E' uno dei film piu attesi della Berlinale: l'ultima fatica di Gus Van Sant, Promised Land, sembra in formissima sulla linea di partenza. Il film si basa su una storia di Dave Eggers, riadattata per lo schermo da John Krasinski e Matt Damon, che ne è anche produttore e attore protagonista. Sintomatico e curioso che i due sceneggiatori vestano anche i panni dei due opponents del film: Matt Damon è Steve Butler, John Krasinski è Dustin Noble.
Steve (Matt Damon, appunto) è il fiore all'occhiello del settore manageriale della compagnia energetica Global Crosspower, specializzata nelle trivellazioni alla ricerca di giacimenti di gas naturali. Assieme alla collega Sue (Frances McDormand, ottima nel ruolo), Steve mette piede in Pennsylvania. Obiettivo: convincere i proprietari terrieri di un paesino isolato a vendere i loro possedimenti alla Global per effettuare le trivellazioni. Steve e Sue sono particolarmente esperti ed equipaggiati dei più svariati trucchi per la loro missione di persuasione. Pura ripetizione, sempre lo stesso schema di amicizia e informalità, dopodiché Steve preme sul pedale dell'acceleratore e sottolinea le opportunità finanziarie per la famiglia, la possibilità di garantire ai loro figli un futuro.

Sembra una "missione" come tante altre, ma è tutto destinato a complicarsi: lo strenuo testa a testa tra i protagonisti e la comunità, soprattutto il professore ed ex-ingegnere Frank Yates (Hal Holbrooks) e un avvocato ambientale poco noto, Dustin Noble (John Krasinski). Le accuse sui rischi delle trivellazioni prendono fuoco quando Dustin divulga foto e materiale di bovini deceduti in seguito a queste operazioni. E' una spirale di inganni e giochi politici più grandi del singolo individuo e dell'autonomia decisionale: presto i ruoli cominceranno a scambiarsi come carte impazzite nel mazzo e lo scacchiere non sarà più solo neri contro bianchi.
Perfetta esemplificazione è la circolarità del film attorno al pub del paese, dove Steve (dopo una prima e vittoriosa giornata di convincimento) è invaghito dell'insegnante Alice (Rosemarie DeWitt) e accetta un giro di otto chupiti noto come "Absolute Madness". E' l'insegna di un giogo in cui il protagonista, che Matt Damon interpreta in modo impeccabile anche se forse un po' freddino, perde ogni certezza e deve ricostruire i propri orizzonti di riferimento.
Il cerchio si chiude quando, disilluso e amareggiato dalla piega presa dagli eventi, seduto al bancone del bar, scorge per la prima volta una sua polaroid sulla parete dell'Absolute Madness.
Un intrigo di simmetrie e incastri geometrici che fanno efficacemente rima con il modello parassitico della grande multinazionale, capace di trascendere gli individui e di annichilirli, muovendoli a proprio piacimento sullo scacchiere.
Sostanzialmente una storia ricca di spunti - e non si poteva aspettare di meno, da un soggetto di Dave Eggers e dalla successiva lavorazione Damon/Krasinski. Eppure il film manca di quegli elementi fondamentali che hanno reso grande Gus Van Sant, portatore di un verbo cinematografico capace quasi sempre di unire critica e pubblico. Film come Drugstore Cowboy, Elephant, Paranoid Park e Milk, per citare i piu celebri, non hanno nulla da spartire con questo Promised Land, interessante ma non all'altezza di un prolifico e talentuoso regista.