Prisoners of the Ghostland Recensione: Nicolas Cage diretto da Sion Sono

Il regista giapponese dirige il popolare attore in un film d'ambientazione postapocalittica, folle e visionario al punto giusto.

Prisoners of the Ghostland Recensione: Nicolas Cage diretto da Sion Sono
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Il giorno che è stato annunciato Prisoners of the Ghostland è stato come un sogno ad occhi aperti per tutti gli amanti del cinema più folle e sfrenato. Questo film ha unito per la prima volta il talento del regista nipponico Sion Sono all'estro davanti la macchina da presa di Nicolas Cage, un attore che ha ormai fatto dell'overacting uno dei suoi cavalli di battaglia. Nicolas Cage è in un momento d'oro; il re dei b-movie è tornato. Prisoners of the Ghostland non poteva perciò lasciare indifferenti fin dalle accattivanti premesse, con il contesto narrativo da sfondo apocalittico a impepare ulteriormente il tutto.

E, ora che il titolo è uscito anche nel mercato home video italiano (non perdete i dvd e blu-ray di maggio 2022), possiamo finalmente dire che le attese non sono state deluse, anche se alcuni forse storceranno il naso. Ci troviamo infatti di fronte ad una produzione sporca e cattiva, che sfocia in un divertito grottesco senza lasciare un attimo di tregua allo spettatore, con un'anima "fusion" tra Oriente e Occidente che dopo l'iniziale spaesamento regala momenti di puro e visionario delirio.

Prisoners of the Ghostland: i vivi e i morti

La storia è ambientata nell'immaginaria cittadina di Samurai Town, dove il Governatore ha creato una sorta di società divisa tra gli echi del vecchio west e quelli del Giappone feudale, con tanto di harem di geishe al proprio servizio. Cage veste i panni di Hero, un criminale che si trova in prigione dopo aver preso parte a una rapina in banca nella quale il suo complice Psycho ha perso la testa, uccidendo decine di innocenti che si trovavano all'interno della filiale, prima di essere arrestato.

Il protagonista viene liberato dal sindaco a patto che questi riporti a casa Bernice, una delle sue "ragazze" che ha cercato la libertà nella remota Ghostland, terra selvaggia dove abitano alcuni superstiti di un disastro nucleare avvenuto tempo prima. Hero dovrà rintracciare la donna entro un tempo limite, scaduto il quale la tuta che gli è stata fatta indossare esploderà, facendolo saltare in aria con essa. L'indumento, inoltre, è programmato per delle mini-detonazioni controllate nel caso l'uomo si avvicini troppo a Bernice, complicando ulteriormente una missione già per nulla semplice, dato l'inaspettato ritorno di una vecchia conoscenza...

Strange Circus

C'è tanto da dire su una sceneggiatura che non fa sconti e che si protrae per cento minuti in un affascinante melting pot di generi e influenze, con il grottesco che prende più volte il sopravvento, sempre sospeso tra una macabra ironia e una violenza splatter comunque mai eccessiva. Chi ama il cinema di Sono può in parte immaginare a cosa si sta andando incontro, anche se va detto che il nostro ha lasciato da parte alcuni dei suoi guizzi più autoriali - per quelli recuperate la nostra recensione di Tag - per dar vita ad un mirabolante e colorato luna park, dove regna una sorta di funerea goliardia.

Sentire Cage che in più occasioni si riferisce alle sue parti basse, anche al centro di dolorosi risvolti che coinvolgeranno soprattutto il pubblico maschile, o vederlo iniziare la sua missione a bordo di una scassata bicicletta, fa parte di una partita narrativa senza freni e remore di sorta, dove il rischio di cadere in basso è effettivamente alto - scusate il gioco di parole - ma nel quale il carisma del protagonista e lo stile del regista riescono sempre a mantenere quell'alone di unicità. Il trash diventa così una materia più densa ed elevata, ricca di influenze e citazioni - tra le più palesi quelle a un personaggio cult come Jena Plissken - come nella resa dei conti, dal sapore surreale.

Lunga e colorata, con scenografie ispirate ai classici vicoletti del Sol Levante di un tempo, la battaglia finale è ricca di un'azione gustosa e saporita, tra l'uso di armi da fuoco, spade da samurai - una delle figure più interessanti è proprio un guerriero dagli occhi a mandorla - e "protesi improprie" impugnate dai vari contendenti. Ma anche le sequenze ambientate nella Ghostland del titolo posseggono un sapore etereo e straniante, con tanto di discorso motivazionale da parte di Hero che sfrutta l'epica ai fini di un intrattenimento meno stupido di quanto appaia.

Prisoners of the Ghostland Difficile dire dove si fermi il trash e cominci il genio, fatto sta che Prisoners of the Ghostland è uno dei progetti più folli della scorsa stagione e, guarda caso, ad esserne protagonista è uno specialista dei film fuori di testa come Nicolas Cage. D'altronde con alla regia il maestro giapponese Sion Sono, al suo esordio in lingua inglese, non ci si poteva attendere altro che un'operazione squisitamente estrema, costantemente in bilico tra un grottesco divertimento e una violenza pulp e al contempo citazionista. Visti i due nomi coinvolti si sarebbe forse potuto osare ancora di più, ma i cento minuti di visione hanno i loro sani momenti di delirio, complice ambientazione e sceneggiatura che offrono continui colpi di scena sia visivi che narrativi, in un mondo post-apocalittico dove occidente e oriente collimano in un delirante sguardo visionario.

7

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