell'esistenza di una ragazza lasciata troppo presto da sola, la pellicola di Olivia Newman risente di una pesantezza che carica gravemente lo scorrimento dell'opera e ne arresta con prontezza la presa e il coinvolgimento.

Una prova deludente per Daisy Edgar-Jones

Dalla fotografia opaca e la regia anonima, La ragazza della palude cerca di esprimere la forza e determinazione di una protagonista che si è dovuta mantenere da sola, la quale cerca di trovare senza alcun aiuto il proprio posto nel mondo. Di proteggere quella casa che apparteneva alla sua famiglia da cui non si è mai voluta separare, fronteggiando le diffamazioni e non tirandosi indietro davanti all'apprendimento e allo studio, provando ad ampliare le sue conoscenze il più possibile.

Nonostante però l'intraprendenza di Kya, il personaggio risulta scontato e bidimensionale, ma la cosa peggiore è il suo venir mal impersonato da una solitamente brava Daisy Edgar-Jones (recuperate la nostra recensione di Normal People, la recensione di Fresh e la recensione di In nome del cielo per scoprire altri titoli con protagonista l'attrice). Una recitazione che è il vero specchio dell'esasperazione della pellicola, quella che La ragazza della palude vuole suscitare, ma che non sa appigliarsi a nient'altro se non alla drammaticità o al dolore così da rendere scontato e insofferente il film con i suoi personaggi.


Una protagonista che nel suo dover dimostrarsi come fuori dal mondo lo risulta anche dalla narrazione stessa, scollegata quasi dall'opera e portando lo spettatore a perdersi. Un thriller scialbo e uggioso, da mettere nello scaffale delle pellicole di genere con personaggi femminili che avrebbero meritato di più.

La ragazza della palude La ragazza della palude è un thriller che si immette di diritto sulla scia di quelle pellicole di genere che mettono al centro una protagonista la quale viene sommersa dalla casualità degli eventi. Una Daisy Edgar-Jones che offre una delle sue interpretazioni meno riuscite, abbinandosi al tono uggioso e piatto dell'intera pellicola, che non riesce minimamente a coinvolgere o incuriosire lo spettatore.

5

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