Primal Rage, il bigfoot è a caccia nell'horror di Patrick Magee

Una giovane coppia persasi nella foresta si trova alle prese con l'incombente minaccia di un gigantesco bigfoot affamato di carne umana.

Primal Rage, il bigfoot è a caccia nell'horror di Patrick Magee
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Max è appena uscito di prigione dopo aver trascorso un anno dietro le sbarre. Ad attenderlo all'uscita la moglie Ashley, anche madre di suo figlio, venuta a prenderlo con il pick-up di famiglia. Durante il tragitto la coppia investe un individuo comparso improvvisamente in mezzo alla strada, scoprendo come il corpo morente di questi fosse già vittima di gravi ferite di origine sconosciuta. In Primal Rage la coppia viene aggredita da una figura nascosta nei boschi che, lanciando contro di loro delle grosse pietre, fa ruzzolare Max giù dalla collina per farlo poi cadere nel fiume poco sottostante. Ashley si getta anche lei nelle acque ghiacciate per soccorrere il compagno svenuto e i due si trovano infreddoliti e senza possibilità di chiedere aiuto nella fitta foresta circostante. Dopo aver incontrato un gruppo di cacciatori, ben presto fa la comparsa un gigantesco bigfoot che inizia la sua personale mattanza contro gli umani invasori del suo territorio.

In fuga nel bosco

Creatura leggendaria la cui presunta esistenza è da sempre avvolta nel mistero, tra believer e scettici che continuano a disquisire da decenni, il bigfoot non ha mai avuto troppa fortuna al cinema, eccetto la discreta commedia per famiglie Bigfoot e i suoi amici (1987) prodotta tra gli altri da Steven Spielberg. Ora lo sasquatch è al centro dell'esordio dietro la macchina da presa di Patrick Magee, addetto al make-up di diverse produzioni horror, che non si fa problemi nel generare una sana violenza di genere, con innesti gore che prendono vita all'entrata in scena del presunto primate scimmiesco, dotato per l'occasione di un'inquietante maschera e dell'abilità di scagliare frecce. Primal Rage soffre principalmente di una trama monotematica e fin troppo lineare in cui vi è poco spazio per l'approfondimento psicologico dei protagonisti, anche se un paio di sequenze regalano momenti scioccanti anche dal punto di vista emotivo. Tra soggettive della creatura, corse disperate nel bosco, fasi tensive anche fra gli stessi personaggi umani, i novanta minuti di visione compensano le lacune narrative con una carica ferale e selvaggia che, tirando in mezzo anche una mostruosa strega del bosco e antichi miti dei nativi indiani, mette in campo un brutale feeling di genere, con tanto di epilogo beffardo che lascia aperte le porte a potenziali sequel.

Primal Rage Una giovane coppia, un gruppo di cacciatori bifolchi e uno sceriffo nativo indiano alle prese con la ferale minaccia di un gigantesco bigfoot dotato di forza e intelligenza sopra la media: Primal Rage non eccelle per spunti e verosimiglianze narrative, con gran parte dell'azione che si svolge nelle labirintiche foreste circostanti, ma trova il giusto feeling in una sana violenza di genere che, tra eccessi gore e altri momenti diversamente disturbanti, regala le giuste emozioni a tema.

6

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