Un uomo si risveglia dopo un brusco incidente, senza alcuna memoria di quanto sia accaduto in precedenza e con un'amnesia tale da non fargli ricordare il suo nome. Direttosi a piedi verso la città più vicina, cerca di fermare un'auto di passaggio ma la donna al volante perde il controllo del mezzo per via di un apparente malore: è in realtà morta sul colpo, con gli occhi che le si sono opacizzati in maniera del tutto innaturale.
Il protagonista, che nel frattempo tramite la patente ha scoperto di chiamarsi Liam Hartwell, raggiunge a piedi una trattoria ma all'interno trova clienti e dipendenti stramazzati al suolo, colpiti apparentemente dallo stesso male che aveva coinvolto la precedente vittima.
Liam pensa che nell'aria vi sia un virus che uccide all'istante chiunque lo respiri e trova rifugio nella sua casa poco distante, salvo scoprire ben presto che nessuna epidemia è causa di quanto accaduto: in realtà è lui stesso, avvicinandosi alle altre persone, a causarne la morte. L'unica che sembra poterlo aiutare, che non risente di alcuna conseguenza standogli appresso, è una donna che era con lui in macchina al momento dell'incidente, anch'essa priva di memoria.
Così lontano così vicino
Vi è personalità nella seconda prova dietro la macchina da presa dei registi e sceneggiatori Caroline Labrèche e Steeve Léonard, abili nell'adattare un plot caro a tanta fantascienza - passata e moderna - a una struttura thrilling che si prende i suoi tempi, rivelando minuto dopo minuto sempre più tasselli destinati a condurre al finale.
In Radius si ha a tratti l'impressione di assistere a qualcosa di già visto, ma gli autori riescono a sovvertire le aspettative grazie a una scrittura intelligente che procede con calma e sobrietà, immettendo false piste e complicando - in maniera organica - sempre di più il tessuto narrativo.
Questa scarnificazione del genere, che latita di effettivi squarci action o spettacolari, penalizza parzialmente il ritmo, con alcuni momenti di stanca che in un paio di occasioni rischiano di far scemare l'attenzione, ma per chi ha pazienza il racconto è in grado di offrire notevoli soddisfazioni.
Insieme per forza
Il particolare legame che unisce i due personaggi principali, obbligati a non allontanarsi l'uno dall'altra per più di qualche metro al fine di evitare delle vere e proprie stragi di innocenti, apre interessanti dinamiche e almeno una sequenza, quella dell'ascensore nell'ospedale, è in grado di suscitare una vibrante tensione a tema.
La prima, grande rivelazione, intuibile dallo spettatore più navigato, avviene già nelle primissime fasi ma è soltanto il preambolo a quanto accadrà in seguito, con un copioso numero di flashback a ricostruire i fatti avvenuti prima del traumatico incidente stradale e ad accompagnare il pubblico nello svelamento della verità.
Disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video, Radius forza la mano esclusivamente nel suo incipit sci-fi, relativamente artificioso e non del tutto chiarito, ma lo usa poi con intelligenza nella gestione dei personaggi e nelle dinamiche narrative, fino a un epilogo che era forse l'unico modo di chiudere il cerchio senza ricercare ulteriori soluzioni di fortuna.
E va bene così, dato che l'ora e mezza di visione, pur al netto di alcuni dei limiti citati, svolge il suo compito di intrattenimento di genere con una certa lucidità.