Recensione Qualcuno Con Cui Correre

Tra note e schiavitù per le strade di Gerusalemme

Recensione Qualcuno Con Cui Correre
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Cinema Israeliano, questo sconosciuto...

Cominciamo bene: sembra davvero di star vivendo una rinascita artistica del cinema, soprattutto per l'impegno messo da produttori e distributori che, seguendo forse l'esempio del buon Domenico Procacci, decidono sempre più di permettere alla nostra (non più tanto) gloriosa nazione di godere i frutti dell'arte cinematografica che, in un contesto leggermente più autarchico, permetterebbe nel migliore dei casi l'arrivo di alcune pellicole solo per merito di dvd d'importazione.
La banda di Eran Kolirin aveva già fatto notare l'esistenza di un cinema israeliano, peraltro di alta qualità, al resto del mondo; ora arriva una'altra produzione tutta “made in Gerusalem”a dare ulteriore voce a questa nazione che ci dimostra, tra le altre cose, quanto questi popoli non ci siano poi così lontani da noi.

Prova a prendermi

Assaf è un giovane dipendente della protezione animali con il compito di riconsegnare un cane alla sua padrona che si sospetta lo abbia abbandonato e che quindi, oltre ad esso, deve ricevere una multa salata per maltrattamento di animali.
Ma la proprietaria è Tamar, una sedicenne scappata di casa con la sua chitarra alla ricerca del fratello tossicodipendente, un musicista eccezionale finito nelle mani di Pesach, una sorta di moderno Mangiafuoco, un produttore di droga che sfrutta il talento degli artisti da strada per favorire il commercio di eroina tra le strade di Israele.
Guidato dal cane Assaf tenterà di raggiungere i due fino a conclusioni inaspettate e che sicuramente non potranno che coinvolgere l'intera sala nonostante qualche nota dolente.

Una promessa non mantenuta

Gioventù, droga, sfruttamento, musica: questi sono i temi affrontati da Qualcuno con cui correre, diretto da Oded Davidoff, Israeliano purosangue al suo quarto lungometraggio.
Un cast fatto di soli attori esordienti presumibilmente bravi ma deturpati, nella nostra lingua, da un doppiaggio idegno del peggiore dei trash movie e che non può essere assolutamente giustificato dal basso budget con cui il film è stato finanziato.
Qualcuno con cui correre avrebbe tutti i presupposti per poter essere un gran film, tenendo conto della sua provenienza che, volente o nolente, attrae in modo particolare il pubblico di nicchia. Purtroppo per noi, il film appare in realtà distaccato dalle tematiche che intenderebbe affrontare, rendendo l'intera narrazione fine a se stessa e riducendo in modo drastico la poliedricità di una società che viene ritratta solo in parte e in malomodo, senza lasciare che si accenda quella scintilla che lo renderebbe un film d'autore. Questo sarebbe sicuramente accettabile se non fosse che l'intenzione del regista Oded Davidoff è proprio quella di dare la luce ad un agglomerato di poesia e temi sociali di grande spessore che porti alla rifessione su questi da parte dello spettatore. I protagonisti della storia sono dei derelitti senza speranza il cui talento, sempre che davvero davvero di talento si tratti, è sfruttato e commercializzato da un uomo senza scrupoli che offre loro un tetto (marcio) sotto cui dormire, calpestando senza rimorso ogni loro diritto e sentimento: ecco il perchè del richiamo a Mangiafuoco, similissimo a Pesach anche nell'aspetto non curato e nell'attegiamento compiaciuto, va da sé che la morale sia in linea di massima proprio la stessa di Pinocchio di cui Qualcuno con cui correre è senza ombra di dubbio una moderna rivisitazione cinematografica.
Tratto da un libro di David Grossman, anch'egli Israeliano originario di Gerusalemme, questo flm si mantiene fedele, forse eccessivamente, ad uno stile narrativo molto letterario, riconoscendo come unico stilema cinematografico quello di una regia nitida ed interessata, sempre attenta agli avvenimenti circostanti.
Troppa carne al fuoco quindi, per un'opportunità andata sprecata in modo palese da parte di una nazione che da poco ci aveva stupito con la bellezza del già citato “La banda” e che, siamo certi, tornerà a farsi sentire a gran voce.
Senza dubbio rimane significativo il fatto che produzioni di questo genere inizino ad arrivare all'estero, in modo particolare che arrivino qui in Italia, sottolineando un rinnovato impegno da parte di distributori sempre più attenti a garantire una pluralità artistica all'interno delle sale cinematografiche.

Qualcuno con cui correre Qualcuno con cui correre è un'occasione sprecata, avrebbe potuto regalare del gran cinema ma si è limitato ad essere una semplice narrazione, tra l'altro pretenziosa. E' un peccato perchè i presupposti sembravano esserci tutti e duole sempre "stroncare" piccole produzioni di questo genere. Oded Davidoff sembra però avere tutte le carte in regola per poterci riprovare, magari regalandoci stavolta una piccola perla: noi non possiamo che sperarci.

5

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