Recensione Proposta indecente

Demi Moore, Robert Redford e Woody Harrelson sono i protagonisti dell'ambiguo ménage à trois di Proposta indecente, titolo (s)cult di grande successo diretto nel 1993 da Adrian Lyne.

Recensione Proposta indecente
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David e Diana Murphy sono una coppia felicemente sposata. Lui, rinomato architetto, decide di finanziare la casa dei suoi sogni in quel di Las Vegas, ma ben presto si deve scontrare con i problemi economici causati dal recente periodo di crisi economica. Marito e moglie decidono così di giocare i loro risparmi al casinò, dove la donna viene subito notata dal vedovo miliardario John Gage, uno degli uomini più ricchi d'America. Dopo aver perso tutti i soldi alla roulette, i due vengono invitati dal magnate ad una cena mondana, dove questi gli propone un'offerta indecente: un milioni di dollari per poter trascorrere una notte con Diana. Nonostante l'iniziale rifiuto, i coniugi infine accettano, a malincuore, la proposta, ma dopo il consumamento dell'atto, la loro relazione finisce per incrinarsi inesorabilmente.

Sesso e potere

Vero e proprio film scandalo degli anni '90, enorme successo di pubblico ma giudicato assai negativamente dalla critica, Proposta indecente risente oggi come non pai del passare del tempo, tanto che anche i suoi elementi scabrosi (costati un divieto ai minori di 14 anni) appaiono, in una realtà schiava della pornografia (sessuale o meno che sia), all'acqua di rose. Non che l'operazione meritasse comunque lodi già all'uscita, trattandosi di un furbo escamotage commerciale, infarcito di grandi nomi, pronto a scardinare, con banalità narrative in serie, i dogmi di un finto moralismo e permettendosi, con sprezzo del ridicolo, di citare anche Quarto potere (1941) in uno dei dialoghi madri. Adrian Lyne, già autore di cult come Flashdance (1983) e 9 settimane e ½ (1986), non fa nulla per infondere energia ad una sceneggiatura blanda e ripiena di risvolti poco plausibili che, rielaborando (e rovinando) il bel romanzo omonimo di Jack Engelhard (molto più profondo nella sua essenza che indagava anche nella religione e nelle diatribe sociali), si rivela un patinato quanto ambiguo menage a trois sulla distruzione dei valori, intriso nei centoventi minuti di visione di pruderie assortite e di un erotismo freddo e inerme, nonostante l'esplosiva bellezza della protagonista Demi Moore. E così anche il più che prevedibile epilogo, reso comunque estremamente forzato vista la piega presa nell'ultima mezzora, che tende a focalizzarsi sulla forza dell'amore appare soltanto come un messaggio scontato e ipocrita che infastidisce nella sua totale estraneità alla molteplicità dei punti di vista.

Proposta indecente Robert Redford è elegantissimo e affascinante, Demi Moore portatrice di una grintosa e dolente bellezza e Woody Harrelson tormentato quanto basta ma il film comunque non funziona. Cult di pubblico degli anni '90, Proposta indecente è un coacervo di banalità messo in scena con toni fintamente morbosi, tanto che anche il potenziale erotismo ne risulta quanto mai appannato nell'ennesima love-story a tre che ci ricorda senza troppa convinzione come l'amore vero possa superare ogni difficoltà. Ambigua nella caratterizzazione dei personaggi, con la figura di Diana schiava e complice di un mondo in mano agli uomini e dominato dal denaro, la sesta prova dietro la macchina da presa di Adrian Lyne, non nuovo a pellicole "a tema", traduce con poca ispirazione e cambiamenti cruciali il senso ben più profondo del romanzo originario.

4.5

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